capitolo 55

2.9K 174 4
                                    

Capitolo 55

Angelica:

Erano passati due giorni, due giorni senza di lui, due giorni di pianti e fazzoletti sparsi per casa. Roberta e Andrea mi stavano ospitando perché non mi sentivo pronta ad affrontare Alex. Parlargli voleva dire sistemare o rovinare tutto tra di noi e io avevo troppa paura per rischiare di perderlo. Stringevo quell'ultimo fazzoletto che Roberta mi aveva dato e fissavo quelle parole nere scritte con mano tremante. Una piccola sbavatura sull'ultima parola, una lacrima, dicevo a me stessa.

-Tu lo ami, vero ?- mi chiese Andrea quella sera.

-Si - dissi senza esitazioni -Non posso e soprattutto non voglio smettere di amarlo da un giorno all'altro-

-Allora perché non ci parli ?- intervenne Roberta sedendosi al mio fianco sull'enorme divano bianco.

-Perché ho troppa paura di rovinare tutto - ammisi a bassa voce.

-Non rovinerai niente, a quello ci ha già pensato lui - disse Roberta con un tono tagliente

-Rob...- la riprese Andrea.

-Sai che è vero, non provare a difenderlo -

-Non lo difendo - disse scuotendo la testa.

-Comunque, per quanto io lo odi in quanto momento, dovresti dargli un altra possibilità- continuò Roberta. Non risposi e abbassai la testa.

-Angelica - mi chiamò la voce profonda di Andrea -Perché sei così restia a perdonarlo ? Dopotutto, l'ha baciato lei. So che è stato un colpo per te, ma davvero non capisco perché non vuoi neanche vederlo. - Presi un profondo respiro e dissi -Ha ricambiato -

-Cosa !!?- urlò Roberta in tono così acuto da costringere Andrea a tapparsi le orecchie.

-Quando lei l'ha baciato, Alex, per un attimo... - mi fermai e strinsi la coperta nella quale ero avvolta. -Per un attimo Alex ha ricambiato il bacio. L'ho visto abbandonarsi nello stesso modo in cui ..- Dalle mie labbra uscì un singhiozzo e la frase si interruppe a metà. Le labbra di Andrea si posarono sui miei capelli e le sue braccia mi circondarono in un abbraccio. Con la faccia nell'incavo del suo collo feci uscire tutte le lacrime che mi restavano.

-Sistemerete tutto, vedrai - disse Andrea sussurrando al mio orecchio. A quelle parole il suo telefono squillò. Mi staccai da lui per permettergli di rispondere e lo vidi aggrottare le sopracciglia. Girò il telefono e vidi il nome di Alex lampeggiare sullo schermo.

-Pronto ?- disse alzandosi dal divano. -Si, è qui da noi- Pausa. -No, Alex non credo- Un altra pausa, un po' più lunga. -Ok, io ci provo, ma non ti assicuro niente- Staccò il telefono dell'orecchio e lo coprì con la mano. -Vuole parlare con te - disse. Io sospirai e allungai la mano. Andrea scosse la testa. -Ti aspetta da Roberto- Io mi bloccai con la mano a mezz'aria.

-Da Roberto ?- sussurrai.

-Si, dice che solo li potrai capire - L'ansia e il dolore martellavano nel mio petto, ma annuii.

-Digli che arrivo - Andrea ripeté mentre io mi infilavo le scarpe. Con la coda nell'occhio lo vidi afferrare una penna dal cassetto e un fazzoletto.

-Ehi, ehi più piano !- esclamò piegandosi sul tavolo. Scrisse qualcosa e si raddrizzò ascoltando le parole di Alex. -Si, si penna nera, non rompere - borbottò Andrea. Attaccò e mi porse il fazzoletto. -Mi ha detto di darti questo-

"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai. Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."

(William Shakespeare)

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora