Killer - Valerie Broussard
◀️PLAYDedicato a ElisaGianola
CONNOR
Sono veramente stanco. Distrutto.
Mi pare di aver combattuto contro migliaia di uomini quando invece è una singola ragazza, una tenera, innocua, testarda ragazzina che mi ha ridotto in questo stato. Una bambina. È bastata una piccola bimba a ridurmi in questo stato pietoso e io ora credo che tra noi due quella veramente forte sia proprio lei.Non avrei mai pensato che un giorno una donna mi avrebbe ridotto così.
Ho sottovalutato Sierra McGarden. Brutto errore.«Connor. Connor posso entrare, per favore?» Chiede ancora.
Non la sento realmente.
A dir la verità, non m'importa più di niente e di nessuno se non riavere la mia piccola bimba vicino a me.
Ormai pare una meta lontana.
«Io entro…» Mormora lei.Tengo gli occhi fissi sul soffitto.
Il suo profumo di mandorle mi solletica improvvisamente le narici appena entra dentro il bagno chiudendo la porta alle sue spalle.
Sospira nel vedermi. «Connor, cosa fai…» Sussurra lei ammirando le migliaia bottiglie di vino accatastate e riverse a terra, il telefono sul pavimento sopra il tappeto, l'acqua ormai fredda e il mio corpo dentro la vasca quasi morente.«Da quanto tempo sei a galla?» Chiede la corvina avvicinandosi a me.
Non riceve risposta. «Stai bene? Ti gira la testa?» Chiede mettendo in piedi le bottiglie.
Raccoglie il mio cellulare da terra guardando la foto.
Si morde il labbro inferiore dispiaciuta spegnendo il display appoggiando infine il telefono sul piano del lavandino. «Dai vieni, ti porto a letto, hai bisogno di riposo.» Mi afferra dal braccio facendomi mettere seduto. Passa poi il braccio sotto il mio fino a metterselo sulle spalle.Con un pò di fatica riesce a mettermi in piedi afferrando un asciugamano. Me lo avvolge velocemente attorno ai fianchi coprendomi.
Mi tiene poi per il polso passando un braccio attorno alla mia vita portandomi verso l'uscita.
Apre la porta chiudendola alle nostre spalle dirigendosi poi verso la mia stanza.Gocciolo acqua dappertutto tenendo lo sguardo chino a terra.
I ciuffi biondi mi ricadono bagnati sulla fronte di fronte agli occhi.
Seguo a fatica i suoi passi venendo letteralmente trascinato insieme a lei.Arriviamo così nella mia camera.
Dimaria chiude la porta alle nostre spalle una volta entrati.
Mi fa sedere sul letto guardandomi un'attimo prima di andare verso l'armadio per tirare fuori i vestiti. «Rimani a petto nudo, vero? Restavi sempre a petto nudo da ragazzino, odiavo vestirti troppo.» Sorride malinconicamente lei.Non rispondo tenendomi chino con i gomiti sulle ginocchia e lo sguardo basso a terra.
Sento le ante chiudersi.
I tacchi dei suoi stivali si avvicinano. «Ti aspetto fuori mentre ti cambi, ce la fai?» Mi appoggia una mano sulla schiena inclinando la testa alla ricerca del mio consenso, ma questo non arriva, i miei occhi si tengono persi nella contemplazione del vuoto assoluto.Sardonice sospira chiudendo gli occhi un secondo di troppo.
Si raddrizza prendendomi per i polsi strattonandomi per farmi mettere in piedi.
A fatica riesce nell'intento.
Afferra i pantaloni della tuta che mi ha tirato fuori dall'armadio deglutendo.
Si china infilandomi i piedi alzandoli infine senza togliermi l'asciugamano, almeno finché non si è assicurata di avermeli alzati del tutto.
Mi leva infine il pezzo di stoffa facendomi tornare a sedere.
Mi asciuga il petto e la schiena passando poi alle spalle.
Osserva per un attimo il mio tatuaggio.
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Still Alive (S.3) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]
Romance[IN CORSO] (S.3) ❝Continuo. «Ho sentito la voce di qualcuno sono scesa e poi l'ho visto.» Ancora una volta la mia vista si rabbuia per qualche secondo che traballo leggermente. «Chi hai visto?» Chiede a bassa voce Jerry accanto al mio orecchio. Mi v...