15 febbraio 1604
I colpi sparati da Annekha risuonarono nella gigantesca conca del Vuoto, riecheggiando contro le pareti, con pause sempre più brevi man mano che la giovane si avvicinava alle caverne di nord-est. Era andata da sola, partendo da Telei, lasciandosi una squadra di Paranx alle spalle, tra cui anche Djric. Inoltre, aveva ordinato a un gruppo più sostanzioso di sorvegliare il margine meridionale.
Era scesa nel Vuoto con l'intento di parlare con Vinczel ma, da quando si era potuta dire sicura di non essere più osservata dai suoi uomini, aveva lasciato andare tutta la sua rabbia, e l'aveva sfogata sui mostri – ora aveva in mente di utilizzare un approccio molto meno diplomatico.
Stava uccidendo ogni mostro che entrava nel suo campo visivo, prima che le si avvicinasse troppo, con una particolare attenzione per quelli volanti, come i Grifoni e soprattutto le Arpie. Le sembrava di sentire la cicatrice sulla sua gamba sinistra bruciare, quando ne vedeva una. Era come se il suo sangue, i suoi istinti, le stessero urlando di vendicarsi contro quel tipo di mostri in particolare.
Sapeva che Vinczel stava creando un proprio esercito, e distruggerglielo le sembrava il modo migliore per costringerlo a uscire allo scoperto – non avrebbe tollerato che quell'assalto continuasse ancora per molto. Inoltre, dalla densità di mostri che la circondavano, Annekha poteva farsi un'idea di quanto fosse vicina o lontana da lui.
«Ilyun Vinczel!» gridò, abbattendo una Manticora, mentre un'orda di Arpie e Barghest si stava avvicinando dalla sua destra. Venivano da sud. Ed erano tanti.
Troppi, non volle ammettere a se stessa. Vinczel doveva essere vicino. Doveva riuscire a sentirla.
«Fatti vedere, vigliacco!» urlò ancora, lanciando una pietra in direzione dell'apertura di una caverna, dove era plausibile che il giovane si fosse rintanato.
Annekha caricò altri colpi nel suo fucile – si era portata abbastanza munizioni da abbattere l'intera popolazione di mostri del Vuoto, e le cinture di proiettili pesavano sui suoi fianchi e sulla sua spalla sinistra.
«Ilyun Vinczel! Vieni fuori!» I mostri si avvicinavano pericolosamente. Alcuni dovevano erano anche dietro di lei, e la stavano accerchiando – si era allontanata fin troppo dal margine settentrionale del Vuoto. Ma come altro avrebbe potuto trovare Vinczel?
Annekha indietreggiò, guardandosi le spalle mentre si avvicinava alla parete di roccia, in un'insenatura abbastanza lontana dalle entrate di due caverne, una alla sua destra e una alla sua sinistra. Arrivò con le spalle al muro, il fucile ancora puntato verso i mostri, e si morse il labbro. Si stava facendo un'idea della direzione dalla quale sembravano provenire.
A un tratto, sentì qualcosa sfiorarle il braccio. Si voltò di scatto, temendo si trattasse di un mostro, ma non vide nulla. E in quella frazione di secondo riuscì solo a sentire il rumore di due rapidi passi sulla pietra. Non reagì, se non agitandosi, quando si ritrovò stretta in una morsa quasi dolorosa. Sentì la pressione di una mano piazzata sulla sua bocca, due dita che le tappavano il naso per impedirle di urlare o respirare. Un'altra mano le immobilizzava il polso destro, e le premeva il fucile contro la spalla, in modo che non potesse ruotarlo in nessun modo e sparare al suo aggressore.
«Endris Vinczel.» Una voce profonda la corresse. Ed era una voce molto più sconsolata di quella che ricordava, ma Annekha sapeva a chi apparteneva.
La ragazza si voltò di scatto, non appena la pressione sul suo torace diminuì, e Vinczel ritrasse entrambe le mani, liberando anche il suo polso.
Annekha fece un passo all'indietro, lontano da lui e dall'entrata della caverna dalla quale doveva essere sbucato, il fucile ora puntato su di lui.

STAI LEGGENDO
Djabel
Science Fiction[Fantascientifico/Distopico] Serie "Ember" - Libro 2 ATTENZIONE! Può contenere spoiler per chi non ha letto "Ember". La Guerra di Zena infuria ancora. Gli Ember continuano a cadere, e Noomadel contrasta la mancanza di uomini con degli attacchi mirat...