capitolo 69

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Capitolo 69

Alex:

-Dio, ancora non ci credo che se n'è andato davvero - dissi stringendo Angelica mentre entrambi fissavamo le finestre buie del bar.

-E' stato come perdere mio papà per la seconda volta - sussurrò Angelica .

-Lo so - mi girai e la tirai più vicino a me.

-Scusate ?- Ci girammo entrambi verso l'uomo in giacca e cravatta che teneva una cartellina sottobraccio.

-Possiamo aiutarla ?- chiesi

-Forse, sono Marco Bocconi sono il notaio che si occupa del testamento del signor Esposito. Sto cercando una certa... - sfogliò velocemente la cartellina.

-Angelica - Lei si irrigidì e strinse la presa sulla mia mano.

-Sono...Sono io-

-E' un piacere signora - le strinse la mano e si voltò verso di me.

-Il signor DeAngelis immagino, Roberto mi ha raccontato tutto- Annuii e strinsi a mia volta la mano che mi porgeva. -Avrei bisogno di parlare con lei in un posto più opportuno. Vogliamo entrare?- disse indicando il bar ed estraendo le chiavi dalla tasca. Consegnò le chiavi ad Angelica, che le prese con un leggero tremolio. Il locale sapevo di chiuso e sui tavoli si era già formata della polvere.

-E' strano essere qui senza Roberto e le sue urla da dietro il bancone-

-Già - mormorò lei. Tirai giù tre sedie da un tavolo e lo pulii un po'. Posai lo sguardo sullo strofinaccio rosso che tenevo in mano e sentii un brivido scendermi lungo la schiena. Era quello che Roberto usava sempre per pulire il bancone. Lo ripiegai accuratamente e lo rimisi al suo posto. Scostai la sedia di Angelica e feci cenno al notaio di sedersi.

-Si chiederà perché sono qui - iniziò lui. Angelica annuì lentamente, ma non proferì parola.

-Ecco vede signora De...-

-Angelica, mi chiami solo Angelica -lo interruppe.

-Come preferisce. Come sapete, Roberto non aveva parenti in vita e sua moglie è mancata tempo fa quindi, quando ha scritto il testamento, ha dovuto decidere cosa fare del bar quando lui fosse mancato- La mano di Angelica si posò sulla mia coscia.

-Lo venderà ?- chiese con un fil di voce. Sapevo cosa provava, l'idea di separarmi dal luogo che aveva visto nascere la nostra storia era un pugno nello stomaco.

-In verità, l'ha lasciato a lei- disse il notaio sorridendo.

-Cosa ?- chiesi

-Roberto ha lasciato il bar ad Angelica- disse di nuovo.

-Il ...Il bar è mio ?- chiese lei balbettando.

-Suo - confermò lui.

-Nel testamento ha espressamente specificato di non cambiare nome del locale-

-Non lo farei mai - disse scuotendo la testa.

-E qui- tirò fuori delle buste bianche. -Ci sono i nomi di tutti fornitori. Mentre questa - fece scivolare una busta nera sul tavolo -Questa è per lei, signor DeAngelis-

-Per me ?- chiesi

-Si, ha scritto di aprirla quando andrà a trovarlo, non prima. E si assicuri di essere solo - Presi la busta, la piegai e la feci scivolare nella tasca dei jeans.

-Bene io qui ho finito, mi dispiace molto per Roberto, era un buon amico -Ci strinse la mano e chiuse la porta alle sue spalle. La campanella risuonò nel bar deserto. Io ed Angelica ci fissammo ancora sbalorditi.

-Alex, Roberto mi ha lasciato il bar -

-Sapeva quanto contasse per noi - La presi tra le braccia e lei affondò la testa nel mio collo.

-Mi manca Alex -

-Lo so, manca anche a me. Assurdo, quando l'ho conosciuto pensavo fosse un tale impiccione. Si è letto tutti i nostri messaggi - dissi soffocando una risata.

-Sapeva che eravamo destinati a stare insieme- Posai due dita sotto il suo mento e le sollevai la testa.

-L'ha capito prima di noi e mi ha spinto verso di te, di questo non potrò mai ringraziarlo abbastanza- La baciai e per un po' rimanemmo abbracciati al centro del bar, quel bar che aveva cambiato le nostre vite per sempre.

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora