Capitolo 35
(Lo ammetto, questo è il mio capitolo preferito)
Alex:
Il tempo passò e passò e passò. Mia madre continuò per mesi e mesi a chiamarmi, a mandarmi messaggi pregandomi di rispondere, ma non lo feci mai. Io e Angelica stavamo insieme da un anno e oggi era il nostro anniversario. Avevo in mente una sorpresa per lei, una sorpresa che non avrebbe mai dimenticato. Mi affacciai alla porta di camera nostra e mi appoggiai allo stipite. Stava scrivendo concentrata al computer a gambe incrociate in mezzo al nostro letto.
-Ciao - dissi Lei alzò lo sguardo dallo schermo e mi fissò.
-Ciao - disse sorridendo. Guardai l'orologio che portavo al polso
-Ti conviene cominciare a preparati se vogliamo arrivare in orario -
-Arrivare dove ?- chiese chiudendo il computer. Io mi limitai ad alzare le spalle.
-Alex no. No, ti ho già detto che non amo le sorprese. -
-E io ti ho già detto che non mi interessa - Angelica fece per interrompermi ma io continuai.
-Mettiti qualcosa di elegante - mi staccai dalla porta, andai verso di lei e la baciai. Mentre aspettavo che uscisse dal bagno mi sistemai per l'ennesima volta i capelli allo specchio del corridoio e asciugai i palmi delle mani sudati sui pantaloni stretti neri. Ci infilai dentro la camicia bianca, mi misi la giacca, anch'essa nera e mi toccai il piccolo rigonfiamento in corrispondenza della tasca.
-Ok sono pronta - Quando sentii la sua voce dietro di me mi voltai e rimasi senza fiato.
Era un insieme di seta nera e tacchi alti. Il vestito le aderiva come una seconda pelle e le evidenziava tutte quelle curve che mi facevano impazzire. Feci scorrere il mio sguardo sulle sue gambe per fermarmi sulle scarpe. Il cinturino nero le sottolineava la caviglia e il tacco a specchio rifletteva la luce quando camminava. Rossetto rosso e occhi scuri completavano l'opera. Rimasi in silenzio, incapace di esprimere un pensare logico.
-Alex di qualcosa - Niente.
-Alex se non ti piace ...- Il mio cervello registrò le sue parole e si rimise all'opera.
-Non mi piace ? Dio, dovresti essere illegale. Sei bellissima. - Lei ovviamente arrossì e venne verso di me. Mi posò le mani sul petto.
-Anche tu non sei niente male - Mi chinai e le lasciai un leggero bacio sulle labbra rosse.
-Ora andiamo- La presi per mano e la condussi in macchina. Guidai per qualche minuto e poi accostai.
-Alex, perché ...-
-Shhh zitta e vieni - Arrivammo nel bar dove tutto era iniziato e spinsi la porta. Dentro era tutto buio, ad eccezione delle mille candele sparse sulle pile di libri che occupavano il pavimento. Chiusi la porta dietro di noi e il silenzio cadde.
-Angelica - Lei si girò verso di me, con la bocca spalancata. Presi un respiro profondo e misi le mani in tasca.
-Angelica- ricominciai - Un anno fa io entravo in questo bar solo e con un dolore sulle spalle. Entravo in questo bar senza sapere che tu eri lì ad aspettarmi. Quando ti ho vista il mio mondo si è fermato. Eri lì, seduta a leggere l'inferno di Dante così concentrata e senza curarti della vita fuori che continuava a scorrere. Quando ho chiesto a Roberto chi fossi non me l'ha voluto dire e ho dovuto inventarmi qualcosa per avvicinarmi a te. Ho visto il fazzoletto e ho scritto, ho scritto quello che speravo volessi sentirti dire. Quando mi hai risposto è diventata una sfida, e da lì è stato tutto in salita. Ogni giorno non sapevo cosa fare, non sapevo se tu eri lì, se mi avresti risposto e soprattutto non sapevo se dirti chi ero. Milioni di dubbi hanno invaso la mia mente, ma quando abbiamo iniziato a scriverci sono spariti tutti. Eravamo solo io e te. Leggevi l'Inferno senza sapere che mi ci avresti tirato fuori. Ricordo ogni cosa, ogni momento, ogni notte che abbiamo passato insieme. So che è una cosa affrettata, alcuni diranno che sono pazzo perché siamo giovani e abbiamo tutta la vita davanti, ma Angelica, io ti amo e probabilmente non amerò mai nessuno più di quando amo te in questo momento. - A quel punto presi fiato e estrassi una scatolina nera di velluto dalla tasca destra e un fazzoletto bianco da quella sinistra. Caddi in ginocchio davanti a lei e le tesi il fazzoletto.
"Come potrei convincerti che saprò amarti se non sapessi amare me stesso? Come potrei renderti felice se non potessi rendere felice me stesso?
Da questo momento mi tolgo ogni armatura, ogni protezione.
Con questo non ti sto dicendo "viviamo insieme".
Ti sto dicendo "Viviamo".
Punto.
Non sono innamorato di te...
Io ti amo.
Per questo sono sicuro.
Nell'amare ci può anche essere una fase di innamoramento, ma non sempre nell'innamoramento c'è vero amore.
Io ti amo.
Come non ho mai amato nessuno prima.
E sono anche innamorato di te."
(Fabio Volo, È una vita che ti aspetto)
Quando abbassò il fazzoletto aprii la scatoletta ed estrassi il solitario che c'era all'interno.
-Sposami-
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Amami come nei libri
ChickLit[COMPLETA] Un bar, due ragazzi e mille libri. E come a volte bastino una penna e un fazzoletto per innamorarsi. Alex e Angelica, entrambi con un passato da dimenticare alle spalle, un presente tutto da vivere e un futuro da "scrivere " insieme. [...