|31|» È una situazione di merda.

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Moral Of The Story Ashe
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SIERRA

Stanca e ancora mezza addormentata dopo il giro che ho fatto insieme alle ragazze, vengo interrotta dal sognare un bellissimo mondo fatto di gelato con alberi di cioccolata dalla rumorosa suoneria del mio cellulare.
La cover a forma di gelato mi fa desiderare solo di tornare a dormire.
Tasto alla ricerca del tasto per accendere la luce e allungo la mano per vedere lo schermo.
Il mio sguardo casca sull'ora vedendo segnato 19:34 a.m.
Mi accorgo di aver saltato la cena mezz'ora fa e di aver dormito per ben 5 ore buone senza svegliarmi nemmeno per la merenda.
Mi scompiglio i capelli sparpagliati sul cuscino accettando la chiamata.
Abbraccio il cuscino. «Pronto...» La mia voce esce roca e bassa, più profonda di quanto credessi.
«Così me lo fai diventare duro.» Sempre il solito pervertito.
«Dai, stavo dormendo, stavo sognando una cosa bella...» La mia voce non accenna a migliorare nonostante mi sia schiarita la gola. 
«Oso chiedere?»  Sorrido. «Era un mondo fatto di gelato alla vaniglia con gli alberi di cioccolata!»
Lo sento sorridere dall'altro capo. «Sempre il gelato eh...» Sospira dolcemente.

Mi sistemo meglio sotto le coperte. «Qualcosa non va.» Dico io.
«Cosa te lo fa credere?»  Come se non lo sapesse...
Ogni volta mi sembra che faccia finta che io non lo conosca affatto tutto per il gusto di sapersi imprevedibile anche a me.
«Ti conosco...Parecchio anche.» Sorride. «Cosa ti preoccupa, Connor?» Chiedo gentilmente acquisendo un tono più delicato e soave.
«Io non mi preoccupo, è sinonimo di paura, è una cosa ben lontana da me.» Non lo dimostrerà mai, ma tutti nella vita hanno provato almeno una volta paura. «C'è comunque qualcosa che non va...me lo vuoi dire?» Chiedo io.

Spero che non sia ciò che ho detto io questa mattina. Non era mia intenzione preoccuparlo.
Certo, forse sono stata troppo diretta ma non posso certo negare che sia la verità.
A volte le cose non bisogna né dirle con sfrontatezza e nemmeno camuffarle con delle sporche bugie, bisogna solo ometterle e attendere il momento e il luogo giusto, ma anche che la persona sia pronta.
Prima non c'è stata nessuna di queste tre caratteristiche fondamentali, ho portato Connor solo alla paranoia in una giornata importante come quella del primo incontro dei membri.

«Quello che hai detto è vero: tu mi influenzi.» Socchiudo le palpebre. «È una debolezza secondo te avere un...tallone d'Achille?» La sua domanda esige una risposta sincera.
Sorrido leggermente.

Mi sembra un bambino indifeso ora.
Un piccolo bimbo in cerca delle risposte dalla propria mamma.
È una visione completamente distorta ma allo stesso tempo più adorabile di ciò che realmente è.
Qualcun'altro vedrà solo un ragazzo tormentato, un giovane uomo che non riesce a prendere una scelta e a capire le conseguenze, a capire sé stesso. Ma io vedo un bambino vulnerabile e indifeso in cerca di risposte.

Questa riceve.

«Ti rende invincibile trasformare una tua debolezza nella tua più grande forza.» Fisso il soffitto bianco. «Pensa a quell'imperatore che aveva paura di essere avvelenato e ha iniziato a bere veleno per abituarsi al gusto.»
Connor ridacchia. «Che paragone stupido.» Rido anch'io voltandomi a pancia in su. «In effetti non è andata a finire bene...»
Incuriosito mi chiede...«Perchè? Cos'è successo?»
Scrollo le spalle. «Li hanno invaso casa e si è suicidato mi pare. Era molto depresso...Si chiamava Mitridate.» 

Still Alive (S.3) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora