capitolo 46

3.1K 214 44
                                    

Capitolo 46

Angelica:

Mi svegliai con una sensazione di nausea che cresceva ogni secondo di più. La luce che filtrava dalla finestra arrivava fino al mio cuscino, colpendo la causa del mio malessere; Roberta in piedi sul letto che saltellava.

-Si può sapere cosa stai facendo?- chiesi girandomi sulla pancia e affondando la faccia nel cuscino che sapeva di Alex.

"Alex". Allungai la mano dalla sua parte del letto e la trovai vuota.

-Ehi bella addormentata, devi alzarti- Disse Roberta continuando a saltare.

-Dammi un buon motivo-

-Fidati di me, amica mia, posso dirti solo questo-

-Roberta, cosa mi stai nascondendo ?-

-Ho la bocca cucita, quindi alza il tuo bel culo dal letto e vieni a fare colazione-

-Dove sono Alex e Andrea?- chiesi alzando la faccia dal cuscino.

-Sono usciti- disse posando finalmente i piedi sul pavimento.

-Posso sapere dove sono andati ?-

-No, ora alzati- Adoravo Roberta, ma alle volte l'avrei volentieri strozzata. Mi sistemai la maglietta nera di Alex che usavo per dormire e seguii Roberta fino alla cucina. Presi una tazza di caffè e mangiai qualche biscotto.

-Cosa facciamo oggi ?- chiesi facendo dondolare un piede dal bancone sul quale ero seduta.

-Pensavo di andare in centro e farci belle -

-Farci belle ?-

-Si sai, capelli unghie..Cose così -

-Oookay- dissi non molto convinta.

-Andiamo, ci divertiremo- E così la mattinata passò, tra smalti, lacca e risate. Tornammo a casa verso il tramonto e Roberta mi trascinò in camera.

-Aspetta voglio salutare Alex. È tutto il giorno che non lo vedo.-

-Lo vedrai tra poco-

-Rob, che sta succedendo?-

-Niente, niente. Ora, perché non provi l'abitino bianco che hai comprato ? Voglio vedere come ti sta. -

-Me l'hai visto addosso nel camerino-

-Tu rimettetelo. C'è un altra luce qui. -

-Roberta ...-

-Muoviti - disse spingendomi verso il bagno.

-E non dimenticare la collana !- Indossai l'abito corto di pizzo bianco e misi la collana di pietre azzurre. Mi guardai allo specchio e sospirai. Sapevo che Roberta stava architettando qualcosa ed ero curiosa di sapere cosa.

-Eccomi sono pron...- la fine della frase si perse nella mia bocca. La stanza era buia ad eccezione delle candele posate sul pavimento. Formavano un piccolo sentiero luminoso fino alla porta, alla quale era attaccato un fazzoletto.

"Vedete, io l'amavo.

Era amore a prima vista.

A ultima vista.

A eterna vista."

(Vladimir Nabokov.)

Presi il fazzoletto e aprii la porta. Altre candele portavano alle scale. Le scesi e alla fine, sul corrimano, un altro fazzoletto.

"Ho una cotta per la tua mente, sono innamorato della tua personalità, e il tuo aspetto è solo un grande bonus."

(Nicholas Sparks Le pagine della nostra vita.)

Le candele proseguivano verso la porta finestra che dava sul cortile. Attaccato alla finestra un fazzoletto scritto in nero.

"-Ho già aspettato a lungo.-

-Quanto a lungo?-

-Non abbastanza da dimenticare che per te sopporterei qualunque cosa. Qualunque sacrificio, qualunque dolore.-"

(Fallen Lauren Kate.)

Aprii la finestra ed uscii, seguendo le candele fino alla spiaggia. Li in piedi c'era Alex con al suo fianco Andrea, entrambi in camicia bianca, pantaloni neri ed a piedi scalzi. Roberta sorrideva, bellissima nel suo abitino azzurro che svolazzava leggero nella brezza. Un signore in abito nero teneva un libro tra le mani e mi sorrideva. Il sole sullo sfondo si stava tuffando nel mare, tingendo tutto d'arancione. Il mio sguardo venne subito calamitato dagli occhi di Alex, che sembravano riflettere i colori del mare. Mi avvicinai a passi lenti ed afferrai la mano che Alex mi porgeva.

-Alex ..-

-Sei bellissima- Le mie guance diventarono rosse e fissai le nostre mani intrecciate.

-Alex che succede?-

-Ci sposiamo- disse mostrando i denti bianchissimi in un sorriso mozzafiato.

-Ora ?- chiesi incredula.

-Si, ti amo troppo per aspettare e non voglio che qualcuno rovini tutto. Quindi ho detto, perché non qui. - Un lieve tossire interruppe il discorso di Alex.

-In verità- disse Andrea - L'idea sarebbe mia e..- una gomitata di Roberta lo zittì. Alex si rigirò verso di me.

-Volevo che tutto fosse perfetto, ma se non...-

-Non potrei immaginare niente di meglio Alex. - Lui avvicinò le labbra alle mie quando un altro colpo di tosse ci interruppe. Ci girammo verso il prete.

-Quello andrebbe dopo. - disse. Alex scoppiò a ridere e si tirò indietro. Il prete iniziò a parlare, fino ad arrivare alle promesse. Alex mi fissò e disse -Non potevo farti delle promesse normali, non sarebbero state da noi. Io ti amo Angelica, so che te lo dico troppe volte, ma se lo dicessi una volta di meno, ho paura che tu lo possa dimenticare. Ti prometto di non farti mai soffrire, di prendermi cura di te, di portarti in libreria ogni volta che esce un libro nuovo, di dedicarti milioni di frasi su fazzoletti bianchi, di farti ridere perché, Dio, amo la tua risata, ma soprattutto ti prometto di ricordarti ogni giorno quanto tu sia bella. Non voglio molto da te. 

"Io voglio soltanto bere con te il primo caffè del mattino, mi basta questo.

Ma dev'essere ogni mattina, per il resto della nostra vita.

Ti va?"-

(Diego Galdino Il primo caffè del mattino)

-Si, certo che mi va- dissi con voce rotta dal pianto. Dopo le mia promesse improvvisate, ma sentite il prete disse -Ora, puoi baciare la sposa - E finalmente le labbra di Alex trovarono le mie, in quel bacio che sapevo essere il primo della nostra vita insieme. 

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora