capitolo 22

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Capitolo 22

Alex:

Il giorno seguente, dopo aver finito le lezioni corsi verso il bar dove tutto era iniziato. Spalancai di colpo la porta che quasi rimbalzò contro il muro. Cercai con la sguardo Roberto e lo vidi, mentre parlava appoggiato al bancone con una signora. Alzò gli occhi e quando mi vide si bloccò. Mi fece un cenno e si diresse verso l'altro lato del bancone. Lo raggiunsi e mi sedetti su uno sgabello.

-Lui dov'è?- chiesi praticamente ringhiando.

-Lui chi ?- chiese Roberto passando lo strofinaccio sul ripiano nero.

-Lo sai Roberto. Lui dov'è, so che lo conosci, tu conosci tutti- ripetei

-Vedo che te l' ha raccontato- disse

-Si, ieri sera, dopo essersi svegliata praticamente in lacrime. Piangeva sul mio petto e io non potevo fare niente per aiutarla. Ero lì e la stringevo e pensavo solo a quello che gli avrei fatto quando l'avrei visto. -

-Non ne vale la pena, non sporcarti le mani per uno così- Strinsi i pugni sotto il bancone.

-L'ha umiliata, le ha distrutto l'autostima, le ha fatto credere di non meritare l'amore, le ha detto di essere un mostro e io dovrei lasciare stare ? No Roberto, non lascerò stare. Voglio sapere dov'è- L'universo sembrò essere dalla mia parte per una volta perché quando la porta del bar si aprì vidi Roberto trattenere il respiro e io mi girai. Lui era li. Sulla soglia. Con un sorriso strafottente in volto e le mani in tasca. Mi alzai e mi diressi verso di lui.



Angelica:

Alex era uscito presto quella mattina, dopo la notte che era appena passata. Mi aveva tenuta stretta a se fino a quando non mi ero addormentata. La mattina mi aveva portato la colazione a letto, si era vestito, mi aveva dato un bacio ed era andato al lavoro. Non era ancora tornato. Sapevo i suoi orari, li aveva scritti su un foglio e attaccati allo sportello del frigorifero. Doveva già essere a casa. Cercai di non preoccuparmi inutilmente, pensando che probabilmente era stato trattenuto da una riunione o da qualche altro inconveniente. Il rumore delle chiavi che giravano nella serratura mise fine ai miei pensieri. Alex entrò con il cappuccio nero tirato sulla testa che si confondeva con i suoi capelli. Teneva la testa bassa e non riuscivo a vederlo in faccia. Non capii il perché, ma il mio cuore aumentò il battito.

-Alex - dissi avvicinandomi a lui. Lui si girò e chiuse la porta, per poi posare a terra il suo zaino. Non alzò la testa. Non mi guardò. Avanzai di un altro paio di passi.

-Alex - Fissai le mani affondate nelle tasche. Lui si irrigidì leggermente.

-Alex - ripetei con più forza -Guardami- lui scosse la testa, che teneva ancora chinata verso terra.

Sembrava si fossero invertiti i ruoli, solo che non capivo cosa fosse successo ad Alex. Mi avvicinai fino a sfiorare il suo corpo e gli afferrai il mento. Alex sussultò al contatto. Quando gli alzai la testa tutto mi sarei aspettata tranne quello. Aveva il labbro inferiore spaccato e gonfio, l'ombra di un livido stava spuntando sulla sua mascella e c'era del sangue che veniva dal taglio sul sopracciglio.

-Alex ma che ...- dissi sotto shock. Lui tossì, poi disse

- Dovresti vedere l'altro - cercando di abbozzare un sorriso. Tirai un sospiro di sollievo nel vedere tutti i denti.

-Che è successo ? - dissi mentre lo trascinavo verso il bagno. Lo spinsi sul bordo della vasca e tirai fuori il disinfettante, dei cerotti e delle bende. Sfilai dalle tasche le sue mani e vidi le nocche spaccate.

-Era lì -

-C...chi ?- chiesi, ma sapevo di chi stava parlando.

-Lorenzo. È entrato nel bar. Non ci ho visto più. Era lì con le mani in tasca e rideva come se non gli importasse di niente. Mi sono alzato e l'ho trascinato fuori. Ci ha diviso Roberto, ma ho fatto in tempo a sbatterlo per terra e a spaccargli la faccia. - Posai l'asciugamano bagnato sul taglio che aveva sul labbro e tamponai. Alex si lasciò sfuggire un gemito di dolore.

-Scusami. Alex non dovevi farlo. Non per me - Si scostò e mi fece sedere a cavalcioni sulle sue gambe.

-No, dovevo farlo. E dovevo farlo proprio per te. - Posai le mie labbra sulle sue, ma mi ritrassi subito quando toccai il labbro ferito.

-No, torna qui - disse Alex

-Non voglio farti male - sussurrai sulla sua bocca

-E' un dolore piacevole- e mi baciò di nuovo. Il suo sapore di menta si mischiò a quello metallico del sangue e io chiusi gli occhi quando Alex si alzò con me in braccio e si diresse verso la camera.

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