Capitolo 6

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ZULEMA

Sono tornata per rimettere a posto le cose perché voglio credere di poter aggiustare i miei casini. Ho sfasciato la mia famiglia e me ne prendo ogni responsabilità, tocca a me rimediare.

Così decido di portare Lucia in un posto molto simile al chioschetto dei gelati nei giardini di Madrid, il nostro posto.

Appena arriviamo lei si guarda intorno "Perché mi hai portato qui?"

"So che non è la stessa cosa.. soprattutto perché non siamo a Madrid.. Ti ricordi? Era il nostro posto" spiego un po' impacciata.

"Avevo sedici anni" mi ricorda un po' tesa.

"Ma ti piace comunque il gelato no?" Le chiedo avvicinandomi al chioschetto "Oppure è una prerogativa solo per gli adolescenti?" Scherzo, la vedo tesa e spero di stemperare un po' facendo una battuta stupida ma mi accorgo subito che non ottengo affatto l'effetto desiderato.

"Sono ancora arrabbiata con te" mi dice seria e diretta, un po' sulla difensiva.

"Lo so" rispondo colpevole.

"Hai ferito tantissimo la mamma" aggiunge e a questo punto abbasso lo sguardo, è chiaro che non basterà un gelato.

"Lo so" ammetto in un sussurro.

Scuote la testa e vedo che i suoi occhi si riempiono di lacrime "Come hai potuto?"

Mi avvicino di un passo ma, proprio come sua madre, indietreggia senza lasciarmi avvicinare "Lucía.."

"Come hai potuto farci una cosa del genere?" Me lo chiede con voce spezzata, mi guarda ma senza riconoscermi, l'ho spezzata ed è colpa mia. Tutta colpa mia. "A me! Alla mamma! Eravamo una famiglia e pensi di risolvere tutto con un gelato?" Il suo tono di incrina dalla rabbia e dalla delusione.

Mi distruggo le mani "Io.. sono mortificata e non so come.. non so come aggiustare le cose" ammetto in tutta sincerità.

Il suo sguardo si fa severo "Forse è perché non puoi" gira i tacchi e se ne va.

La chiamo correndole dietro "Lucia!"

"Vado a casa" mi urla senza nemmeno girarsi a guardarmi.

Se ci fosse solo un modo per aggiustare le cose.

MACARENA

Lucia entra improvvisamente in casa sbattendo la porta, riesco a bloccarla prima che salga le scale, le prendo il viso tra le mani e vedo subito che ha pianto "Lucia! Ehi che ti prende?"

Abbassa lo sguardo "Niente, mamma, scusa io.. voglio solo andare a dormire" scivola via dalla mia presa e suonano alla porta.

"È Zulema?" Le chiedo senza essere sicura di quello che sia successo.

Annuisce "Non voglio vederla" mi dice salendo le scale.

Zulema risuona alla porta, alzo gli occhi al cielo e le apro piuttosto incazzata "Dammi una ragione per non riempirti di botte"

Alza le mani mostrandosi innocente "Non ho fatto nulla, te lo giuro. È arrabbiata e spezzata e.."

"Ed è soltanto colpa tua" aggiungo al posto suo.

I suoi occhi si appannano dalle lacrime "Io non volevo"

"Lo hai comunque fatto e sei sparita per quattro anni. Quattro anni!" Mi passo una mano sul viso e ammetto a me stessa che non sarà facile uscire da questa situazione "Lucía è cresciuta.. eri il suo idolo, una figura importante, un punto di riferimento.." non glielo dico male, semplicemente è un dato di fatto.

"Maca.. per favore" è chiaro che non vuole che le racconti nulla, invece ritengo che deve sapere che cosa ci ha fatto passare per capire le nostre ragioni per essere così distanti.

"E sei semplicemente sparita dalle nostre vite dopo aver dichiarato che non mi ami più e che lei non è tua figlia" non la guardo nemmeno quando glielo dico, fa male. Fa davvero molto male ricordare quella sera dove è cambiato tutto.

"Non era vero.. ho sbagliato" dice sicura.

Rido appena "Dirlo adesso non cambia proprio un cazzo" doveva dirlo quattro anni fa, adesso sento solo parole che si disperdono nel vento che non hanno alcun valore se non quello di rompere il silenzio.

"Dimmi come rimediare" mi chiede supplichevole.

La guardo severamente "Ho smesso di farti da consulente per nostra figlia, vuoi rimediare? Trova una soluzione da sola.. prima di perdere Lucia per davvero" ho fatto già tanto, più di quello che probabilmente si merita, ma non sforzerò mia figlia a instaurare nuovamente un rapporto con lei se non è ciò che vuole "Buona serata, Zulema" le chiudo la porta in faccia senza aspettare nemmeno che mi risponda, non voglio sentire altre ragioni.

Il giorno dopo
ZULEMA

Vado proprio davanti alla facoltà universitaria di Lucia, non ho idea di che orari abbia ma mi inchiodo qui finché non esce.

Perdo il conto del numero delle ore che aspetto e finalmente un gruppo immenso di ragazzi esce dall'edificio.

La vedo con un gruppo di amici, mi ricorda sempre di più Maca. Non solo nell'aspetto ma anche negli atteggiamenti, è un sole che splende di luce propria come sua madre.

Appena mi vede si blocca sul posto e poi decide di avvicinarsi "Che ci fai qui?"

"Volevo vederti" le dico semplicemente con un leggero sorriso.

"Senti Zulema ci abbiamo provato.." mi sta per tagliare ma non glielo lascio fare.

"Mi dispiace" ammetto sinceramente, è la prima cosa che mi scuso davvero "Ti chiedo scusa per ciò che ho detto e fatto in quell'ultimo periodo" abbasso lo sguardo colpevole "Ho detto cose che non pensavo e sono sparita per anni. Non ho scusanti. Mi dispiace davvero tanto, credimi" quando rialzo la testa il suo sguardo è leggermente cambiato "Senti.. io ho detto che non eri mia figlia ed è una bugia perché ho sempre sentito di essere tua madre fin quando eri nel pancione e dovevamo ancora scoprire se fossi stata maschio o femmina.. il punto è.. che legalmente non sono tua madre ma vorrei esserlo se anche tu lo vuoi.. perciò ecco.." tiro fuori dalla borsa dei documenti, fogli per il riconoscimento della genitorialità e glieli porgo.

Li legge velocemente "E mamma?"

"Resta il genitore 1, io sarò il genitore 2.. è solo una formalità ma.. vorrei che fosse ufficiale" spiego semplicemente e poi prendo una leggera pausa per dirle "Sei mia figlia, Lucia, lo sei sempre stata e ti voglio davvero bene"

I suoi occhi sono sui fogli "Questa non me l'aspettavo.." pensa ad alta voce.

"Se hai bisogno di tempo per pensarci.." aggiungo, non voglio che si senta obbligata o forzata a fare nulla.

Scuote la testa "No.. per me va bene" ed è con questa semplice frase che vedo uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.

"Davvero?" Le chiedo decisamente sorpresa.

"Sì.. qui leggo che serve anche la firma di mamma" mi indica un punto nella pagina, sapevo già di questo dettaglio, ride divertita "Buona fortuna a convincerla"

arrabbiata eh" commento sapendo che è l'eufemismo del secolo.

Alza lo sguardo nel mio e dice una semplice parola però enfatizzandola così tanto da farmi venire un colpo "Furiosa"

Hasta siempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora