13.

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•Non siamo poi così tanto diversi•

È passata una settimana da quando tutto è successo, perchè si sa la vita va avanti, non gira tutto intorno a te e a quello che ti capita, e tu sei la prima a dover andare avanti perchè il passato è passato. Non puoi fermare la tua vita ed esistere soltanto perchè sei caduta una volta, due, tre. Ti rialzi e vai avanti. Ho evitato Mattheo per tutta la settimana, inizialmente sentito ancora la pelle d'oca quando me lo ritrovavo davanti, i nostri sguardi si scontravano, rimanevamo in silenzio, perchè i nostri occhi parlavano già per noi. Poi lo sorpassavo e me ne andavo. Alla fine ci ho fatto l'abitudine. Ma non ho dovuto combattere solo contro di questo, ma anche con i ricordi che mi erano stati cancellati. Gli incubi hanno iniziato a prendere il possesso del mio corpo, della mia mente la notte. Tanto che ho iniziato a passare le notti in camera di Draco facendo cambio con Blaise, cosa che non gli è dispiaciuta visto che si è ritrovato con Maz. Sono un paio di notti che però sono scomparsi, mi sono allenata tutti i giorni per non pensarci.

Sono le 4 del mattino e io sono ancora sveglia, fisso il soffitto mentre ascolto il respiro di mio fratello accanto a me, l'unico rumore nella stanza che sento oltre il mio battito cardiaco. Mi volto leggermente per guardarlo. Sospiro per poi alzarmi e andarmi a cambiare. Metto le scarpe, le cuffiette ed esco fuori, ho bisogno di muovermi. Perciò decido di farmi una corsetta.Vorrei non pensare ma non ci riesco. Ho bisogno di andare avanti e l'unico modo è mettere pace con me stessa, perciò anche con Mattheo, dovrò parlarci, non possiamo continuare a fissarci e basta, in attesa che uno dei due dica qualcosa.

Torno in camera e quando arrivo Draco si sta alzando "Buongiorno" dico togliendo le scarpe e posando l'mp3.

"Dove sei stata?" domanda voltandosi a guardarmi ancora assonnato.

"Ho fatto una corsa, avevo bisogno di far qualcosa" dico mentre prendo i vestiti per scuola sotto il suo sguardo interrogatorio.

Ma non ci do peso e vado a farmi una doccia fresca. Dopodichè afferro al volo una brioche in sala grande e vado a lezione. Sono in anticipo per storia della magia, ma la giornata vola ed è un'attimo che finisce l'ultima ora con Divinazione.

Ripercorro il corridoio per scendere e mi fermo davanti al bagno maschile. Tutti mi passano accanto andandosene e aspetto li, ferma in mezzo al corridoio finchè non c'è più nessuno. Solo allora mi volto e mi avvicino aprendo la porta. Osservo il pavimento in silenzio, rivivendo quanto successo.

Vai avanti Alicia

Penso, e così faccio.

Raggiungo la sala grande e mi siedo a tavola di fronte a mio fratello che discute con i suoi amici e Pansy.

"Ciao sorellina" mi sorride e accenno un sorriso "Andate bene le lezioni?" chiede ancora e tutti ancora sono stupiti, non abituati alle nostre conversazioni di pace.

"Si" sussurro e inizio a mangiare con poca voglia il mio pranzo, ma mi irrigidisco quando sento qualcuno sedersi accanto a me.

Non lo guardo ma so benissimo che è lui. Intravedo i tuoi ricci e il suo sguardo puntato su di me. Poi guarda mio fratello e io faccio lo stesso. Draco rimane in silenzio guardando me, per trattenersi, lo vedo che si trattiene dallo sbottare. Torno al mio piatto e Riddle fa lo stesso col suo.

Ogni tanto lo intravedo lanciarmi uno sguardo ma non lo ricambio, vorrei dire qualcosa, vorrei reggere il suo sguardo ma non ci riesco, ho troppo timore dentro di me, e sono un po' delusa da me stessa, mi ero promessa che lo avrei fatto, per andare avanti. Invece eccomi qui, non so come reagire, perciò faccio l'unica cosa che mi viene in mente.

Mi alzo e guardo mio fratello "Io vado fuori" dico anche se non è riferito a lui e mi fa un cenno con la testa. Esco dalla panca e mi indirizzo fino alla foresta, dove c'è quel laghetto che mi piace tanto. Mi siedo a riva e aspetto, sperando abbia capito. Rimango un po' li, con le gambe strette al petto guardando il vento agitare l'acqua del laghetto.

Poi la sua figura prende posto accanto a me. L'agitazione si impossessa del mio corpo e deglutisco, sperando non se ne accorga.

Osservo delle foglie a terra e decido di fare un incantesimo, allungo la mano avanti e la volto facendo un cenno con l'indice, e le foglie si sminuzzato in aria diventando degli uccellini.

Li osservo e noto che anche lui li sta facendo lo stesso, con un leggero sorriso sulle labbra.

"Opugno" sussurro e sposto lo sguardo verso Riddle indirizzando gli uccellini in attacco verso di lui.

Ma con un rapido gesto della mano li blocca, guardo come li fa ricadere a terra come semplici pezzettini di foglie che volano via. Quando sento il suo sguardo su di me mi volto incrociando il suo sguardo "Carino" esclama ancora con quel sorrisetto.

Rimango a guardarlo senza dire niente, aspettando sia lui a prendere parola, in fondo è lui che mi deve delle scuse.

"Mi dispiace" sospira e mi stupisco di quello che è uscito dalle sue labbra.

"Siamo partito col piede sbagliato, dovremmo riprovare, non siamo poi così tanto diversi" aggiunge e sollevo le sopracciglia inclinando leggermente il mento verso il basso e indietro.

"Perchè?" dico solamente con un filo di voce, troppo basso non volevo uscisse così...

"Mi piaci" dice e il mio battito accelera "Sei coraggiosa al contrario di quel codardo di tuo fratello"

"Hey! È pur sempre mio fratello, attento a ciò che dici" ribatto subito con più forza aggrottando le sopracciglia e una piccola risata esce dalle sue labbra voltandosi per un attimo verso il lago prima di riportarlo su di me, sui miei occhi.

"Sai come farti valere, non scappi davanti a me come gli altri. Anche dopo quello che ti ho fatto..." abbassa la voce all'ultima frase distogliendo un secondo lo sguardo "Cammini a testa alta e non ti fai piegare, a costo di farti del male da sola" dice indicando la mia cicatrice e d'istinto ci porto la mano sopra.

"Mi contraddici, questo non so ancora se fa di te una vera combattiva o solo una stupida" ridacchia mentre io invece rimango seria con il mio sguardo duro sul suo.

"Non avrei dovuto lanciarti quella maledizione" dice infine tornando al suo sguardo serio.

"Be, non ti sentire importante per questo, non sei stato il primo a farlo" dico tornando a guardare il lago e a stringere le mie gambe al petto sotto il suo sguardo stupito "Il fatto che eri fatto non è una scusa e non avresti dovuto neanche attaccare quell'innocente" dico arrabbiata.

"Hai ragione" dice e stavolta sono io a guardarlo stupita.

"Facciamo un patto" esclama poi alzandosi e si posiziona davanti a me porgendomi la mano che guardo prima di tornare sui suoi occhi.

"Niente più conflitti fra me e te" propone e sospiro "Perchè dovrei accettare?"domando io e sorride "Non dico che dovremmo essere amici, ma infondo come ho detto, non siamo poi così diversi, potremmo scoprire cose dell'altro che ci potrebbero far cambiare idea su che tipo di persona siamo, e poi nessuno si farà più male" una piccola risata esce dalle mie labbra.

"Si come no" dico per poi afferrare la sua mano, è così, morbida "Non ti assicuro niente" dico infine guardando negli occhi mentre i nostri visi sono a pochi centimetri di distanza.

Il suo sguardo cade sulle mie labbra, e sento un qualcosa dentro di me che cerco subito di respingere tirando via la mano che era ancora nella sua e andandomene.

N.a.

Potrebbe essere l'inizio di qualcosa di interessante?😏

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