capitolo 45

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Capitolo 45

Alex:

Io e Andrea iniziammo subito con i preparativi. Volevo che per Angelica fosse una sorpresa, ma mentirei se dicessi che non ero spaventato dalla sua reazione.

-L'hai chiamato ?- chiesi ad Andrea, seduto su una sdraio in veranda con una sigaretta in bocca e il telefono in mano. La sigaretta brillò nel buio della sera quando Andrea tirò.

-Si, ha detto che richiamerà dopo. Sai per essere un prete è piuttosto impegnato. -

-Richiamerà chi ?- disse Roberta sbucando dalla porta.

-Oh emm... nessuno amore. -

-Tesoro, sei pessimo a dire le bugie. -

-Non è vero !- replicò subito lui.

-Andrea, ha ragione lei. -

-Amico, ma da che parte stai ?- mi chiese Andrea infilandosi le infradito e spostandosi i capelli dagli occhi.

-Allora chi ti deve richiamare ?- insistette Roberta.

-Il..emmm.. .il...- Vedevo Andrea in difficoltà così decisi di fare l'unica cosa sensata. Dire tutto a Roberta.

-Roberta devo dirti una cosa, ma Angelica non ne deve saperne niente ok ? Devi giurarmelo. - Il suo sguardo si fece serio e annuì.

-D'accordo. C'entra tua madre ?-

-Si e no. Ecco vedi, mia madre quando dice una cosa, puoi star certa che la farà. Quindi ho paura che rovini davvero il matrimonio. E se lo facesse davvero non potrei mai perdonarmelo. Per questo Andrea mi ha suggerito di ... Di sposarci qui. - La bocca di Roberta si spalancò.

-Qui ?- chiese.

-Beh si.Sai sulla spiaggia. Credo che ad Angelica piacerebbe. Va pazza per le storie con dei matrimoni intimi, ma romantici. Voglio darle tutto quello che desidera. -

-Sei così terribilmente romantico Alex. Andrea prendi esempio da lui. - Disse tirando una pacca sul petto al suo ragazzo.

-Disse Miss romanticismo in persona, vero tesoro ? E poi, vogliamo ricordare che è stata una mia idea?-disse Andrea abbracciando da dietro Roberta e scoppiando a ridere. Entrai in casa lasciando soli quei due che si stavano baciando e andai a cercare la mia ragazza. La trovai in camera nostra, sdraiata al centro del letto, con un libro aperto sulla pancia. Il lieve respiro che usciva dalla sua bocca socchiusa spostava una ciocca di capelli che le era caduta sul mento. Mi fermai sulla soglia e la fissai. Mentre dormiva sembrava molto più piccola e indifesa.Teneva un braccio steso dalla mia parte di letto e stringeva il mio cuscino. Mi tolsi silenziosamente le scarpe e scivolai di fianco a lei, posando il libro sul comodino. Mi tolsi dalla tasca posteriore dei jeans il fazzoletto bianco e lo usai come segnalibro. L'inchiostro nero spiccava tra le pagine.

"E adesso ti sto guardando e tu mi chiedi se ti voglio ancora, come se io potessi smettere di amarti.
Come se potessi essere disposto a abbandonare la cosa che più di ogni altra mi rende forte.
Non ho mai osato dare tanto di me a nessuno, prima d'ora."
(Shadowhunters Città di vetro Cassandra Clare).

La presi tra le braccia e mi rilassai, pensando a quello che Angelica aveva cambiato in me. Lei si accoccolò contro di me e posò la testa sul mio petto. Le diedi un bacio sulla testa e finalmente mi addormentai.

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