Quasi un settimana passa, Lucia si occupa di Zulema tutto il giorno, con la paura di perderla ha acquisito la meravigliosa voglia di non perdere nemmeno un minuto.
Il tempo.
È il nemico più potente che abbiamo e spesso ce ne dimentichiamo.
Lo facciamo passare non curanti del fatto che ogni minuto è perso.Ogni volta che si muove la lancetta dell'orologio in avanti siamo più o meno consapevoli che non tornerà indietro, continua solo ed esclusivamente a procedere in avanti, un po' troppo velocemente a mio parere personale.
Il fatto che abbiamo rischiato di perderla ci ha fatto capire che non possiamo più rimandare le cose.
Soprattutto Lucia lo ha capito.
Che se prima faceva un po' l'orgogliosa sfuggente adesso le sento parlare tantissimo durante il giorno e spesso rimango ad osservarle in disparte meravigliata dal loro rapporto così unico e sempre più affiatato.
Io invece mi sono avvicinata a lei a piccole dosi, non dormo nel letto con lei e spesso le tengo compagnia solo durante i pasti.
Il motivo è uno solo: sono irrequieta.
Non dormo. Mai. Soffro di insonnia probabilmente perché ho come il terrore che se chiudo gli occhi o mi distraggo un momento di troppo potrebbero portarmi via la mia famiglia e non voglio che questo accada, ci sono arrivati così vicini fin troppo volte che la paura ormai è concreta.
Per questo continuo a lavorare con la squadra alle spalle di Zulema, che ritengo ancora troppo debole da coinvolgere, perché finché la partita non è conclusa non riuscirò a trovare pace.
Inoltre ogni volta che tocco l'argomento di ciò che è successo in quello stabilimento, lei si rifiuta categoricamente di parlarne perciò gli indizi che potrebbe fornirci sul piano professionale ma anche tutte quelle cose legate alla nostra vita di coppia semplicemente non esistono. C'è un muro fra di noi. L'ho costruito io per paura e l'ha rinforzato lei perché ha smesso di aprirsi con me.
Sono in veranda quando sento dei passi dietro di me, mi volto e la vedo camminare tranquillamente sulle sue gambe nella sua favolosa vestaglia nera "Ehi, sei in piedi!" Dico entusiasta nel vederla così padrona del suo corpo.
Lei mi sorride svogliata e annoiata "Dopo cinque giorni a letto a dormire direi che posso anche alzarmi" si stiracchia sbadigliando "Sono quasi del tutto in forma e penso che se non faccio qualcosa potrei uscire fuori di testa"
Rido appena per il suo velato cinismo "Mi sembra giusto"
Mi viene accanto ma continua a tenere le distanze "Ho notato che sei venuta da me pochissime volte" mi fa intendere che si è accorta di questo muro fra di noi e le dispiace ma che tempo stesso non è disposta ancora a fare la sua parte.
Alzo le spalle e svio questa affermazione "Ho molte cose di cui occuparmi" non mento, è davvero così ma il tempo volendo si trova ed io avevo bisogno di ritrovare il mio equilibrio.
Ma lei è sempre stata brava a capirmi, la migliore "Stai gestendo la squadra al posto mio" non me lo chiede, lo sa.
"Non è un discorso che voglio affrontare" rispondo duramente spostando lo sguardo da lei al nostro giardino.
"È la mia squadra e se ho ragione, stai lavorando contro mia madre e Fatima.. voglio parlare di quello che stai facendo" cerca di imporsi ma in questo caso io sono più dura di lei e poi c'è un piccolo dettaglio che sta inconsciamente trascurando.
"Non è un discorso che voglio affrontare adesso.." preciso, poi indico la cucina con lo sguardo e un sorriso divertito "..perché Lucia sta cucinando e vuole a tutti i costi che ceniamo solo io e te in veranda, devo forse ricordarti come può essere convincente e quanto è determinata nostra figlia?"
STAI LEGGENDO
Hasta siempre
Fanfiction3. Sequel di "Mentiras" Quattro anni dopo aver lasciato Zulema, Macarena vive la sua vita a Malaga con la figlia e i suoi amici. Ma proprio quando tutto sembra finalmente essere sistemato il ritorno dello scorpione mette a dura prova i nuovi equil...