SPENCER REID

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<non è possibile che ti sia successo davvero>
Guardi Garcia ridendo.
<ti dico che è successo davvero> ripeti alla bionda, la sua espressione scioccata di fa ridere ancora di più.
<cosa è successo davvero?> questa volta a parlare è Spencer che si avvicina alla tua scrivania.
<ieri sera uno ci ha provato con y/n nella maniera meno ... come si può dire ... consona? non lo so, ti prego racconta a Reid cosa ti ha detto> dice lei ridendo.
<non voglio annoiarti> dici guardando Spencer
<ora sono curioso> dice lui sorridendoti.
<va bene, in pratica ieri sera sono andata al bar che c'è in fondo alla strada e mentre ero lì con una mia vecchia amica del college un tizio si avvicina a noi, tutto vestito elegante e con fare spavaldo> dici guardando Spencer, che ti ascolta attento.
<comincia a vantarsi e a parlarci delle sue conquiste, tecnica che secondo me non funziona ne ora ne mai... comunque sta di fatto che quando la mia amica gli chiede che lavoro facesse lui risponde che è un agente dell'FBI, fingendosi palesemente un profiler> continui notando l'espressione di Spencer, a metà tra l'irritato e il divertito.
<a quel punto io che stavo per scoppiargli a ridere in faccia mi sono trattenuta sono stata al gioco ma solo per sentirlo sparare mille cavolate sul suo lavoro, è stato divertente lo ammetto ma se ci provano tutti così mi sa che diventerò gattara> ammetti finendo il tuo racconto.
<te lo dico io y/n, non perdere la speranza, sono sicura che qualche bel giovanotto, gentile e intelligente è proprio dietro l'angolo che ti aspetta> dice Garcia prima di allontanarsi.

Quando il giorno dopo entri in ufficio trovi sulla tua scrivania un caffè, preso da asporto nella tua caffetteria preferita, ti guardi attorno e oltre a Reid non c'è nessuno.
Sulla tazza di carta non c'è scritto nulla se non il tuo nome.
<ehi Reid, hai visto chi ha lasciato questo> dici alzando la tazza per fargliela vedere.
<mi dispiace ero concentrato su questi file> ammette lui guardandoti per un momento, puoi notare un leggero sorriso sul suo viso ma lì per lì non ci fai troppo caso.
Ti godi il tuo caffè in silenzio, cercando di immaginare chi mai potesse averlo portato, prendendo esattamente il tuo preferito.

Il giorno seguente sulla tua scrivania ti aspetta sempre un caffè, questa volta accompagnato da un biglietto, sul quale c'è scritta una poesia del tuo autore preferito.
Di tutti i colleghi che ti circondano sei sicura di non aver parlato con nessuno di loro della tua passione per la poesia, ne hai parlato solo con Spencer ma di lui non c'è traccia.
Ti guardi attorno notando che della squadra l'unico che c'è è Rossi.
<ehi Rossi> dici attirando l'attenzione dell'uomo.
<ciao y/n, tutto bene? mi sembri un po' confusa> ammette lui osservandoti
<perchè lo sono David>
<ah vedo che il tuo ammiratore segreto ha colpito ancora> dice lui indicando la tazza che tieni in mano.
<tu sai chi è?>
<no y/n, mi dispiace, ah quasi dimenticavo Aaron ti ha lasciato dei file nella sala delle conferenze> dice per poi allontanarsi.
"strano" pensi prima di avviarti verso la sala.
Quando accendi la luce sul tavolo al posto dei file trovi una copia di una raccolta di racconti e poesie. Te la rigiri tra le mani.
Nella prima pagina c'è una piccola dedica.
"per te che mi hai fatto scoprire cosa vuol dire amare" con il tuo nome sotto.
La scrittura è estremamente familiare ma non riesci a capire di chi possa essere.
Girando le pagine noti che ogni racconto e ogni poesia ha qualche frase evidenziata con i tuoi colori preferiti e qualche nota scritta a mano in fondo o ai lati della pagina.
Sei talmente concentrata sul libro da non notare che dalla porta di fronte e a te è entrato Spencer, che attira la tua attenzione solo quando comincia a parlare.
<spero ti piaccia>
Alle sue parole alzi lo sguardo di scatto.
<Spence? sei tu che...> non riesci a finire la frase, senti lo stomaco contorcersi per l'emozione. Spencer ti è sempre piaciuto, sin dal primo giorno in cui sei entrata a far parte della squadra.
<sì, sono io il tuo ammiratore segreto> ammette lui avvicinandosi di qualche passo.
Lo guardi sorridente, puoi sentire le tue guance tingersi di rosso.
<quando mi hai raccontato la storia di quel tipo ho capito che dovevo agire in qualche modo, ho pensato che se avessi aspettato ancora avrei finito per perderti... e in base a quello che hai raccontato, sapevo quello che non avrei dovuto fare, per il resto ho pensato a tutto quello che mi hai detto negli ultimi mesi e ho messo insieme le informazioni, ora che ci penso potrei essere sembrato un po' inquietante, giuro che non volevo risultare...>
Non lo lasci finire di parlare, annullando la distanza tra i vostri corpi e baciandolo con passione.
Spencer rimane momentaneamente rigido, ma poi si rilassa portando le mani sui tuoi fianchi e lasciandosi andare contro il tuo corpo e contro le tue labbra.
<è tutto perfetto> sussurri contro le sue labbra per poi abbracciarlo.
Senti Spencer fare un sospiro di sollievo, e poi stringerti tra le sue braccia.
<grazie mille Spence> aggiunge baciandogli velocemente il collo.
Quando torni a guardarlo in viso, noti le sue guance arrossate e il sorriso che gli piega le labbra.
<ti andrebbe di andare fuori a cena una di queste sere?>
<è un appuntamento?> chiedi con un ghigno
<direi proprio di sì>
<non vedo l'ora Spence> ammetti e prima che tu possa dire altro lui ti bacia di nuovo.
Questa volta le sue mani ti tengono il viso teneramente, ti accarezza le guance con dolcezza facendoti sorridere contro le sue labbra.
<a quanto pare posso dimenticare il mio destino da gattara> dici ridendo leggermente.
<possiamo sempre diventare una coppia di gattari>
<con te potrebbe quasi andarmi bene> ammetti sorridendo a Spencer che ricambia il tuo sorriso.
<per quanto vorrei stare qua con te per sempre, credo sia ora di tornare a lavorare> dice lui prendendoti per mano.
<giusto, mi ero quasi dimenticata di dove siamo> ammetti ridendo.
Lui sorride a sua volta, completamente innamorato della tua risata e di te.

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