capitolo 58

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Capitolo 58

Alex:

Guidai per quelle che parvero ore e alla fine parcheggiai di fronte all'imponente casa dei miei genitori. Quella casa mi rimandava bellissimi e bruttissimi ricordi allo stesso tempo. Vedevo Eleonora correre felice per il giardino e arrampicarsi sugli alberi. Vedevo me stesso sbattere la porta di casa con la valigia in mano mentre mio padre mi fissava dalla finestra. Strinsi il volante e respirai a fondo un paio di volte. Avevo chiamato il giorno prima, avvisandoli della mia visita. Aprii la portiera e mi avviai verso l'alto cancello di ferro scuro. Premetti il dito sul citofono e aspettai. Poco dopo una voce metallica chiese

-Chi è? - Respirai di nuovo.

-Sono Alex, Alex DeAngelis. Devo vedere i miei genitori -

-Avviso i suoi genitori che è arrivato, prego, entri - Il cancello si aprì con uno scatto silenzioso e la ghiaia del vialetto scricchiolò sotto le mie scarpe. Arrivai davanti alla porta che si aprì prima che potessi bussare.

-Luca ?!- esclamai nel vedere il vecchio maggiordomo.

-Signor DeAngelis sono così felice di rivederla-

-Anche io Luca - Luca era l'unica persona in quella casa che dopo la morte di Eleonora mi era sempre stato vicino. Aveva preso il posto di entrambi i miei genitori e si era occupato di me.

-I suoi genitori l'aspettano nel salotto grande -

-Non hanno mai usato quel salotto- dissi passando per i corridoi immutati nel tempo. Spinsi le pesanti porte del salotto ed entrai. Mia madre, perfetta e composta, stava seduta sul divano davanti alla finestra; mio padre invece... Fissai il volto di quello che una volta era mio padre. Ora sembrava l'ombra di se stesso. Una volta alto e muscoloso, ora magro e scavato. Profonde rughe gli solcavano la faccia e sotto gli occhi aveva evidenti ombre scure.

-Alex, finalmente sei arrivato !- esclamò mia madre alzandosi e battendo leggermente le mani.

-Si sono qui. Era questo il motivo della tua sgradita visita ?- chiesi a mia madre indicando mio padre.

-Non gliel'hai detto ?!- tuonò mio padre con voce roca.

-Non mi ha detto niente, era troppo impegnata ad insultare mia moglie e a cercare di mandare a monte la mia vita-

-Vedi caro, c'erano delle priorità e vedere mio figlio insieme a quella, mi ha fatto completamente dimenticare il motivo per cui...-

-Sta zitta - interruppi mia madre nel suo tentativo di accampare scuse. -Ora sono qui. Dimmi cosa devo sapere e poi dimenticatevi di me - dissi fissando mio padre. Lui prese un respiro profondo poi parlò piano -Sono malato Alex. Avresti dovuto saperlo tempo fa, ma a quanto pare non era una "priorità " - Disse fissando mia madre.

-Malato ?-

-Sto morendo Alex. I medici dicono che mi resta davvero poco e non volevo andarmene senza sistemare le cose tra noi, per questo ho chiesto a tua madre di chiamarti, volevo ..-

-Volevi cosa ? Chiedermi scusa ed essere così sicuro di assicurati un posto in paradiso ? Beh credo non funzioni così sai, forse avresti dovuto pensarci, prima di farti la mia ragazza-

-E' stata una tentazione Alex, lei mi mandava messaggi da mesi, diceva che ..-

-Non mi interessa cosa diceva, se vuoi il mio perdono non lo avrai- Mentre dicevo ciò il suono del campanello risuonò nella casa.

-Finalmente è arrivata !- disse mia madre.

-Arrivata chi ?- chiesi, anche se sapevo già la risposta.

-Samanta -

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora