Dopo pranzo sistemo casa e non appena riesco finalmente a sedermi sul divano stravolta mi suona il cellulare: Zulema.
"Che vuoi?" Rispondo in malo modo controvoglia.
"Sei ancora un po' scontrosa.. Almeno mi parli.. un passo avanti"
"Sto per attaccarti il cellulare in faccia" l'avverto irritata da morire.
"Senti ci saresti per una cena?"
"No" rispondo integerrima.
"Non ti ho detto nemmeno il giorno"
Vero, ma non ho alcuna intenzione di mangiare con lei "Non verrò a cena con te"
"Un pranzo?"
"No" uso lo stesso tono, forse ancora più severo.
"Un aperitivo?"
"No" rispondo ancora una volta.
"Un caffè?" E prima che io riesca a rifiutare anche questo aggiunge "Dai un caffè lo prendi al volo.. mezz'ora e scappi.."
Sbuffo rumorosamente "Ok.. ma solo un caffè"
"Prendo quello che posso, ti passo a prendere oggi alle quattro in pieno giorno così non pensi che ho cattive intenzioni"
Chiudo la comunicazione senza nemmeno risponderle "Che rompi coglioni!"
Le ore passano in fretta, mi vesto normalmente, più coperta possibile per non dare alcuna impressione errata. Sono nervosa, arrabbiata e scazzata. Una bomba a orologeria.
Quando salgo il macchina lei mi sorride "Ehi, sei bellissima" alzo gli occhi al cielo e nemmeno le rispondo "È un dato di fatto"
"Dove mi porti?" Le chiedo sorvolando sull'argomento.
"È una sorpresa" mette in moto e parte.
Non dico niente finché non arriviamo in un baretto molto carino e piccolino ma ben curato, un piccolo angolo di paradiso con i fiori freschi sui tavoli e un'atmosfera accogliente "Perché?" Chiedo osservandola tutta orgogliosa.
"Perché sto cercando di aggiustare ciò che ho rotto, rimediando ai miei errori" risponde guardandosi intorno e poi ci sediamo a uno dei tavoli.
"E pensi che offrirmi un caffè rimedi qualcosa?" Chiedo così scettica all'idea che sorride appena divertita.
"No.. ma questo forse" tira fuori un plico di carte.
"Che cosa sono?" Chiedo una volta che le ho in mano.
"Carte.. fogli.. burocrazia.. sono vent'anni che diciamo che Lucia è mia figlia ma non lo è per lo stato" alzo lo sguardo e incontro il suo "L'ho rinnegata e non passa giorno in cui non me ne pento.. firmando questi"
"Saresti il secondo genitore.." leggo ad alta voce.
"Ne ho già parlato con lei, è d'accordo anche se non mi ha ancora chiamato mamma.. probabilmente non lo farà più ma me lo merito, non ho intenzione di forzarla" lo dice con tono amaro e ferito.
La osservo incrociando le braccia al petto "Perché dovrei firmare?"
"Non voglio farti la guerra o portartela via" mi assicura.
Mi scappa una risatina amara "Ci mancherebbe che lo facessi"
"Voglio che però lei risulti mia, lei sarebbe la mia legittima erede" mi spiega.

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Hasta siempre
Fiksi Penggemar3. Sequel di "Mentiras" Quattro anni dopo aver lasciato Zulema, Macarena vive la sua vita a Malaga con la figlia e i suoi amici. Ma proprio quando tutto sembra finalmente essere sistemato il ritorno dello scorpione mette a dura prova i nuovi equil...