Capitolo 18
Angelica:
Caldo. Credo fu questo a svegliarmi. Alex dormiva avvinghiato a me. Un suo braccio sotto la mia testa e l'altro sulla pancia. Le nostre gambe intrecciate. Mi stringeva forte, come per proteggermi, per tenere lontano tutto, a parte noi. Mi sforzai di non pensare a Lorenzo, a quel ragazzo a cui avevo dato tutto e che si era preso tutto.
"Puoi ancora fidarti delle persone, sei tu che ti blocchi ogni volta ".
Se qualche mese fa mi avessero detto che il mio cuore avrebbe ripreso a battere, probabilmente non ci avrei creduto, ma ora, ora che avevo conosciuto Alex, ora che il mio cuore batteva al ritmo del suo, forse mi era rimasto qualcosa. Forse potevo fidarmi di nuovo.
"Niente forse. Tu lo ami "
Sorrisi girando leggermente la faccia per guardarlo. I capelli neri sparsi sul cuscino candido creavano un contrasto bellissimo. Le sopracciglia rilassate, la bocca socchiusa e gli occhi, quegli occhi glaciali che un attimo prima erano chiusi e che ora mi fissavano, ancora annebbiati dal sonno.
-Ciao - Mio Dio. La sua voce di prima mattina era una cosa indescrivibile. Diventava più roca e profonda, impastata dagli ultimi rimasugli della notte.
-Ciao -dissi. Alex mi fece scorrere una mano tra i capelli, per poi sollevare una ciocca e solleticarmi il naso. Gli diedi uno schiaffo sul petto, mentre lui scoppiava a ridere. Accarezzai il tatuaggio che aveva sopra il cuore. Un enorme pipistrello nero, nell'atto di volare, teneva tra i piccoli artigli un nome, gocciolante di sangue.
"Eleonora " Sfiorai quel nome di donna scritto per sempre sul suo cuore.
-L'amavi?- chiesi
-Più della mia vita -disse. -Chiedimelo -continuò Alex -So che vuoi chiedermelo-
Feci un piccolo respiro.
-Ora dove è ?-
-E' morta- disse dopo una piccola pausa.
-Mi dispiace tu e lei....-
-Eravamo tanto legati, lei era la mia piccola. Era nata quattro anni dopo di me ed era la cosa più dolce che io abbia mai visto. Quando mia madre la portò a casa dall'ospedale fu amore a prima vista. Ero molto protettivo nei suoi confronti, ma non ho potuto evitare che un dannato tumore me la portasse via. È morta otto anni fa, ma mi manca ogni giorno, come il primo giorno. Aveva 13 anni, era bellissima già da piccola, avrei voluto vederla adesso. Oggi avrebbe più o meno la tua età. -
"Sua sorella " Lo strinsi più a me. Sentii lacrime pungermi gli occhi.
-Perché il pipistrello?-
-Nella cultura europea il pipistrello simboleggia la morte e l'oscurità. Ma nell'antica Cina veniva usato per rappresentare la felicità. Eleonora era la mia felicità. -
-Mi dispiace- ripetei
-Spero, ovunque sia, che ora non mi odi-
-Perché dovrebbe odiarti ?- chiesi accarezzandogli la guancia ricoperta di barba.
-Perché ora la mia felicità sei tu- Passai le dita sulle sue labbra e poi lo baciai. Preparai la colazione mentre Alex era sotto la doccia, quando vidi il fazzoletto scritto in nero. Lo aprii e sorrisi, stringendomelo al petto. Cercai nei cassetti della cucina una penna blu e quando la trovai, su un fazzoletto scrissi:
"Amare è umano.
Provare dolore è umano.
Amare ancora nonostante il dolore è angelico."
(Rumi)
Lo piegai e lo infilai sotto il piatto di Alex.
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Amami come nei libri
ChickLit[COMPLETA] Un bar, due ragazzi e mille libri. E come a volte bastino una penna e un fazzoletto per innamorarsi. Alex e Angelica, entrambi con un passato da dimenticare alle spalle, un presente tutto da vivere e un futuro da "scrivere " insieme. [...