capitolo 53

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Capitolo 53

Alex:

Angelica si girò e mi guardò scioccata.

-L'ho fatto davvero ?- chiese riferendosi alla sfuriata di poco fa.

-Si e devo dire che sono molto impressionato - mi avvicinai a lei e le feci passare le braccia intorno alla vita.

-Potrei averle rotto il naso - disse piano.

-Così avrà la scusa per rifarselo- dissi io alzando le spalle. Lei si scostò e mi prese la mano.

-Vieni - disse trascinandomi verso la camera.

-Cosa hai in mente ?- chiesi sorridendo e togliendole la maglia col braccio libero.

-Voglio toglierti la strega bionda dalla mente- così dicendo mi spinse sul letto e per tutta la notte Samanta uscì dai nostri pensieri. La mattina dopo mi alzai presto. Fuori pioveva e il cielo aveva assunto la sfumatura che preferivo. Il nero delle nuvole che portavano la pioggia si mischiava al grigio del cielo. Lasciai Angelica che dormiva a pancia in giù sul letto posandole un bacio sul collo e lasciando il consueto biglietto sul cuscino.

"Fuori piove e tu sei la persona con cui voglio guardare fuori quando piove."

(Giulia Carcasi Tutto Torna)

Dopo essermi vestito afferrai una mela e il mio zaino e corsi al lavoro.

-Chi si rivede amico mio. Cominciavo a preoccuparmi, la tua bella moglie ti tiene così occupato ?- disse Andrea scoppiando a ridere in mezzo al corridoio della scuola e molte studentesse si girarono a guardalo. Salutai l'anziana signora della segreteria con un occhiolino e spinsi quell'idiota nella sala insegnanti.

-Com'è la vita da sposati ? - mi chiese buttandosi sul divano.

-Una favola- borbottai sarcastico. Andrea si sollevò subito e mi fissò serio.

-Cosa ha combinato tua madre sta volta ?- mi chiese stringendo i pugni. Andrea era cresciuto in una famiglia molto ricca come la mia, dove regnavano le regole e la mancanza d'affetto. I suoi genitori pretendevano da lui l'obbedienza, cosa che il suo animo ribelle non era disposto a dare. Stanchi dei molteplici problemi che Andrea continuava a dare, i suoi genitori presero una decisione. All'età di dodici anni sua mamma lo scaricò in un collegio e non tornò mai a riprenderlo. Era stato abbandonato dalla sua stessa famiglia. Come era successo a me. Per questo, ogni volta che avevo un problema con mia madre lui era li, pronto ad aiutami.

-Sta volta non c'entra mia madre, Andrea-

-Allora chi ?- Il suo nome mi rimase incastrato in gola.

-Samanta - dissi Vidi mille emozioni passare sul suo volto, dallo stupore alla rabbia.

-Samanta ? La stessa Samanta che si è scopata tuo padre in casa tua ?- chiese alzandosi di scatto dal divano. Ignorai il suo linguaggio e gli spiegai cosa era successo i giorni precedenti. Una volta finito mi accasciai sulla poltrona e mi afferrai i capelli tra le mani. Andrea mi posò una mano sulla spalla

-Alex, sistema questa situazione di merda - disse

-Non so come - ammisi sottovoce - Samanta non la smetterà mai. È fatta così, se vuole una cosa se la prende-

- E vorresti mollare tutto ? Dannazione Alex non puoi farlo ! Pensa ad Angelica ! Hai intenzione di combattere per lei o cosa ?- Sollevai la testa e lo guardai.

-Sai cosa è successo tra me e Roberta. Prendi esempio dei miei errori e non rifarli - Un piccolo colpo alla porta interruppe il suo monologo.

-Chi è?- chiesi.

-Professor DeAngelis - disse la voce flebile della segretaria - C'è la sua ragazza che vuole vederla-

- La faccia entrare - dissi -È Angelica, le ho detto mille volte di dire che è mia moglie - sorrisi e scossi la testa.

-Allora io vado. Pensa bene a quello che ti ho detto - Andrea afferrò la maniglia e un lampo biondo gli volò tra le braccia.

-Ma che diavolo ..?-

-Oh grazie mille sono così sbadata !- cinguettò Samanta sbattendo le lunghe ciglia. La bocca di Andrea si arricciò in una smorfia di disgusto e, lasciando Samanta, indietreggiò di un passo verso di me. -E' Samanta - disse La sua non era una domanda. Io annuì e la fissai.

-Cosa ci fai qui ?- chiesi sputando le parole. -Voglio parlarti. E per quanto il tuo amico sia affascinante ho bisogno di farlo da sola - disse facendo l'occhiolino ad Andrea. Lui scosse la testa e se ne andò, sbattendo la porta dietro di lui. Io mi appoggiai alla scrivania.

-Bene parliamo. Poi ti voglio fuori dalla mia vita - Lei mi fissò intensamente e mi sorrise maliziosa.

-Oh Alex non me ne andrò così facilmente- e prima che potessi dire niente, le sue labbra si posarono sulle mie.

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