Capitolo 6

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Capitolo 6

"È irrilevante il momento in cui finalmente scoppia l'incontro e si manifesta la concreta possibilità, deve accadere e accade.

Il vero problema avviene successivamente.

Ci sono incontri che ricambiano l'amore e incontri che non ti perdonano l'amore.

Con quelli devi stare sempre sulla difensiva: dare, non dare, prendere e togliere.

Con quelli impazzisci.

È per loro che inizi a dubitare e a domandarti: - Ma, sarà davvero questo l'amore? -

E io le risposte le ho chieste a te, a te che hai tirato fuori il peggio di me, con i tuoi silenzi, le tue assenze, le tue ripetute mancanze, le tue crudeli confusioni.

Ho vinto andandomene.

Perché oggi so che chi non ti perdona l'amore non è in grado di amare, o perlomeno non è in grado di amare te.

Così non ho potuto salvarti, ma ho potuto salvare me"

(Massimo Bisotti, Il quadro mai dipinto)

-Ragazzo così la conquisti, è sicuro. - disse Roberto mentre puliva il bancone. Ero arrivato prima dell' orario di apertura e avevo aspettato che il vecchio barista aprisse il bar. Questa volta avevo accompagnato il fazzoletto con una rosa rossa, appoggiata sul tavolo.

-Roberto ?- dissi

-Si ?- rispose senza alzare la testa.

-E se non le interesso ?

Voglio dire, non so neanche come si chiama, lei non sa chi sono, insomma non sappiamo niente l'uno dall'altro-

-Eppure ?-

-Eppure ?- ripetei

-Ragazzo c'è sempre un ma, un però o un eppure -

Ci pensai un attimo.

-Eppure non riesco a smettere di pensare a lei. Assurdo vero ?-

-No non è assurdo - disse scuotendo la testa. Lasciai il messaggio nelle mani di Roberto e uscii dal bar.

"Si stancherà prima o poi, lo sai questo. Non puoi continuare a mandargli fazzoletti per tutta la vita. " Perso nei miei pensieri non mi accorsi di essere arrivato davanti all'entrata di una libreria.

"Posto perfetto " pensai con una punta di ironia. Entrai.

-Salve, benvenuto. Posso aiutarla ?-

-No grazie volevo solo dare un occhiata-

-Prego - disse l'anziana signora nascosta dietro il bancone.

Mi avventurai per gli scaffali, facendo scorrere la mano sul dorso dei libri polverosi. Mi fermai con il dito sull'ultimo libro dello scaffale. Era piccolo e all'apparenza piuttosto fragile. Lessi il titolo. Shakespeare "Sogno di una notte di mezza estate"

-Ho sempre amato quel libro -

Una voce familiare veniva dalle mie spalle. Mi bloccai.

-Ci rincontriamo, sconosciuto - Mi girai e la vidi. Era piuttosto alta, mi arrivava quasi al naso e per uno alto un metro e novanta era difficile trovare una ragazza di quell'altezza. Indossava una felpa enorme e dei jeans neri strappati al ginocchio.

-Ciao - dissi timido.

-Ciao - sorrise.

Un sorriso che mi arrivò dritto allo stomaco.

-Ti ho visto e volevo ringraziarti di nuovo per quel giorno al bar. Grazie di avermi evitato una caduta, e una figuraccia- le sue guance si colorarono leggermente di rosso.

-Figurati, dovere - sorrisi

"Quanto è bella "

-Ah che sbadata non mi sono nemmeno presentata-

"Si grazie a Dio si !" Pensai esultando mentalmente.

-Sono Angelica - mi porse la mano che strinsi delicatamente. Era piccola nella mia.

-Piacere, Alex -

-Beh Alex è stato un piacere, ora devo andare -

-Ci vediamo in giro allora – dissi, mentre la vedevo sparire tra gli scaffali.

"Angelica" sussurrai, assaporando quel nome che si era ormai impresso da qualche parte dentro di me.

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora