Capitolo 64
Angelica:
Seguii le lucide scarpe nere della signora DeAngelis in quel labirinto di corridoi che era quella casa. Si fermò bruscamente davanti ad una porta rosa, che sembrava stonare con tutto il resto. La madre di Alex aprì piano la porta e un odore di lavanda si propagò nell'aria.
-La stanza di Eleonora - disse e il suo tono perennemente gelido si incrinò un po'. Le pareti bianche, i giocattoli ordinati sul cassettone, il letto matrimoniale rosa e bianco circondato da sottili tende. Tutto in quella stanza parlava di Eleonora. Feci per dire qualcosa quando la vidi. Una foto enorme, appesa al muro opposto al letto raffigurava Alex ed Eleonora, probabilmente poco tempo prima che lei morisse. Erano in giardino, Alex teneva Eleonora in braccio e rideva, con la testa buttata all'indietro. I suoi capelli neri erano più corti, ma risplendevano al sole. Eleonora guardava il fratello con occhi adornati e sorrideva, tenendogli la mano sinistra appoggiata sul cuore. Proprio nel punto in cui ora si trovava il suo tatuaggio.
-E' sempre stata la sua foto preferita -disse la signora DeAngelis. - E anche la mia -
-E' bellissima - sussurrai commossa.
-Forse ti chiederai perché io ti abbia portato qui - Mi girai, la guardai e per un attimo lei vacillò.
-Sai, tu me la ricordi molto -
-Non ci assomigliamo per niente -replicai.
-Non parlo di quello, parlo di come guardi mio figlio. È lo stesso sguardo - disse fissando la foto alle mie spalle.
-Io lo amo -
-Lo so, sarebbe impossibile non vederlo-
-Allora non capisco - dissi avvicinandomi a lei -Perché quei tentativi di dividerci? Perché spingerlo verso Samanta, se sapeva cosa gli aveva fatto ?- Lei si avvicinò al letto e spostò una tenda bianca, sedendosi sul letto con un leggero fruscio. -Ho sempre odiato quella ragazza, non saprebbe distinguere un libro da un piatto, per questo motivo, quando Alex ha iniziato a frequentarla non capivo. Solo ora mi rendo conto che per lui era solo una distrazione, un modo per scappare da qui. In quel periodo non ero molto.. Molto lucida, affogavo la perdita della mia bambina nell'alcol. Per un po' riuscivo finalmente a dimenticare il dolore, la disperazione, il vuoto che Eleonora aveva lasciato. Però poi, quando tornavo in me, la realtà si riabbatteva più prepotente di prima e il dolore tornava. Il tradimento di mio marito non ha fatto altro che complicare le cose- Fece una pausa e si rialzò, avvicinandosi alla finestra. -Non sapevo di aver detto quelle cose ad Alex, non le pensavo. Non potrei mai desiderare di vedere il mio bambino morto. Ero solo accecata dal dolore, stordita dell'alcol e dalla perdita. - ripeté.
-Perché non l'ha chiamato prima ? Poteva provare a sistemare tutto, perché far passare cosi tanto?- Il silenzio piombò nella stanza. Un piccolo tonfo in corridoio.
-Perché sono una codarda ed un' egoista- Quella risposta mi sorprese. Quella donna sembrava tutto tranne che codarda.
-Aveva paura di cosa ?- Abbassò la testa e si rigirò il grosso anello che aveva al dito. -Avevo paura che Alex si fosse rifatto una vita, che fosse riuscito ad andare avanti, a mettere da parte il dolore. Quando vi ho visti insieme mi avete ricordato tutto quello che a me era stato portato via - Una singola lacrima percorse la sua guancia perfetta e si infranse al suolo.
-Non è quello che ogni madre vorrebbe ?- dissi sussurrando.
-Non ho mai desiderato altro per Alex-
-Mi dispiace, ma ancora non capisco - dissi, sentendo che l'odio che provavo per lei si stava affievolendo. Ai miei occhi, ora, sembrava più umana.
-Alex ha avuto un altra possibilità. Si è rifatto una famiglia e io non ne facevo parte. Ho perso tutto. So di essere diventata una stronza, ma anche quando mio marito mi lascerà credo che non sopporterei la solitudine-disse con un fil di voce.
-Può ancora provaci sa ?- dissi io dopo un attimo di esitazione. Lei alzò di scatto la testa.
-Non vuole nemmeno parlarmi e dopo come vi...Ti ho trattata, non lo biasimerei - Presi un profondo respiro e l'odore di lavanda mi entrò nei polmoni. -Se vuole ... Se vuole forse posso aiutarla - dissi alla fine. Lei mi guardò, uno sguardo sbalordito e diffidente.
-Perché lo faresti? Ti ho trattata malissimo, stavo per rovinare la tua vita -
-Lo faccio per Alex, principalmente, ma anche perché so cosa sono il dolore e la solitudine e di come sia difficile affrontarli- Mi guardò ancora e inclinò la testa, come per capire le mie vere intenzioni.
-Ascolti, non ho doppi fini voglio solo aiutarla -Lei annuì lentamente.
-Ti ringrazio-
-Solo, mi promette una cosa ?-
-Certo -
-Se Alex non vuole parlarle, se è ancora troppo arrabbiato per riuscire a perdonarla lei lascerà stare, non interferirà più nella nostra vita -
-D'accordo - disse senza esitazione. -Mi ero fatta un idea sbagliata su di te -
-Beh non mi ha dato nessuna possibilità, si è limitata ad insultarmi-
-Già e mi ...Mi .. -
-Si sta scusando ?- dissi reprimendo in sorriso.
-Forse -
-Scuse accettate. Sa, è fortunata che io non si una persona particolarmente vendicativa - Per la prima volta vidi un sorriso spuntare sulle sue labbra.
-Mi piacerebbe sapere come ha fatto mio figlio a conquistarti - disse mentre apriva la porta.
-Se ci inviterà di nuovo a pranzo e se sta volta promette di non rovinare tutto, magari potrei anche raccontarle la nostra storia -
-Sarebbe bel..- si interruppe quando vide Alex appoggiato al muro, seduto sul pavimento con lo sguardo fisso su di noi.
-Hai sentito tutto - affermai guardando la sua faccia sconvolta.

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Amami come nei libri
ChickLit[COMPLETA] Un bar, due ragazzi e mille libri. E come a volte bastino una penna e un fazzoletto per innamorarsi. Alex e Angelica, entrambi con un passato da dimenticare alle spalle, un presente tutto da vivere e un futuro da "scrivere " insieme. [...