Non so dire quanto tempo rimango lì. A piangere, pregando silenziosamente che si svegli, che respiri da sola e che mi guardi con quegli occhi profondi nei quali amo perdermi.
Non so dire dove riesco a trovare le forse e il coraggio di ricomporre i pezzi in cui mi ero frantumata con questo ultimo colpo ben assestato.
Fatima, Farah, mio fratello.. tutti la pagheranno. A prescindere da come finirà.. sono tutti sulla mia lista e moriranno. Devono morire.
È la vendetta e la consapevolezza che c'è ancora del lavoro da fare a rimettermi in piedi. Come uno zombie apro la porta e me li ritrovo tutti lì nel corridoio ad aspettarmi. La mia squadra, i miei amici. Mi sento uno straccio e onestamente faccio fatica a reggermi in piedi. Mi guardano comprensivi e dispiaciuti "Okay.. allora.. ci sono novità su Fatima o Farah?" Chiedo con un filo di voce, passandomi una mano sul viso stanco.
"Sparite totalmente dai radar" mi risponde Claire affranta.
"Ok.. tanto adesso non ha molta importanza" Annuisco piano, la mia priorità è quella di riportarla a casa. Spiegare a mia figlia la situazione e starle vicino. Ci sarà tempo per la vendetta "Voglio lasciare l'Argentina, quindi vi prego di fare i bagagli e di essere pronti per partire" tutti vanno a preparare le valige, mi volto verso Ethan.
"Ho predisposto che venga messa su una barella e trasportata sul jet privato, farà un viaggio in totale sicurezza e la riporteremo a casa" mi assicura in un sorriso comprensivo.
"Chiama Saray, raccontale la situazione e dille di chiamare il medico che ha in cura Zulema da anni, voglio un secondo parere.. che si faccia trovare direttamente a casa verso l'ora del nostro arrivo" gli ordino con lo sguardo spento.
"Lo faccio subito" afferra il cellulare.
Cris mi guarda "Hai bisogno di lavarti via questo" mi prende le mani "E voglio darti un controllo a questo" mi sfiora la benda al braccio. Non ricordavo nemmeno che Fatima mi avesse sparato.
"Sto bene" mento. Non sto bene per niente.
"Sappiamo entrambe che non è vero" mi sorride comprensiva e mi accompagna dentro la stanza, il bagno è qui ma i miei occhi vedono solo Zulema stesa lì, incosciente, dannatamente vulnerabile e indifesa come non l'ho mai vista. Cris mi scrolla appena "Dai vai.. Sono qua fuori"
Entro e mi butto sotto la doccia. Lavo via ogni segno di quello che è accaduto negli ultimi giorni e resto un tempo infinito sotto il getto gelido. Ho esaurito le lacrime. Sono completamente svuotata. Lavo via la stanchezza e riesco a riprendermi, almeno in parte.
Quando esco indosso la biancheria e una maglietta maniche corte, torno da Cris che mi fa sedere su una poltrona e inizia a guardarmi il braccio. I miei non si scollano da Lei "Il taglio è superficiale, te lo medico e poi lo fascio per evitare infezioni ma nel complesso va bene" mi dice ma non l'ascolto veramente, fa ciò che mi dice e poi si ferma a guardarmi "Si riprenderà"
"Come fai ad esserne sicura?" Le chiedo senza guardarla, i miei occhi puntano davanti a me. Quella non sembra nemmeno Zulema, potrebbe essere una bambola animata con il corpo attaccato alle macchine. Una sola lacrima, l'ultima che avevo da versare, mi riga la guancia lentamente in tutta la sua lunghezza.
"Ehi! Ascoltami bene perché lo dirò solo una volta" usa un tono severo e così la guardo negli occhi "Stiamo parlando di Zulema Zahir, cazzo. Io non voglio più sentirti dire che lei morirà. Perché non accadrà, ti è chiaro? Sei l'amore della sua vita e questo ti dà il dovere di non smettere di credere in lei. Mai" mi parla con fermezza unica e mi dà un vero scrollone, quello che mi serve davvero per continuare a sopravvivere "Non ti puoi permettere di cedere, non finché è viva.. hai capito?"
Sposto lo sguardo su Zulema "Hai ragione" annuisco appena e mi alzo in piedi. Distolgo lo sguardo da lei e capisco che devo semplicemente smettere di guardarla, mettere un piede davanti all'altro e fingere che sia tutto sotto controllo "Va bene, abbiamo poco tempo e dobbiamo sbaraccare, grazie per la fasciatura.. ci vediamo nell'atrio"
"Ottimo, capo" sta per uscire quando la richiamo "Si?"
"Grazie" mi sorride ed esce.
Tutti pronti per uscire, Miguel mi viene a salutare "Lo siento mucho, Nena"
"Gracias por todo lo que has hecho por nos.. has ido la diferencia, de verdad. Te quiero, tío" lo abbraccio forte con la consapevolezza che mai più metterò piene qui. Perché anche se andasse tutto bene non riuscirei più nemmeno ad entrarci.
"Stammi bene, Biondina" mi stringe forte a sé.
Saliamo sulle Jeep diretti all'aeroporto. Quattordici ore di volo interminabili passano in un battito di ciglia e non appena atterrati mi rendo conto che non ho pensato a come dirlo a Lucia.
Quando scendiamo Saray e Benji ci sta aspettando con le auto, abbraccio la gitana e percepisco il suo dolore. La guardo negli occhi lucidi e lei mi sorride a malapena "Grazie per averla riportata a casa"
"Lucia?" Chiedo preoccupata.
"Non sa ancora nulla.. io ho aspettato te ma ha capito che qualcosa non andava dal momento che il medico di Zulema è a casa tua che ci aspetta" mi risponde con un filo di voce.
"Dai andiamo allora" carichiamo Zulema e andiamo a casa.
Non appena parcheggiamo nel vialetto, Lucia ci corre incontro. Rimane pietrificata nel vedere Ethan e Will scaricare la barella con sopra sua madre. Scoppia in un pianto disperato e io la prendo al volo stringendola a me. Distrutte dal dolore, la accompagniamo dentro, il medico la rivisita giungendo alle stesse conclusioni. Se non si sveglia da sola, dovremo prendere una decisione e io non ho intenzione di scegliere. Non posso scegliere.
Saray passa un'ora con lei.
Mentre io racconto tutta a Lucia, o almeno quello che so.
La ragazza si alza e bussa alla camera di Zulema "Zia, posso stare un po' io con lei?"
Saray si alza subito sorridendo tra le lacrime "Ma certo, cucciolina, vai pure"
Io e Saray restiamo sulla soglia mentre Lucia si avvicina lentamente al letto matrimoniale della mia camera da letto, si inginocchia accanto a lei e la osserva amorevolmente "Ehi.." le prende la mano tra le sue "Mamma mi ha raccontato parte della storia e dice che se voglio sentirla tutta, tu devi svegliarti.. sai quanto non mi piacciono le storie a metà.. quindi che ne dici di aprire gli occhi?" Le chiede con un filo di voce "Mamma per favore, apri gli occhi" le chiede iniziando a piangere, abbasso lo sguardo e Saray mi avvolge con le sue braccia, appoggio la testa sulla sua spalla mentre Lucia continua a parlare con Zulema "Mamma tu non puoi farci questo.. devi combattere.. devi vedere cosa mi ha insegnato zia Saray.. adesso possiamo fare qualcosa di più insieme.. adesso assomiglio di più a Fatima, sono più simile a te.. non puoi perderti questo.. abbiamo ancora tantissime cose da fare" chiude gli occhi e stringe forte la presa sulla mano di sua madre "Io ti voglio ancora tanto bene, scusa se sono stata difficile è che avevo paura che te ne saresti andata di nuovo.. ma tu sei la mia mamma.. sarai sempre la mia mamma"
Piango silenziosamente mentre Saray mi accarezza leggermente la schiena per calmarmi.
Si dice che i gatti abbiano dalle sette alle nove vite, io sono sicura che gli scorpioni ne abbiano almeno in centinaio.
Saray mi scrolla appena e alzo lo sguardo verso Zulema.
Ci metto un paio di secondi per accorgermi di quello che i miei increduli e stupiti occhi hanno davanti e il mio cuore si ferma per un solo istante in cui nel silenzio riecheggia nella stanza una voce che riconoscerei fra mille "Ti voglio bene anche io, Lucia"
Lei è tornata a casa.
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Hasta siempre
Fanfiction3. Sequel di "Mentiras" Quattro anni dopo aver lasciato Zulema, Macarena vive la sua vita a Malaga con la figlia e i suoi amici. Ma proprio quando tutto sembra finalmente essere sistemato il ritorno dello scorpione mette a dura prova i nuovi equil...