capitolo 15

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Capitolo 15

Alex:

-Sono contento di vedervi ancora insieme, sai, ragazza, non avrei scommesso un centesimo su di lui, invece il nostro ragazzo ce l'ha fatta- esclamò Roberto arrivando a passo svelto vicino al nostro tavolo. Angelica richiuse il libro che stava leggendo, il Paradiso di Dante. "Sei la mia Beatrice" pensai spostandole una ciocca che le era sfuggita dalla coda.

-Roberto, sei tu che mi spingevi verso di lei non ...-

-Ragazzo non so di cosa tu stia parlando-

-Ma ...-

-Devo andare. ARRIVO !! - afferrò velocemente i bicchieri vuoti e lasciò il nostro tavolo.

-E' fatto così, che vuoi farci - disse Angelica scoppiando a ridere. Le misi due dita sotto il mento e le girai la testa verso di me.

-Ogni volta che ridi mi viene voglia di baciarti- le sussurrai avvicinandola sempre di più a me.

-Non sarò io a fermarti - disse. Appoggiai le mie labbra alle sue e assaporai il leggero gusto di ciliegia del suo lucida labbra. Con un tavolo in mezzo era abbastanza scomodo, così le infilai un braccio sotto le gambe e sollevandola, me la tirai al petto.

-Ragazzi, non voglio concepimenti di bambini nel mio locale !- urlò Roberto dall'altra parte del bar. Lei scoppiò a ridere mentre io maledicevo il barista nella mia testa. Rimisi Angelica sulla sedia e le afferrai la mano.

-Andiamo-

Poco più tardi eravamo nel suo appartamento a tentare di preparare la cena. Ben presto scoprimmo che nessuno dei due sarebbe diventato un cuoco in futuro così dopo esserci guardati urlammo -Pizza !- Un ora dopo eravamo seduti vicini sul divano, con i cartoni sulle gambe a vedere uno stupido film alla televisione. Angelica rideva alle battute, ma io non seguivo il film, seguivo lei. Guardavo i movimenti della sua bocca, la sua lingua che passava sulle labbra dopo ogni boccone, gli occhi che si illuminavano quando scoppiava a ridere e le mani che afferravano le fette di pizza. La guardavo cambiare posizione, incrociare le gambe e spostarsi in continuazione i capelli. Ad un tratto si girò. I suoi capelli seguirono il movimento e nell'aria si sentì un leggero odore di albicocca. Ci fissammo per un tempo che sembrò infinito, fino a quando non presi i cartoni vuoti delle pizze e li appoggiai sul tavolino davanti a noi. La presi per i fianchi e mentre mi alzavo dal divano lei agganciò le sue gambe attorno alla mia vita. La portai in camera e la feci stendere al centro del letto. Mi diressi verso l'armadio e presi la stessa maglietta che aveva il giorno in cui ci baciammo per la prima volta. Mentre lei la infilava io mi tolsi maglietta e pantaloni e rimasi in boxer. Alzai le coperte e ci infilammo sotto insieme. Angelica appoggiò la testa al mio petto e io le cinsi la schiena con il braccio. Feci intrecciare le nostre gambe e la strinsi di più a me. Lei faceva vagare le sue dita sul mio petto, disegnando i contorni del mio tatuaggio.

-Cosa significa ?- chiese in un sussurro.

-Te lo racconterò un giorno, te lo giuro, solo non adesso, d'accordo?-

-D'accordo - disse e sentii il suo sbadiglio contro la mia pelle.

-Dormi adesso -

-Alex - disse ormai mezza addormentata.

-Si ?-

-Penso di essermi innamorata di te - La strinsi di più, sentendo il suo respiro diventare regolare.

"Lo penso anch'io "

La mattina mi liberai dalle sue braccia e tolsi i suoi capelli dalla mia faccia, per poi alzarmi, vestirmi e dirigermi verso la cucina. Presi un fazzoletto e una penna nera e scrissi:

"Rimani!

Riposati accanto a me.

Non andare.

Io ti veglierò.

Io ti proteggerò.

Ti pentirai di tutto fuorché d'essere venuta a me, liberamente, fieramente.

Ti amo.

Non ho nessun pensiero che non sia tuo; non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per te.

Lo sai.

Non vedo nella mia vita altra compagna, non vedo altra gioia.

Rimani.

Riposati.

Non temere di nulla.

Dormi stanotte sul mio cuore."

(Gabriele D'annunzio)

Tornai in camera, lo misi sul cuscino che aveva ancora la forma dalla mia testa, le diedi un bacio sulle labbra socchiuse e tornai nel mio appartamento.

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora