capitolo 16

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Capitolo 16

Angelica:

Aprii piano gli occhi, sorridendo vedendo il sole entrare tra le fessure della persiana. Feci scorrere la mano sull'altro lato del letto, per trovarci però il vuoto. Il lenzuolo era freddo, segno che Alex non era più a letto da un bel po'. Mi girai verso il comodino e guardai la sveglia. Segnava le 9 del mattino. Mi alzai e incrociai le gambe al centro del letto, guardandomi intorno. Sul cuscino c'era un fazzoletto bianco.  Il cuore accelerò lievemente il battito mentre lo aprivo e leggevo la frase di D'Annunzio. Toccai con la punta delle dita le due parole al centro.

"Ti amo"

Ricordavo, nel dormiveglia, di avergli confessato di essermi innamorata di lui, ma senza ottenere alcuna risposta. Ora l'avevo. Sorridendo felice come una bambina il giorno di Natale mi diressi in cucina e scrissi un messaggio per Alex:

"Ho lottato invano.

Non c'è rimedio.

Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti.

Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami."

(Orgoglio e pregiudizio Jane Austen)

Lasciai il fazzoletto sotto la sua porta e passai la mattinata in centro e lavorando il pomeriggio in libreria. Alle 17 spaccate ero davanti al bar di Roberto. Frequentavo quel bar fin da quando ero piccola, prima con mio papà per le nostre merende, poi da sola, per trovare la tranquillità e leggere in pace. Anno dopo anno Roberto era entrato nel mio cuore e io nel suo, mi aveva accolto come una figlia e mi trattava come tale. Roberto conosceva la mia storia, conosceva "lui" e sapeva cosa mi aveva segnato, eppure aveva fatto in modo che Alex si avvicinasse a me. Alex era quello giusto, lo sentivo dentro, dovevo solo trovare il coraggio di aprirmi con lui e superare le mie insensate paure. Accorgendomi di essermi imbambolata davanti al bar feci per entrare quando..

-Angie?- "No" "No ti prego. Tutti, ma non lui " Mi pietrificai sul posto trattenendo il respiro.

-Angie, sei davvero tu ?- chiese di nuovo Sentii i suoi passi avvicinarsi.

-Angelica- Mi girai lentamente, cercando di trattenere le lacrime.

-Lorenzo - dissi tra i denti. -Cosa ci fai qui - continuai, stringendo la maniglia della porta.

-Non ero sicuro fossi tu, sei migliorata parecchio, beh non che potessi peggiorare di più....- comincio lui mentre un sorriso di scherno spuntava sulla sua bocca.

-Angelica, tutto bene ?- chiese Roberto aprendo la porta e posando le mani sulle mie spalle. Mi girai per ringraziarlo silenziosamente, ma quando mi rigirai verso Lorenzo, mi accorsi che era sparito.

-Angelica, chi era ?-

-L ..Lorenzo - balbettai

-Quel Lorenzo?-

-Proprio lui- Le lacrime che stavo trattenendo uscirono dai miei occhi nel momento più sbagliato. Il momento in cui Alex arrivò e mi vide. Si fermò di colpo a pochi metri da me e il sorriso che aveva sul volto sparì di colpo.


Alex:

-Angelica? Cosa ... Cosa è successo?-

-Ragazzo non credo sia il luogo adatto dove parlarne- disse Roberto. -Andiamo dentro - Entrammo nel bar e dovetti praticamente trascinare Angelica per il braccio. La feci sedere al solito tavolo e, chinandomi davanti a lei, le afferrai le mani.

-Cos'è successo?-

-Nulla, davvero non devi preoccuparti. - disse in un sussurro stringendomi di più le mani.

-Non devo preoccuparmi? Stai quasi per piangere e mi dici di non preoccuparmi ?- Lei mi fissò con gli occhi spalancati, serrando le labbra e scuotendo la testa.

-Non è niente, davvero- disse accennando un sorriso forzato.

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora