Capitolo 45

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Rientriamo alla base ormai nelle tenebre di una notte ormai inoltrata.

Scesi dalle Jeep, consegno il materiale a Cris con l'ordine di portare tutto nella sala operativa "Il custode è in palestra"

"Lasciamolo crogiolare nella sua paura" dico tranquillamente, Ethan mi affianca "Le telecamere della banca?"

"Funzionavano.. Benji ha i dati, li sta elaborando. Abbiamo una riunione fra un'oretta" mi informa e io annuisco piano.

Mi fermo sulla soglia e li guardo tutti "Perfetto grazie, prendiamoci questa ora per rilassarci un secondo.. ottimo lavoro, grazie a tutti"

Mi incammino verso il terrazzo interno e mi siedo sulla poltrona accanto al gazebo nel bel mezzo del giardino che ricorda tanto quello di casa mia.

Mi scrocchio leggermente il collo e cerco di rilassarmi, per quanto possibile, siamo appena arrivati e abbiamo già qualcosa. È un bene tutto considerato ma in questo lavoro si impara che un attimo prima sembra andare tutto liscio e un attimo dopo va tutto a puttane.

Alzo lo sguardo al cielo, c'è un oceano di stelle sopra la mia testa.
Chiudo gli occhi e ritorno a ventitré anni fa..

il ricordo è vivo come se lo vivessi in questo momento.

Sedute l'una accanto all'altra con una birra ghiacciata in mano ci rilassavamo dopo una giornata lunga ed estenuante

Quello deve essere l'orsa maggiore..

Sai riconoscere le costellazioni, Zulema?

No.. ma mi sembra un orso davvero davvero grande!

Ahahahah ma che cazzo dici?!

Quella invece è la stella polare

Zulema.. è impossibile che lo sia perché si muove.. è un aereo!

E tu che ne sai? Sei una scienziata o una studiosa dell'astronomia?

No ma.. so che le stelle non viaggiano così.. a parte le stelle comete e quella non è una stella cometa!

Sei una sapientona del cazzo, Ferreiro

Facile esserlo quando tu non sai distinguere una stella da un aereo, Zahir

Una sapientona e anche sbruffona!

Ma sta zitta!

...fammi stare zitta tu.

Sorrido come una deficiente ricordando come si stava stretta tra le sue braccia, a come mi sentivo al sicuro e bene. Mi sentivo davvero bene. Non ci frequentavamo da molto, era più una relazione aperta in realtà, ma sentivamo che era destinata a molto di più. Ed è stato così.

Ciò che da sempre ci ha legato è nata come una sintonia, un'intesa e si è trasformato in una necessità, un amore così grande che spesso risulta impossibile gestire.

Eravamo agli inizi e non toccavamo mai l'argomento ma eravamo silenziosamente certe che sarebbe durata tutta la vita.

Mi passo una mano sul viso e mi accorgo che sto piangendo silenziosamente, il mio modo di sfogare la sofferenza che mi annega il cuore. Intrufolo la mano nella scollatura della maglia e tiro fuori l'anello di fidanzamento "Mi manchi da morire" dico con un filo di voce senza pretendere di ricevere alcuna risposta. Ma mi piace pensare che ovunque lei si trovi, lei stia pensando a me.

"Posso sedermi?" La voce di Nadia mi indica la sdraio li accanto alla mia, mi ricompongo subito e infilo l'anello dentro i vestiti.

"Sì, certo" le dico tranquillamente, nonostante il fatto sia sorpresa della sua vicinanza.

Hasta siempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora