capitolo 29

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Capitolo 29

Angelica:

Giorni dopo uscimmo dall'ospedale mano nella mano, mentre Roberto avanzava a passo lento nel parcheggio.

-Cosa ci fa Roberto qui ?- mi chiese Alex mentre si appoggiava a me per scendere i gradini.

-E' venuto a prenderci. Ieri si è offerto di darci un passaggio a casa- Un attimo di silenzio calò tra noi.

-Dimmi la verità - disse Alex mentre si sistemava in macchina. -Com' è messa ?-

-Non hanno potuto fare niente ragazzo - rispose Roberto al posto mio mentre avviava il motore.  -La fiancata sinistra era completamente distrutta- Alex si afflosciò un pochino sul sedile.

-Capisco - disse.

-Andiamo Alex era solo una macchina, la ricomprerai. -

-Non era solo una macchina, è stata l'ultimo regalo di mio padre. - Gli presi la mano che appoggiava sul sedile in pelle.

-Mi dispiace Alex, non lo sapevo - Si portò le nostre mani unite alla bocca e le baciò.

-Tranquilla piccola - Una volta arrivati a casa mi diressi subito verso la camera, consapevole del fatto che Alex doveva riposare il più possibile. Lui mi tese la mano e ci fece scivolare dentro un fazzoletto bianco.

-Ti aspetto di la -

Lo aprii e "Avevo una voglia matta di stendermi accanto a lei sul divano, abbracciarla e dormire.

Niente scopate da pornofilm, nemmeno sesso.

Solo dormire insieme, nel senso più innocente del termine. "

(Cercando Alaska John Green)

Sorridendo camminai verso la camera e una volta aperta la porta mi fiondai tra le braccia di Alex che mi aspettava sdraiato a letto.

-Ti amo- sussurrai facendo aderire il suo corpo caldo al mio.

-Anche io, ma vacci piano con gli abbracci, io li adoro, ma non so se le mie costole sono dello stesso avviso. - Disse scoppiando a ridere, ma si interruppe subito quando un gemito di dolore lasciò le sue labbra.

-E' vero quello che ti ho scritto Angelica. Voglio dormire con te. Ti voglio nel mio letto ogni notte e non solo li. Ti voglio la mattina struccata e spettinata. Ti voglio quando leggi così concentrata che il mondo fuori non lo senti. Ti voglio quando la notte mi tiri i calci perché ti agiti nel sonno. Ti voglio quando corri alla porta perché è arrivata la pizza. Ma soprattutto ti voglio quando mi stringi e mi dici che mi ami. Ti voglio sempre e comunque, non importa dove io sia. Io ti voglio. Lo so che può sembrare presto, azzardato e anche un pochino folle, ma sinceramente non me ne frega un cazzo. - si sedette e si sistemò contro la testiera del letto.

-Vieni a vivere da me- Il mio respiro si fermò. Il mio cuore di fermò. Probabilmente anche il mondo fuori si fermò.

-Alex ... Abito qui accanto -

-Troppo lontano- disse sfregando il suo naso contro il mio collo

-Dimmi di si - Strinsi i suoi capelli.

-Si - Il suo volto si illuminò come se fosse Natale e mi fece sdraiare sul letto per poi mettersi sopra di me.

-Ti amo - disse.

-Ti amo anche io - La mattina dopo scivolai fuori dal suo abbraccio e andai in cucina a prendere un bicchiere d'acqua. Presi un tovagliolo dal cassetto della cucina di Alex e con la penna blu scrissi

"Ti faccio la promessa più grande che si possa fare, quella che, dopo di te, non farò a nessun altro.

Comunque vada, ti prometto che non mi pentirò mai di questo nostro amore.

Mi hai dato tanto, troppo, perchè un giorno tu possa togliermi più di quanto mi hai donato.

Non mi pentirò mai di averti amato così tanto, di averci creduto così tanto.

Non mi darò mai della stupida.

Non mi dirò mai 'se tornassi indietro'.

Perchè lo so, anche se tradissi, se tu mi mentissi, rifarei le stesse cose, ti amerei allo stesso modo.

"Ci sono amori che non importa come finiscono, l'importante è che siano esistiti."

(Susanna Casciani)

Tornai a letto, mi sdraiai e posai il messaggio sul petto di Alex, poi appoggiai il mento sulla mia mano e lo guardai dormire.

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora