capitolo 65

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Capitolo 65

Alex:

Aprii gli occhi, richiudendoli di scatto subito dopo. La luce entrava dalla finestra spalancata e le tende ondeggiavano piano. La casa era silenziosa e io afferrai il cuscino di Angelica premendomelo sulla faccia. Il giorno prima, dopo aver ascoltato la conversazione di Angelica e mia madre non ce l'avevo fatta a restare lì e dopo aver salutato in fretta e furia Luca, eravamo scappati. In macchina aveva provato a parlare di quello che era successo, ma avevo fermato ogni suo tentativo. Non ero pronto. Non ancora almeno. Avevo odiato quella donna per anni, il perdono non era nei miei piani. Non ancora almeno. Scostai le coperte e posai i piedi sul freddo pavimento della nostra camera da letto. Appoggiai i gomiti sulle ginocchia e fissai il tappeto blu. La domanda che mi tormentava era: volevo perdonarla ? Potevo dimenticare quello che mi aveva detto, come si era comportata ? Con un piccolo gemito di frustrazione mi alzai e andai in cucina. Di Angelica ancora nessuna traccia. Aprii la porta del bagno pensando di trovarla nella vasca, ma niente. Non era da lei sparire così, senza un biglietto. Spalancai il frigorifero, afferrai la bottiglia del latte e lo misi a scaldare, mentre cercavo i cereali nella credenza sopra i fornelli. Potevo perdonarla ? Dove diavolo era mia moglie? Feci colazione da solo e con quei pensieri in testa. Mentre mi mettevo la camicia azzurra la porta si aprì e Angelica entrò di corsa. Aveva i capelli tutti arruffati e indossava la mia felpa nera.

-Era ora !- esclamai - Si può sapere dove sei stata ?- chiesi avvicinandomi a lei ed afferrando la sua vita per tirarmela vicina. -Scusami - disse sottovoce mentre una mano vagava sul mio petto nudo -Roberta ha chiamato questa mattina presto e sono uscita di corsa e mi sono dimenticata di lasciarti un biglietto, ma era urgente e io..-

-Ehi, calmati che è successo a Roberta ?- chiesi preoccupato e posando un dito sotto il mento di Angelica.

-Lei è, oddio Alex devi chiamare Andrea !-

-Perché dovrei chiamare Andrea, cosa è successo ?!- dissi di nuovo mentre la trascinavo verso il divano. Lei si sedette con un sospiro e mi fissò.

-Roberta è incinta-

-Cosa !? Che vuol dire incinta ?- chiesi sedendomi di colpo di fianco a lei. Lei mi lanciò un occhiataccia.

-Incinta significa incinta Alex. Lei e Andrea avranno un bambino o una bambina- Ripensai alle parole che mi aveva detto prima e la guardai.

-Ma perché dovrei chiamare Andrea?-

-Perché è impazzito. Quando l'ha saputo ha iniziato a farfugliare qualcosa sul fatto che sono troppo giovani e che ..-

-Beh ha ragione-

-...e che non si sente pronto a ..- si fermò.

-Cosa ?- disse guardandomi con gli occhi spalancati.

-Cosa ?- ripetei io.

-Hai detto che Andrea ha ragione?- Mi grattai la nuca e poi dissi

-Beh si, insomma hanno la nostra età, non sono nemmeno sposati e ammettilo, Andrea non è propriamente lo stereotipo del perfetto futuro papà. Capisco che possa essere scioccato -

-E per scioccato intendi andarsene e lasciare Roberta da sola a casa mentre piange ?-

-Ha fatto questo ?-

-Si Alex ha fatto questo !- urlò.

-Perché ora urli ?- chiesi cercando di tenere un tono calmo.

-Perché gli stai dando ragione!- La fissai in attesa.

-Alex, come fai a dargli ragione! Un giorno potresti esserci tu in questa situazione!- disse puntandomi l'indice contro.

-Appunto, un giorno. Un giorno lontano. Non ora - Lei mi fissò.

-Non vuoi figli ?- mormorò. Mi alzai dal divano e sbuffai.

-Non è quello che ho detto, dannazione ! Non mettermi in bocca parole che non ho detto. Sono d'accordo con Andrea sul fatto che sono giovani, ma ormai è fatta. Ora deve prendersi le sue responsabilità- Presi fiato e mi inginocchiai davanti a lei. Posai la fronte sulla sua e dissi -Ascolta, se un giorno entrerai da quella porta, dicendomi di essere incinta, probabilmente mi renderesti la persona più felice del mondo ok ? Certo che voglio un bambino con te, ti darò tutti bambini che vuoi, ma non ora. Ora sei solo mia- Lei sospirò e posò la mano destra sulla mia guancia.

-D'accordo. Scusami se mi sono scaldata. È che Roberta è disperata e non mi piace vederla così -

-Lo capisco e ti prometto che oggi al lavoro parlerò con Andrea- Mi alzai e presi penna nera e fazzoletto. Mi chinai sul tavolino e scrissi

"Ho cercato in ogni angolo del mondo le cose più belle da offrirti, non le ho trovate e non so dove poterle trovare; ho capito che nulla vale come il tuo amore e niente darei in cambio di un tuo sorriso, di un tuo bacio, di un tuo pensiero. Allora chiedimi quello che vuoi, ti darò tutto solo per dimostrarti che non sono alla tua altezza."

(Fran Tarel)

Le porsi il fazzoletto, presi lo zaino a dopo averla baciata uscii di casa, con la sensazione che parlare con Andrea non sarebbe stato facile.

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