Capitolo 74

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Tic.tic.tic.

Mi sembra di avvertire l'orologio andare indietro di secondo in secondo.

"Ho il dovere di avvisare Zulema" Ethan tira fuori il cellulare pronto a eseguire gli ordini come il soldato che è sempre stato.

"Ethan" lo chiamo e mi guarda interrogativo "Puoi aspettare? La turberai.."

Ethan guarda Nadia, insicuro su come agire e lei guarda me "Deve sapere che hai un'ora e venti di vita, Macarena.." fa una leggera pausa e nel suo sguardo dispiaciuto aggiunge in un filo di voce "Lo devono sapere entrambe"

"Ok.. chiamala"

ZULEMA

Lucia si è appena calmata per grazia divina e onestamente non mi sento nemmeno di incolparla perché se non fossi così brava a controllare le mie emozioni, starei dando i numeri come lei. Mi squilla il cellulare e quando leggo il nome di Ethan il mio cuore smette di battere. Mi guardo intorno e, non sapendo se sono buone o cattive notizie, decido di prendere la chiamata in corridoio "Pronto?"

"Zulema.."

Mi chiama e nella voce non ho alcun dubbio che si tratta di una brutta notizia

"La bomba ha un timer"

Spalanco lo sguardo e le gambe mi cedono appena per questo mi appoggio al muro.

La bomba ha un timer.
La bomba ha un timer.
La bomba ha un timer.

La frase rimane bloccata in testa e si ripete come in un loop mortale

"Zulema? Mi hai sentito?"

"Quanto tempo abbiamo?" Chiedo guardando davanti a me il vuoto che si fa spazio nel mio petto.

"Un'ora e un quarto"

Che cos'è un'ora e un quarto nell'arco di una vita?
Assolutamente nulla.
Non è un cazzo.

"Ok.. ho capito.." dico glaciale, mi sento un cazzo di automa senza emozioni, non ho nemmeno la forza di esternare "..come sta?"

"È stanca ma tiene duro"

"Grazie, Ethan, ci sentiamo" chiudo la telefonata.

Appoggio la testa alla parete e la muovo appena a destra e a sinistra.
Trattengo le lacrime, non me ne rimangono molte da versare.

Il respiro è ridotto al minimo e il battito cardiaco c'è solo per ricordarmi che sono viva. Se è così che posso definire questo stato di agonia perenne.

Se muori tu, muoio anche io.

La sua voce risuona nella testa e solo adesso mi rendo conto che per me è la stessa identica cosa.

Non solo la sua vita è appesa ad un filo ma anche quella di tutti noi.

Sento la porta aprirsi e Cris mi guarda "Brutte notizie" mi dice non appena vede la mia faccia, faccio un leggero cenno di sì "Di che si tratta?"

"La bomba.. non è soltanto estremamente difficile da disinnescare ma ha anche un timer" mi passo una mano sul viso "Comunque vada, Maca ha ancora un'ora e tredici minuti di vita" imposto l'ora sul mio orologio al polso "Cazzo!" Sbotto tirando un paio di pugni al muro, non posso credere che alla fine vinceranno loro.

Cris mi blocca prima che mi faccia male "Non è colpa tua" mi assicura "Ho sentito la sfuriata di Lucia.. ha torto e anche lei lo sa!"

"L'ho fatta passare per prima" dico con la voce spezzata mentre mi passo una mano nervosamente sul viso "L'ho fatta uscire per prima in un gesto stupido per smorzare la tensione" i sensi di colpa mi stanno mangiando viva "Doveva toccare a me"

"Lei non è ancora morta, non parlare come se lo fosse!" Mi sgrida tirandomi per un braccio "Hai il diritto di essere preoccupata ma hai anche il dovere di tenere duro finché non sarà troppo tardi" mi punta il dito contro "Di là c'è tua figlia.. che è in pena per sua madre.. ed è arrabbiata con te perché ti vede la causa dei loro problemi.. se tu non farai qualcosa per starle accanto e questa situazione finisse male, più di una vita sarà distrutta"

Annuisco cercando di prendere aria ed entro, Lucia si alza in piedi e mi guarda capendo che so qualcosa "Che succede? E guai se mi menti!"

"La bomba ha un timer.. le resta un'ora e dieci minuti" le dico senza girarci troppo intorno, l'intera squadra reagisce a questa notizia.

Lucia mi guarda sconvolta "Voglio andare da lei"

"È fuori discussione" rispondo categorica.

"È mia madre" mi ricorda.

"È pericoloso" le ricordo io, sapendo che là fuori c'è Fatima.

Alza le spalle con sufficienza "Non mi importa"

"Fatima è ancora in giro e non aspetta altro che tu esca da qui" le ricordo preoccupata di perdere entrambe nello stesso giorno, come avevano pianificato fin dal principio.

"Non me ne fotte un cazzo di quello che vuole quella maledetta stronza!" Mi urla contro "Voglio vedere mia madre"

"Con una scorta.. si può organizzare" prova a suggerire Saray.

"Non è sicuro.. una videochiamata?" Le propongo.

Lucia scoppia a ridere istericamente "Stai scherzando? Dovrei dirle addio attraverso uno schermo?!"

"Non ti porto fuori di qui" le dico irremovibile al riguardo.

"Sono adulta e maggiorenne, non mi serve il tuo permesso" mi supera dirigendosi dalla porta ma Tim e Tony le sbarrano la strada "Hai voglia di scherzare?!" Sbotta.

Mi volto per guardarla e con un tono relativamente calmo le dico "Non esci da qui.. le ho promesso che ti avrei protetta"

Lucia avanza nella mia direzione puntandomi il dito contro "Se non me la fai vedere prima che scada il suo tempo io non te lo perdonerò mai, Zulema"

Ritorna a chiamarmi per nome e questo è decisamente un colpo al cuore ma la sua sicurezza viene prima di tutto "Non abbiamo il tempo di organizzare uno spostamento in sicurezza"

"Non mi importa.. portami da lei" mi chiede con uno sguardo supplichevole "Per favore" aggiunge con un filo di voce.

La prendo in un abbraccio sapendo che è quello che le serve davvero in questo momento, le accarezzo i lunghi capelli biondi che mi ricordano incredibilmente sua madre in questo momento "Anche se ti mettessi su una macchina e sfrecciassimo nel traffico.. non arriveremo in tempo e se mai dovesse esplodere non ti voglio sapere in quel quartiere"

Lucia, sapendo che non ci sono alternative e che forse ho ragione, ricambia il mio abbraccio, scoppia in lacrime affondando il viso nel mio petto e stringendomi così forte da lacerarmi il cuore.

Hasta siempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora