Capitolo 41

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Esco in veranda e trovo Lucía sul dondolo, è talmente immersa nei suoi pensieri da non essersi accorta della mia presenza "Mi dispiace"

"Mi hai nascosto tantissime cose" mi risponde senza guardarmi, fissa un punto impreciso davanti a lei "Ma ho sempre pensato che non eravate due persone normali.. insomma.. io c'ero quando avete fermati quel camion di Armand.. sono sicura che le impiegate non saltano da auto in corsa" il cinismo l'ha preso tutto da Zulema.

"Non sono sicura di cosa dire al riguardo.. Mi vergogno del mio passato.. ho pensato che nascondendoti questo ti avrei protetta ma la verità è che proteggevo me stessa" mi siedo accanto a lei e guardo nella sua stessa direzione mentre mi tormento le dita delle mani "Mi sono assicurata che tu vivessi una vita completamente diversa.. questo lavoro ti lascia cicatrici e ferite che nonostante gli anni continuano a sanguinare.. ho sempre desiderato molto di più per te" lei resta ad ascoltarmi senza dire nulla "Più volte il pensiero di non fare abbastanza o che tu potessi smettere di volermi bene per ciò che sono mi ha sfiorato la mente e non ti nascondo che mi terrorizza.."

Sposta lo sguardo su di me e la vedo delusa e ferita "Non potrei mai giudicarti o volerti meno bene, come hai potuto solo pensarlo?"

"È un fardello così grande e tu eri così piccola quando ti hanno presa" scuoto la testa sentendomi in colpa.

"Che cosa è successo con Zulema per farmi crescere in quella casa con un mostro?" Mi chiede a bruciapelo "Perché lui lo era, Mamma, ricordo bene che facevi di tutto pur di tenermi alla larga" abbasso lo sguardo senza sapere che cosa rispondere se non la verità che mi risulta insopportabile anche solo da ammettere.

"Quando ero incinta di te.. John e Roman mi presentarono delle prove che dimostravano che Zulema era una traditrice.. la cosa mi spezzò letteralmente il cuore.. mi chiesero di regolare i conti per dimostrare di essere innocente se mi rifiutavo sarei morta con lei" una lacrima mi solca il viso silenziosa e lenta "Così presi una decisione: scelsi te. Le sparai al cuore e chiusi in una scatola ogni sentimento. Per me esistevi solo tu. Dieci anni dopo si è presentata alla mia porta in salute e cambiò tutto.. scoprii solo allora che stavo dalla parte sbagliata, le prove erano false e lei era innocente. Credo che non riuscirò mai a perdonarmi per questo"

"Fa strano.. scoprire chi siete solo adesso" non riesco a interpretare il tono della sua voce "Ho vent'anni e solo ora conosco la verità.. Zulema non mi ha mai detto nulla e onestamente forse è meglio. Essere cresciuta isolata non è stato così male, sai?" Mi chiede in un leggero sorriso malinconico "Soprattutto quando è tornata.. la sua presenza fa una grande differenza.. in te e, di conseguenza, in noi"

"Non è giusto che tu debba portare il peso di queste nostre scelte" le dico mortificata.

Lei ha uno sguardo totalmente diverso "È giusto invece perché faccio parte di questa famiglia.." Annuisce appena "E non voglio più che mi teniate all'oscuro di nulla"

"Te lo prometto" sorrido leggermente vedendo la sua immensa forza.

Il suo sguardo cambia "Voglio che mi insegni"

La guardo perplessa "Che cosa?"

Lei mi guarda sempre più convinta di questa scelta "Non voglio essere impreparata il giorno che arriveranno.. Fatima mi odia"

Scuoto la testa decisa "Non si avvicinerà a te"

"Tu questo non me lo puoi promettere" mi risponde e capisco che ha maledettamente ragione "Insegnami a difendermi"

"Ne sei sicura?" Le chiedo un po' dubbiosa "Non è una passeggiata di salute.."

Il suo sguardo si fa più deciso "Ricordo bene ciò che sai fare.. ho il tuo sangue, il tuo DNA.. ce la posso fare"

Sorrido orgogliosa accarezzandole il viso "Questo è sicuro" mi prendo qualche istante per decidere "D'accordo"

"Zulema?" Mi chiede un po' preoccupata "Qual'è il piano?"

"C'è una squadra di recupero che parte fra due ore.. sono ragazzi in gamba, metà di loro li ho addestrati io stessa e l'altra metà li ha addestrati Zulema.. agenti fidati" spiego obiettivamente.

"Ma..?" Mi chiede osservandomi attentamente "Perché c'è un ma in questo discorso"

"Hanno bisogno di un capo e io sarei la persona più adatta" dico onestamente senza girarci troppo intorno "Ma non prenderò alcuna decisione senza prima parlarne con te.. perciò ti chiedo.. Che vuoi che faccia? Resto qui con te o vado con loro?" Le chiedo guardandola negli occhi "Farò qualsiasi cosa tu mi dirai" le assicuro in un sorriso amorevole.

Lei abbassa lo sguardo per pensare, la decisione non è affatto facile prr nessuna delle due. Se mi vuole al suo fianco per proteggerla resterò a casa anche se la mia volontà è quella di andare a salvare Zulema.
Rialza la testa e punta uno sguardo deciso nel mio "Riporta a casa la mamma" è la prima volta che la chiama mamma da quando è tornata, Zulema sarebbe commossa nel sentirla e mi assicurerò che riesca a farlo.

"Ok" Le stampo una serie di baci sul viso mentre la stringo forte a me. Appoggio la fronte contro la sua e ci prendiamo un momento "Sono orgogliosa della donna che sei diventata"

Mi alzo e vedo Saray sulla soglia, non mi ero accorta che ci stava osservando "Voglio che resti con lei e le insegni" le ordino.

"Che cosa?" Mi chiede un po' titubante.

"Tutto quanto" rispondo sicura e poi guardo un'ultima volta mia figlia "È pronta"

Rientro in casa per prepararmi un borsone con le mie cose, ho ancora uno scompartimento segreto con tutte le mie armi perché puoi levare la persona dall'agente ma non l'agente dalla persona. Saray mi segue con lo sguardo "E tu? Che hai intenzione di fare?"

Indosso la mia vecchia giacca di pelle nera e la guardo "Vado a salvare Zulema"

L'ultima partita era appena iniziata ed io ero pronta a portare a casa una vittoria memorabile.

Hasta siempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora