Capitolo 27

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Ritorno a casa senza Lucia, mi raggiunge questa sera io invece non riesco a restare un minuto di più.

Sto male fisicamente ed emotivamente.

La situazione non può andare peggio di così, siamo tornate al solito ping pong, alle liti, alle urla, alle lacrime.

L'amore che provo per Zulema è la causa di questo mio stato d'animo.

Non è un capriccio, non faccio l'orgogliosa e nemmeno la preziosa.

Mi fa male davvero starle accanto.

È come se il mio cibo preferito fossero i dolci ma avessi il diabete.

Veleno e antidoto.
Dolore e cura.
Odio e amore.

È tutto.. ma potrebbe essere niente.

Sono forte ma con lei non potrei essere più vulnerabile di così. Mi annienta. Ha in mano il mio cuore, ogni volta che stringe il pugno, la mia luce è meno brillante e rialzarsi è più complicato.

Non può rientrare nella mia vita, farla entrare nel mio mondo sarebbe come darle le chiavi in mano di tutti i miei sentimenti.

Non è mai stata delicata.
Il terrore che finisca sempre nello stesso modo mi controlla.

Quando suona il campanello so bene che sono loro, apro la porta, Lucia entra dandomi un bacio sulla guancia "Ciao Zulema, a domani"

"Ciao Tesoro" la saluta con un sorriso e poi mi guarda "Macarena.."

"Buona serata Zulema, grazie" dico senza guardarla in faccia e chiudo la porta.

Picchietto appena le dita contro la porta e poi mi giro, mi trovo Lucía con uno sguardo attento e io che pensavo fosse salita a cambiarsi. Accenno un sorriso finto "Ciao cucciola, tutto bene?"

"Hai pianto" non me lo chiede lo sa e basta.

"No" distolgo lo sguardo da lei per tornare in cucina.

Mi insegue con quello sguardo osservatore "Bugiarda"

"È che non ne voglio parlare.." dico semplicemente versandomi un bicchiere d'acqua "..hai cenato?"

"Sì, Zulema ha fatto la pizza" si siede sullo sgabello davanti a me.

"Bene" metto via tutto.

"Ehi.. le manchi" mi blocco e la guarda "Ha smesso di sorridere quando te ne sei andata.. suppongo che le cose siano collegate"

"Manca anche a me" ammetto in tutta sincerità.

Lei mi viene accanto "Sicura che non vuoi proprio?"

"Molto sicura, tesoro" l'abbraccio forte "L'importante è che tu stia bene"

Mi guarda negli occhi "Vorrei vederti felice come il giorno del vostro matrimonio"

Le sorrido forzatamente e le lascio un bacio sulla fronte "Lo vorrei anche io, buonanotte tesoro"

Lei sale le scale e la vedo entrare in stanza. Mi suona il cellulare e sul display leggo: Zulema.

Ignoro la chiamata e metto a posto le ultime cose.

Mi chiama una seconda volta e poi una terza.

Chiamerà finché non avrà una risposta quindi rispondo "Che cosa vuoi Zulema?"

"Hai ragione"

"Puoi essere un pochino più precisa? Mi capita spesso di aver ragione" mi siedo sulla poltrona e metto le gambe sul tavolino.

Hasta siempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora