capitolo 34

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Capitolo 34

Alex:

Fissai imbambolato lo schermo del mio telefono che si stava illuminando per la seconda volta.

-Alex - disse Angelica posandomi una mano sulla spalla. Mi girai a guardarla.

-Non rispondi ?- La rabbia che tenevo dentro da anni cominciò ad uscire e il mio tono risultò molto più arrabbiato di quanto volessi.

-No- ringhiai. La sua mano cadde dalla mia spalla. Sospirai e mi passai una mano tra i capelli, mentre le ultime note si disperdevano nell'aria.

-Scusami. Non volevo risponderti così, ma la situazione è... Complicata. Non accetterò quella chiamata, loro non se lo meritano. -I grandi occhi di Angelica si puntarono nei miei.

-Sono i tuoi genitori Alex -Io scossi la testa.

-Lo erano. Hanno smesso di esserlo quando mi fecero capire di aver perso il figlio sbagliato. Mia madre dopo la morte di Eleonora non fu più lei. Tornava tardi, era fuori per la maggior parte del tempo e quando era a casa litigava con mio padre, che decise di chiudersi nel suo ufficio e uscire solo per andare dalla sua amante. Mia madre quando era sobria non perdeva occasione di sbattermi in faccia il fatto che Eleonora era la sua preferita e che non si meritava quello che ha passato. Così un giorno, credo dopo la terza bottiglia di vodka, mi disse che era colpa mia se era morta e che avrebbe preferito vedere me in quella bara piuttosto che la sua figlia perfetta. Me ne andai di casa quando non avevo neanche 18 anni e mi trasferii qui, trovai un lavoro e finii gli studi. È sempre stato il mio sogno insegnare, mi ricordo di quando aiutavo Eleonora con i compiti... Comunque, un mio amico mi disse che cercavano un insegnante in una scuola privata, così feci domanda e mi presero. Mi sono ricostruito una vita, una vita di cui loro non fanno parte. Sono quasi 8 anni che non li vedo. Ma hanno fatto le loro scelte, così oltre ad Eleonora, hanno perso anche me. - Mi asciugai una lacrima che cercava di uscire e fissai il pavimento, aspettando una reazione da parte di Angelica. Reazione che non arrivò. Alzai la testa e la guardai. I suoi occhi erano lucidi e le tremava il labbro inferiore. Si avvicinò a me e mi fece passare le braccia intorno alla vita, mentre io affondavo la faccia contro il suo collo.

-Non pensava davvero quello che ha detto - La strinsi di più a me.

-Si che lo pensava. Si sa che gli ubriachi dicono sempre la verità. Avrei potuto passarci sopra se fosse stata sobria, ma così, così mi spezzò il cuore. - Lei si staccò da me e scivolò alle mie spalle. Mi lasciò un bacio sul collo, dopodiché si alzò e mi porse la mano.

-Vieni - Spensi la televisione e il cellulare, afferrai la sua mano e la seguii in cucina.

-Pensavo andassimo in camera - dissi scoppiando a ridere quando Angelica diventò rossa.

-Sei bellissima quando arrossisci - Le mie parole contribuirono solo a farla diventare ancora più rossa e a far ridere ancora di più me. Angelica intanto aveva riempito di latte un pentolino e con la testa mi indicò il frigo.

-Apri - Andai verso il frigo e lo aprii.

-C'è un piatto ricoperto di carta stagnola. Tiralo fuori -

-Come siamo dittatoriali oggi -

-Finiscila, sto preparando il rimedio anti tristezza di mia mamma -

-Angelica io non sono ...- La sua occhiataccia mi fece desistere dal continuare la frase. Appoggiai il piatto al bancone e tolsi la carta argentata. Una torta al cioccolato emanava un odore celestiale.

-Quando l'hai fatta ?- chiesi leccandomi le labbra.

-Ieri mattina, quando eri al lavoro -

-Ti ho mai detto che ti amo ?-

-Si può darsi - Mise il latte in due bicchieri e tagliò due fette di torta.

-Andiamo- Presi i piatti e la seguii in camera.

-Ah, ma allora ci andiamo davvero in camera - Mentre lei rideva io spostai le coperte e ci infilammo sotto a gambe incrociate. Angelica prese la mia fetta di torta e la portò alle mie labbra.

-Assaggia - Ne presi un pezzo.

-E' fantastica! - esclamai -Ma credo sia più buona così - La presi per la vita e la ribaltai sul letto, afferrando poi la sua fetta di torta, che feci scorrere sulle sue labbra. Mi chinai e baciai le sue labbra e il suo sapore unico si mischiò al cioccolato.

-Decisamente più buona- Finito quello spuntino ci accoccolammo e ascoltai il suo respiro fino a quando si addormentò. Scivolai fuori dal suo abbraccio e andai in salotto. Mi sedetti sul divano e riaccesi il telefono. 5 chiamate perse. Un messaggio da mamma :

-Alex, chiamami -

Fissai il testo per parecchi minuti poi premetti il tasto cancella e tornai a letto, dove Angelica aveva già occupato tutto lo spazio. La spostai e la presi tra le mie braccia. Mi allungai verso il comodino e le lasciai l'immancabile fazzoletto bianco.

"Ti amo, perchè hai posto la tua mano sul mio cuore martellante,

senza badere alle stupide e inutili cose che non puoi non notarvi.

E perchè ne hai tratto fuori gli elementi belli e luminosi

che nessun altro vi ha mai cercato e trovato."

(Roy Croft)

Chiusi gli occhi e cercai di addormentarmi, chiudendo fuori i miei genitori dai miei pensieri, mentre una brutta sensazione si impadroniva di me.

Amami come nei libriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora