capitolo 14

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Capitolo 14

Angelica:

Quando Alex lasciò il mio appartamento mi sentivo stordita, non avevo mai ricevuto un bacio così. Fu come se mi baciasse direttamente con il cuore. Osservai le brioche ancora abbandonate sui piatti e ne afferrai una prima di correre in camera e vestirmi. Indossai le prime cose che trovai e mi diressi di nuovo in cucina. Lanciai il portafoglio e il telefono nella borsa e saltellando per casa cercai di infilarmi le scarpe. Rimisi la seconda brioche nel sacchetto e corsi fuori di casa. Sapevo dove lavorava Alex, me l'aveva detto durante una della nostre chiacchierate al bar, quindi salii in macchina e mi diressi verso la scuola. Era una scuola abbastanza vecchia, i muri formati da grandi mattoni rossi e enormi finestre che davano su un giardino molto curato. Parcheggiai di fianco a una macchina nera tirata a lucido e scesi.

-Salve!- disse un allegra signora dai capelli bianchi appena varcai la porta d'ingresso.

-Salve io...-

-E' qui per un colloquio?- chiese sorridendomi.

-Io.... Si, dovrei vedere Alex ... Volevo dire, il professor DeAngelis - Abbassò gli occhiali.

-Il professore non riceve oggi.-

-Io...-

-Angelica ?- A sentire quella voce mi girai.

-Alex ! Io ..-

-Cosa ci fai qui ?- chiese sorridendo mentre si toglieva gli occhiali neri dal naso.

-Sono venuta a portati questa - dissi sollevando il sacchetto marrone come aveva fatto lui quella mattina. Il suo sorriso si aprì ancora di più.

-Vieni- Lo seguii per lunghissimi corridoi, vedendo ragazzine adoranti che lo salutavano e se lo mangiavano con gli occhi. In effetti era stupendo. Indossava una camicia nera che definiva il suo corpo muscoloso e jeans chiari che fasciavano le sue lunghe gambe come una seconda pelle. Aprì una porta che mi tenne aperta

-Prego -

Entrai in quella che supposi fosse la sala professori e mi sedetti sul divano di pelle nera sotto la finestra accanto a lui.

-Sei venuta a portarmi la colazione ? Pensavo fosse una mia idea -disse ridendo.

-Finiscila !- dissi ridendo anch'io e colpendolo al braccio.

-Dovevo darti anche questo- sollevai un fazzoletto bianco. I suoi occhi chiari si illuminarono.

-Devi leggerlo quando me ne sarò andata però - dissi

-Mi stai rubando le battute, piccola ?- Il mio cuore saltò un battito nel sentirmi chiamare così.

-Può essere - dissi avvicinandomi sempre di più a lui. Mi afferrò e mi mise a cavalcioni su di lui.

-La prossima volta che vieni, di alla segretaria che sei la mia ragazza, ti farà entrare senza problemi. - disse sussurrando mentre baciava il mio collo.

-Sono la tua ragazza ?- chiesi mentre il mio cuore batteva impazzito.

-Non lo so. Lo sei ?- Non dissi niente. Afferrai i suoi capelli neri e lo baciai. Mi staccai dolcemente e scesi da lui.

-Devo andare - dissi afferrando la mia borsa.

-A più tardi- Chiusi la porta alle mie spalle e pensai al messaggio che gli avevo scritto.

"E quando le nostre labbra si incontrarono,

fui certo che avrei potuto vivere cent'anni e visitare tutti i paesi del mondo,

ma che niente avrebbe eguagliato l'intensità di quell'istante."

(Nicholas Sparks Ricordati di guardare la luna)

Feci in tempo a fare appena qualche passo che la porta si aprì di nuovo.Alex uscì di corsa, tenendo il mio fazzoletto aperto in mano.Mi afferrò per la vita e mi spinse verso la parete. Le sue labbra trovarono di nuovo le mie e io mi sciolsi in quel bacio.

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora