Still Alive (S.3) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]

|82|» M-Mi si sono rotte le acque...

Secrets and Lies - Ruelle
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SIERRA

Busso alla porta di mio nonno più entusiasta che mai della comunicazione che li darò. Non riesco a controllarmi e mi ritrovo a saltellare con un sorriso allegro sul viso di fronte al suo ufficio sentendo un "avanti" distratto, forse dal troppo lavoro.
Non attendo oltre prima di ritrovare presto il familiare contatto con la fredda maniglia abbassandola velocemente ed entrando in altrettanto modo nell'ufficio, inevitabilmente il nonno sobbalza indaffarato in una chiamata tra varie scartoffie sparpagliate sulla scrivania. Mi fa silenziosamente cenno di avvicinarmi abbozzando un sorriso nel vedermi pimpante. Avendo così il suo permesso, chiudo la porta incamminandomi verso una delle due poltrone poste di fronte alla sua postazione.
Mi prendo così il tempo di guardarlo a lavoro come da sempre facevo da piccola per imparare solo a vista. Non posso non rendermi conto di quanto tempo sia passato da quando mamma mi portava in braccio all'azienda ad ora, in piedi a camminare da sola tra i corridoi impartendo ordini ed eseguendoli in altrettanto modo.

Mamma...

Mi preoccupa ancora sapere che non si è azzardata a chiamarmi e nemmeno a mandarmi un messaggio, così come il resto della famiglia, sia Brooks che Wilson e McGarden.
Ora sto affrontando seriamente le conseguenze di ciò che ho fatto anche se le mie azioni sono state esclusivamente a fin di bene; bene di Connor, per aiutarlo a reinserire senza peggiorare la sua salute mentale.

Mentirei se dicessi che mi pento di ciò che ho fatto, perché non è così.

Sono sicura che ciò che ho fatto è stato a fin di bene.
Le mie azioni sono state generosamente ripagate facendo riacquistare la memoria a Mr. Popular e facendolo tornare quello di un tempo. Quel ragazzo malandrino sempre in vena di azione, anche se questa li sarebbe costata una probabile ferita grave o anche solo un dolore a malapena percettibile da lui come tale.
Tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto per il bene della nostra famiglia, per il bene dei nostri amici, ma soprattutto per il bene di quel ragazzo che, alla sua scomparsa, ci ha recato un dolore infinito.
Avere attacchi di panico ogniqualvolta si ricordasse qualcosa, addirittura il sol nominare il suo vero nome, non avrebbe certo aiutato noi a correre in suo aiuto, tutt'altro. Tutto questo disastro creato dalla stampa, dai giornalisti, da Berry che pare voler fare causa a Katia Pensil, da mamma e da Lisa che vorrebbero tanto rivederlo a qualunque costo, avrebbe certamente portato Connor a, non un semplice attacco di panico devastante, molto peggio e non credo di tenerci a sapere a cosa avrebbe comportato.
Io volevo solo proteggere l'uomo che amo, esattamente come lui mi proteggeva da me stessa. È una cosa così brutta? Spingersi al limite del possibile affrontando il mondo intero unicamente per salvaguardare la persona più importante della propria vita? Probabilmente sì, è una cosa brutta. E se dire che non me ne pento affatto mi renderà una persona altrettanto cattiva allora sì, lo sono e sono fiera di esserlo.
Non avrei mai potuto permettere che Connor, in quello stato, fosse vittima di continui inseguimenti da parte dei paparazzi, tormentato dai suoi genitori e dai nostri amici. Mi dispiace aver omesso e mentito a tutti, ma non volevo star a guardare come ho fatto quella sera mentre Connor in quell'auto era stato scaraventato via, non mi sarei mai perdonata se avessi rifatto ciò che ho fatto quel giorno. Dovevo farmi forza e vendicare ciò che quel dannato giorno non avevo fatto: stare a guardare di nuovo non era un'opzione. Mi rifiuto di essere ancora una volta considerata codarda, non voglio più essere un gatto fifone e questo me l'ha insegnato proprio Connor Brooks.

Spero che mamma, papà, Lisa e tutti quanti possano perdonarmi, ma non posso obbligarli se non vogliono. Loro, forse, non capirebbero le motivazioni di mie tali azioni perché non lo hanno visto quando gridava per il dolore tenendosi la testa, loro non l'hanno visto crollare in ginocchio ringhiando per il male.