PIETRO MAXIMOFF (Avengers)

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Non è la prima missione che fai con gli Avengers e di certo non è la prima volta che ti trovi faccia a faccia con proiettili, armi o creature strane che vogliono ucciderti.
Di solito quando combatti la tua filosofia è "non ho niente da perdere" perchè prima era così, non avendo una famiglia o degli amici o uno scopo, combattevi ogni battaglia come se fosse l'ultima non curante di non vedere la luce del giorno successivo.
Ma questa volta è tutto diverso, ora c'è Pietro, che ti ha rubato il cuore alla velocità della luce, facendoti sentire viva di nuovo anche se lui non lo sa.
Non sa che per la prima volta hai paura, hai paura di morire e di non avere l'occasione di dichiarare i tuoi sentimenti, hai paura che lui rimanga ferito o peggio che venga ucciso.
Questo è il motivo per cui sei in ansia ogni volta che lo vedi correre lontano, e ti senti più tranquilla quando combatte al tuo fianco.

Quando Occhio di falco con in braccio il bambino è nella traiettoria di Ultron Pietro non esita a salvarli, con la sua super velocità li sposta mettendosi lui nella traiettoria dei proiettili.
Per quanto sembri tutto andare a rallentatore e la paura cerchi di immobilizzarti, pensi subito un modo per salvarlo per evitare che una delle tue più grandi paure di realizzi.
Non sarai veloce quanto lui ma gli allenamenti con Cap sono serviti a qualcosa, corri verso il ragazzo coprendo entrambi con il tuo scudo argentato, sostieni i colpi che arrivano tenendo il braccio alzato.
Pietro ti guarda, era pronto a morire, a sentire i colpi lacerargli il corpo ma nulla, tutto ciò che sente è il tuo corpo caldo schiacciato contro il suo, il tuo respiro affannato e una lacrima solitaria che lascia la tua guancia per bagnare il suo braccio.
Ultron si allontana, convinto di avervi uccisi ma non è così, siete ancora vivi.
Pietro è vivo, grazie a te.
Ti guarda stupefatto, insieme a Clint che dopo uno sguardo fugace corre con il bambino in braccio verso la nave e restituirlo alla madre.
<mi hai salvato> dice Pietro aiutandoti a metterti in piedi.
<a quanto pare> sussurri abbassando lo scudo.
<andiamo ragazzi, non c'è tempo per le chiacchiere> la voce di Tony risuona nei vostri auricolari attirando la vostra attenzione.
Vi allontanate di nuovo pronti a portare a termine la missione.

<y/n!> la voce di Wanda risuona nei corridoi.
Esci dalla tua stanza preoccupata ma appena la ragazza ti raggiunge ti abbraccia stretta.
<grazie grazie grazie> continua a ripetere e senti le sue lacrime bagnarti la spalla
<grazie per aver salvato Pietro, sarei morta con lui se gli fosse accaduto qualcosa> ammette lei guardandoti con gli occhi lucidi
<non ti preoccupare, non è successo nulla>
<grazie a te> questa volta è Pietro a parlare.
<è ciò che hai fatto tu per Clint e che farebbe ognuno di noi> rispondi alzando le spalle, puoi sentire il tuo stomaco contorcersi sotto lo sguardo di Pietro ma il tuo allenamento da agente ti permette di non mostrare tutte le tue emozioni.
Sorridi ai due gemelli.
<scusa, probabilmente stavi cercando di riposare> dice Wanda asciugandosi le lacrime
<in realtà no, dopo una missione faccio fatica a riposare> ammetti spostandoti i capelli dietro le spalle.
<comunque sia ti lascio, e grazie ancora> dice lei con un sorriso, ti abbraccia di nuovo e se ne va, lasciandoti sola con Pietro.
<y/n>
<sì?>
<grazie, so che te lo ha già detto Wanda ma devo dirtelo anche io, mi hai salvato la vita oggi>
<non c'è di che> rispondi tornando nella tua stanza, lui ti segue.
<come mai non riesci a riposare dopo una missione?> ti chiede guardandosi attorno
<credo sia per colpa dell'accumulo di adrenalina, non mi permette di riposare a pieno, poi forse è anche colpa del mio cervello>
<in che senso?> chiede lui incuriosito, lo guardi per un momento, ti guarda con aria interrogativa la testa leggermente inclinata di lato e non puoi fare a meno di pensare a quanto sia carino in questo momento.
Ti schiarisci la gola distogliendo lo sguardo dal suo viso.
<beh diciamo che io sono una di quelle persone che pensa molto a quello che è successo, agli errori che ho fatto, a quello che si poteva evitare, a quello che avrei potuto fare e cose così insomma> ammetti tornando a guardare il ragazzo che mentre parlavi ti si è avvicinato.
<e oggi? cosa cambieresti di oggi?>
<una sola cosa... la mia concentrazione>
<eri distratta?>
<si può dire di sì, pensavo ad una cosa soltanto e per quanto il mio allenamento mi permetta di eccellere nel combattimento anche sotto stress o quando sono stanca, quell'unico pensiero mi ha consumata>
<e quale sarebbe?>
Lo guardi per un momento, chiudendo gli occhi un istante e pensando se dirlo o meno, ma la tua bocca ha deciso da sé rispondendo alla domanda del ragazzo prima che tu possa pensare di farlo.
<tu> hai risposto semplicemente, osservando il suo viso per carpire ogni sua reazione.
Lui ti guarda sorpreso.
<io?>
<già, avevo paura che ti potesse succedere qualcosa>
<perché ?>
<perchè... mi piaci> dici abbassando lo sguardo.
Assurdo come tu abbia affrontato mostri, alieni, droidi impazziti, armi letali, ma Pietro ti metta tanta ansia da farti abbassare lo sguardo.
<ehi, guardami> dice lui con dolcezza, ti prende il viso tra le mani e ti fa alzare lo sguardo su di lui.
<anche io pensavo a te> lo guardi confusa.
<pensavo a te e mi preoccupavo per te, per questo tornavo sempre al tuo fianco per combattere> ammette lui spostandoti una ciocca di capelli.
<pensavi a me anche quando ti stavi per far sparare?>
<sì, ho pensato che se quello era il mio momento sarei morto con te nella mia mente,i tuoi occhi e il tuo sorriso avrebbero addolcito la mia morte> sussurra lui.
Alle sue parole non puoi fare a meno di piangere.
<fortuna che mi hai salvato oppure ora non saremmo qui>
Ridi leggermente, cercando di asciugare le tue lacrime.
Vi guardate negli occhi per qualche istante poi senza dire altro vi baciate con dolcezza.
Pietro può sentire il sapore delle tue lacrime sulle tue labbra ma non potrebbe essere bacio migliore, perchè per la prima volta sente di appartenere a qualcosa, a qualcuno, sente un'amore diverso che gli scalda il cuore.

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