capitolo 63

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Capitolo 63

Alex:

Chiusi alle mie spalle la porta dello studio di mio padre e lo fissai sedersi a fatica sul divano di pelle bianca. Poggiò una mano accanto a se e disse -Siediti, ti prego- Mi avvicinai e mi lasciai cadere di fianco a lui.

-Hai detto che dovevi dirmi altre cose, ti ascolto - Lui prese un respiro profondo e, se possibile, sembrò ancora più vecchio. -La stessa malattia che mi ha portato via la mia unica figlia mi sta lentamente uccidendo - sussurrò.

-Hai il ...- dissi sentendo il peso che mi portavo appresso dalla morte di Eleonora aumentare.

-Si- mi interruppe lui.

-Quanto..- Respiro. -Quanto ti resta ?- dissi.

-Molto poco. I medici hanno detto che non c'è possibilità di guarigione -

-Cosa farai con il lavoro ?- chiesi, riferendomi all'impero che mio padre aveva costruito.

-E' per questo che ti ho contattato Alex- La gola mi si serrò, preoccupato della piega che quella conversazione stava prendendo. -Venderò ogni cosa e lascerò tutto a te - Mi pietrificai. Il mio cervello ci mise qualche secondo ad elaborare. -C..cosa ?- balbettai.

-Sei il mio unico figlio Alex e sebbene io abbia fatto una cosa imperdonabile, ti voglio ancora bene. Non so cos'altro fare, se non questo. Non ti chiederei mai di abbandonare la tua vita e prendere il mio posto, quindi venderò. -

-Vuoi comprare il mio perdono ?-

-No, non ci proverei mai, non me lo merito - Fissai quel volto provato, quegli occhi così simili ai miei e la domanda che mi tenevo dentro da anni lasciò finalmente le mie labbra.

-Perché l'hai fatto ?- Non specificai cosa, mio padre lo capì e le sue spalle si afflosciarono.

-Sinceramente? Non lo so. Ero solo, lei era lì e mi ha ...- si fermò e prese fiato. -Non era mia intenzione metterla incinta, ancora adesso non so come sia successo. Mi dispiace tantissimo per quello che ho fatto, ma è anche vero che lei non era adatta a te -

-Io non l'amavo, quello che mi ha distrutto è stata la tua reazione quando me ne sono andato. Stavi lì, a fissarmi dalla finestra e sorridevi come se fossi orgoglioso di quello che avevi fatto -

-Volevo allontanarti da questa casa-disse abbassando la testa.

-Cosa ? Perché ?-

-Perché tu sei buono Alex. Lo sei sempre stato. Con Eleonora, soprattutto. La guardavi come ora guardi tua moglie. Se fossi rimasto qui il male di questa casa avrebbe contagiato anche te. Guarda tua madre, è diventata l'ombra di se stessa. È sempre stata poco, come dire, calorosa, ma non pensavo potesse arrivare a questo punto -

-Al punto di rovinare la vita di suo figlio ?-

-Si - sussurrò flebile. Mi alzai e mi diressi verso la finestra che dava sul grande giardino. -Non voglio i tuoi soldi papà - dissi. Mi girai e lo vidi sorridere. Io inarcai un sopracciglio.

-Era da anni che non sentivo quella parola - disse rispondendo alla mia domanda silenziosa. -E ti prego Alex, non voglio che li abbia nessun altro - Ci fissammo, senza distogliere le sguardo e in quegli occhi vidi il rimorso, il senso di colpa e la malattia. Rividi gli occhi di Eleonora.E presi la mia decisone. -D'accordo, accetterò, ma come li userò non sarà affar tuo.-

-Non credo di poter mettere bocca da morto. Al massimo mi limiterò a rivoltarmi nella tomba - disse accennando un sorriso. Cercai di reprimere a mia volta il sorriso e andai verso la porta.

-Tua madre sta parlando con lei- disse mio padre. Mi girai verso di lui e lo fissai. -Come fai a saperlo ?-

-Pensi che si lascerebbe scappare l'occasione ?-

-No- dissi stringendo i denti.

-Allora va da lei e strappala dalle grinfie di tua madre-

-Papà - dissi con la mano sulla maniglia

-Si ?-

-Perché sei tornato da lei ? Perché non l'hai lasciata ?- Lui sorrise triste. 

-Perché da qualche parte, li sotto, so che c'è ancora la donna che amo, che ho sposato e che mi ha dato due splendidi figli-

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora