Capitolo 42

199 14 11
                                    

Entro in camera mia.

Una settimana fa mi rigiravo nelle lenzuola con Lei e ci sembrava che tutto ormai fosse acqua passata.

Quante cose possono cambiare nel giro di un attimo?

Talmente tante da non riuscire nemmeno a contarle.

Mi guardo l'anello di fidanzamento appeso al collo.

Un diamante perfetto.

Non sono mai stata impressionata dai soldi, dal denaro o dai gioielli.

Ma tengo a questo anello in maniera incredibile. È il nostro anello. Un simbolo del nostro amore eterno.

"Ricordo bene quando mi ha chiesto se volevo che diventassimo una famiglia" alzo lo sguardo di scatto e Lucia mi guarda sulla soglia della porta "Era in imbarazzo e impacciata.. con la paura che dicessi di no soprattutto perché ne avevamo passate tante e John era stato un incubo"

"Che cosa ti disse?" Le chiedo curiosa.

"Che ti amava, che mi voleva bene e che voleva di più per tutte noi" si avvicina a me e mi prende l'anello dalle dita con delicatezza "Voleva sapere la mia opinione.. non si era accorta che ha sempre avuto la mia approvazione"

"È vero.. fin da quando l'hai vista in quella fotografia nel vecchio album di famiglia" le sorrido amorevolmente.

"Tu sei diversa quando lei è intorno a te.. lo siete entrambe in realtà.. vi donate luce a vicenda ed è come se riusciste a splendere maggiormente" mi ripassa l'anello e si siede sul materasso "Ciò che condividete.. non so nemmeno come definirlo perché è molto più complicato della semplice parola amore.. c'è di più.. per questo ti dico che devi andare.. solo tu puoi riportarla a casa, mamma"

"Non è così facile.. Spero che tu te ne renda conto" la guardo negli occhi e capisce che c'è anche la possibilità che fallisco.

"Non fallirai" non so bene se lo dice per convincermi o per escludere l'opzione peggiore a prescindere.

"Beh questo lo spero" mi sfilo la catenina dal collo e l'appoggio sul mobile.

"Te la togli?" Mi chiede stupita.

"Niente effetti personali in missione" la informo con distacco.

Corruga un po' la fronte e poi si alza "Secondo me la dovresti tenere"

Mi sorprende, come sempre del resto, prende la catenina dal mobile "Perché?"

"Hai un pezzo di lei con te.. tu sei più forte quando c'è lei.." me la rimette al collo e poi la nasconde sotto la maglietta "Non devi indossarlo, solo portarlo così.." è come se non ci fosse ma c'è, nascosto sotto i vestiti "Nessuno lo vedrà ma tu saprai che è qui con te" mi sorride "So che ami essere indipendente ma la verità è che hai bisogno di Lei.. ed è il modo più facile che hai per averla accanto"

L'abbraccio senza commentare quanto le voglio bene e quanto mi rende fiera di lei "Mi dispiace di averti mentito"

Mi stringe forte "Ho capito perché lo avete fatto.. mamma, torna a casa" mi guarda negli occhi "Tornate entrambe a casa, per favore"

Le accarezzo il viso, fisso nella mia memoria e nei miei ricordi ogni più piccolo dettaglio del suo volto giovane e così simile al mio "Ti voglio così tanto bene, Lucía.."

"Anche io te ne voglio tanto" mi schiocca un bacio sulla guancia e appoggia la fronte contro la mia "Siamo io e te contro il mondo intero"

Chiudo gli occhi. Mi godo questo momento perché ne avrò bisogno quando starò via e potrò pescarlo nel baule dei miei ricordi migliori. Ispiro il suo profumo e sento la stretta della braccia che mi avvolgono il un abbraccio che sa di amore ma anche di paura "Io e te contro il mondo intero"

Afferro le ultime cose e usciamo, Saray ci aspetta davanti all'ingresso. Mi abbraccia e ne approfitta per chiedermi "Sei sicura che non vuoi che venga anche io?"

Annuisco leggermente "Ho bisogno che resti qui ad addestrarla" ribadisco assolutamente convinta "Un corso intensivo, di tutto e di più. Non mi aspetto che diventi come noi ma voglio che non si trovi impreparata davanti alle difficoltà"

"Ci vado giù pesante?" Mi chiede incerta.

"Mi aspetto che tu faccia del tuo meglio perché sia pronta.. mi fido di te" le appoggio le mani sulle spalle "Fai in modo che sia in grado di difendersi" Annuisce facendomi capire che ha recepito l'ordine, abbasso lo sguardo e sto per chiederle una cosa più importante "Saray.."

Non mi lascia parlare, lo capisce da sé quello di cui ho bisogno "La proteggerò" mi assicura in un sorriso complice.

Mi si spezza il cuore al solo pensiero ma c'è di più "E se non..."

"Tornerete entrambe a casa, non dirlo nemmeno" mi abbraccia forte.

Saluto mia figlia in un abbraccio silenzioso e Saray mi accompagna alla macchina. Rivivo questa e so già come finisce. Guardo la gitana con un groppo alla gola e gli occhi lucidi "Abbi cura di nostra figlia, Saray" lei scuote la testa e le vengono gli occhi lucidi "Ti prego.. devo partire con la consapevolezza che non la lascio sola e che qualsiasi cosa accada avrà qualcuno che veglierà sempre su di lei"

Mi abbraccia più forte "Ti prometto che non sarà sola come lo siamo state noi.. avrà me.." mi guarda negli occhi "Ma avrà anche voi due perché tornerete a casa, sane e salve. Hai capito? Non finisce qui"

Annuisco anche se non troppo convinta "Stammi bene, Gitana"

Salgo in auto ed esco dal mio vialetto, la vedo scomparire dallo specchietto retrovisore e sento un paio di lacrime rigarmi il viso. Le lascio scendere e poi mi asciugo le guance con gesti rapidi e decisi. Indosso la maschera da agente, un'armatura che avevo accantonato ma che è sempre stata a portata di mano.

Rivesto i panni di una versione di me che ho tenuto in un angolo dentro di me per anni ma di cui ho estremamente bisogno in questo momento, non sarà la mamma e moglie amorevole a salvare Zulema ma la figlia di puttana che vive ancora in me e che devo risvegliare.

Si vince con l'oscurità, non con la propria luce.

Hasta siempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora