capitolo 21

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Capitolo 21

Angelica:

-Sei una stupida - disse ridendo. -Lasciami andare !- esclamai io, tirando il mio braccio per sganciarmi dalla sua stretta.

-Quando lo capirai che non vali niente?! Nessuno ti vorrai mai, è inutile che ci speri ancora! Nessuno ama le cose brutte e tu questo sei, una cosa brutta !- disse con cattiveria, una cattiveria che rimbombò nel silenzio della stanza. I suoi maledetti occhi neri che non lasciavano i miei.

Saltai a sedere sul letto, premendomi una mano sul cuore per calmare il mio respiro. Le braccia di Alex mi circondarono la vita e allargò le gambe ai lati delle mie, facendomi appoggiare al suo petto caldo.

-Era solo un incubo - sussurrò al mio orecchio, lasciandomi un leggero bacio sul collo sudato.

-Va tutto bene, ci sono io, ok?- Scossi velocemente la testa, per fargli capire con niente andava bene

-No, non va tutto bene-

-Cosa posso fare ? Ti prego, dimmi come posso aiutarti - Presi un profondo respiro e mi girai verso di lui afferrando le sue mani.

-Ascoltami - dissi e iniziai a raccontare.

-Tutto iniziò anni fa, a scuola, quando conobbi Lorenzo. Lui era bellissimo, occhi e capelli neri, era alto e amato da tutti a scuola, aveva quella straordinaria capacità di piacere a tutti. Me compresa. Lo incontrai per caso in corridoio, ero di fretta e per sbaglio lo urtai, sapevo chi fosse, ma lui ovviamente non sapeva chi fossi io, ero praticamente un'invisibile, mi scasò e mi guardò stranito. Ricordo di essere arrossita e sono corsa via. A quel tempo non ero... - mi indicai - Così. Non mi curavo molto, avevo qualche chilo in più, nessun ragazzo mi aveva mai guardato. Avrei dovuto intuire fin da subito il suo piano. Avrei dovuto essere più sveglia. Avrei dovuto capire. Qualche giorno dopo lo incontrai di nuovo nello stesso corridoio, solo che sta volta mi venne incontro e, senza dire nulla prima, mi chiese di uscire quello stesso pomeriggio e io ovviamente accettai, senza farmi domande. Non potevo credere che uno come lui avesse chiesto di uscire a una come me. Mi presentai puntuale alla gelateria e li iniziò l'incubo. Per l'occasione avevo cercato di mettermi in tiro, per quanto fosse possibile. Non notai che quasi tutta la scuola era presente, vedevo solo lui. Lui era li, seduto ad un tavolino, con una ragazza bionda sulle gambe. Conoscevo quella ragazza, era una sua amica. Lui come mi vide si mise a ridere e la baciò. Avrei voluto sprofondare. Una volta finito con la ragazza di alzò con tutta calma e si avvicinò a me. Forse sarei dovuta correre via, ma non lo feci. Sorrise in modo ironico e si avvicinò al mio orecchio per dirmi che non valevo niente, che ero stata una scommessa persa con i suoi amici e che non avrei nemmeno dovuto pensare che a uno come lui potesse interessare un mostro come me. Finì il suo discorso aggiungendo che ero talmente bisognosa di un ragazzo che gliela avrei data anche in quel momento. Tutti risero. E mi indicarono. Da quel giorno tutto precipitò. Trovavo ogni giorni insulti scritti sul mio armadietto, attaccati alla mia bici e nessuno mi rivolse più la parola. Presto passarono dagli insulti alle mani. Non so quanti lividi dovetti coprire. Non ho mai capito cosa avessi fatto di male per meritarmi tutto quello. Alex io vorrei fidarmi di te, ma come posso ? Non posso permettermi di farmi spezzare il cuore di nuovo, non posso sopportare di nuovo quella umiliazione. - Non alzai lo sguardo, non ci riuscii. Alex non parlava, sentivo il suo corpo in tensione davanti a me, ma niente di più. La sua rabbia era trattenuta a stento. Due dita mi alzarono il mento e Alex agganciò il suo sguardo al mio. Dopo un'eternità parlò.

-Preferirei strapparmi la lingua piuttosto che ferirti, non ne sarei mai capace. Ti amo troppo per farti qualcosa che possa anche solo procurarti dolore. So che è strano, ci conosciamo da poco, eppure non riesco a trovare le forze per allontanarti da me. Io ti amo. - Affondai il viso nel suo petto lasciando cadere le lacrime.

-Stai piangendo troppo in questo periodo. Non riesco a sopportarlo, ogni tua lacrima è una pugnalata per me. Ti farò sorridere, lo giuro- E mi strinse più forte. Restammo in silenzio per un po' fino a quando Alex chiese -L'hai rivisto vero ?- 

-Cosa ?- alzai la testa ancora intontita.

-Lorenzo. È per quello che in questi giorni sei cosi?- pronunciò il suo nome quasi ringhiando.

-Si, ma Alex cosa ...-

-Se lo vedremo, non posso prometterti che me ne starò con le mani in mano -

-Cosa intendi ?- chiesi leggermente spaventava.

-Ti deve delle scuse e te le farà. Con le buone o con le cattive - disse mentre stringeva le mani.

-Alex ...-

-Shhh, non preoccuparti - Mi cullò contro il suo petto ancora per qualche minuto quando si staccò. Si guardò intorno poi tornò a fissarmi. Mi persi nei suoi occhi.

-Non ho una penna, quindi dovremmo fare così-

Avvicinò la bocca al mio orecchio e disse:

-Non posso esistere senza di te.

Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti: la mia vita

sembra che si arresti lì, non vedo più avanti.

Mi hai assorbito.

In questo momento ho la

sensazione come di dissolvermi: sarei estremamente triste senza la speranza di rivederti presto.

Avrei paura a staccarmi da te.

Mi hai rapito via l'anima con un potere cui non posso resistere

eppure potei resistere finché non ti vidi; e anche dopo averti veduta mi sforzai spesso di ragionare

contro le ragioni del mio amore.

Ora non ne sono più capace.

Sarebbe una pena troppo grande.

Il mio amore è egoista.

Non posso respirare senza di te.-

(John Keats)

Era innamorata dei suoi messaggi scritti, ma sentire quelle parole, dette con la sua voce roca, sussurrate al mio orecchio fu il colpo finale. Lo amavo ed era troppo tardi per scappare.

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora