Capitolo 35

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Teniamo la finestra aperta e vedo il suo profilo leggermente illuminato, è bellissima. Per me è sempre stata straordinariamente bella.

Tiene gli occhi chiusi mentre mi carezza la schiena nuda su e giù lungo tutta la sua lunghezza.

Siamo sdraiate, intrecciate tra noi tanto da sembrare un corpo unico e sono persa nell'ammirarla.

Ma è consapevole di essere incredibilmente bella?

Un sorriso ampio si disegna sul suo viso e si volta per incontrare il mio sguardo "Mi stai fissando.. di nuovo"

"È reale?" Le chiedo piano "Tu sei reale?"

Mi accarezza il viso e unisce le nostre labbra per dare prova che non sto sognando, che lei è quei per davvero e tutto è finalmente a posto "È reale" mi sussurra sulle labbra molto reale"

Le prendo il viso e la ribacio, non posso farne a meno. È sempre stata la fonte di ogni mio desiderio, una droga.

Le salgo sopra a cavalcioni e le nostre intimità si scontrano rendendo tutto molto più vivo. Le sue mani scivolano lungo il mio corpo arrivando al mio sedere.

"Avevo dimenticato quanto sei insaziabile" commenta non appena scendo con le labbra sul suo collo, la mordo per punirla.

"Come se tu fossi da meno" commento tornando a guardarla negli occhi.

Mi scosta i lunghi capelli per guardarmi negli occhi "Ma tu sai quanto cazzo sei bella?"

Rido e la bacio "È la stessa domanda che mi facevo prima" le mie mani scivolano sul seno e me ne impadronisco. Mi prende il viso e mi bacia, legando le nostre lingue. La mano mano scende e arrivo al centro solo superficialmente. Lei inizia ad ansimare sulle mie labbra, impaziente di averne molto di più.

E quando sto per entrare.. suona il cellulare "È il tuo" brontolo sulle sue labbra che continuo a baciare.

Ribalta le posizioni e mi viene sopra "Lascialo suonare" passa la lingua sul mio seno.

Ma invece di cessare, gli squilli aumentano, spegnendo tutto il fuoco che stavamo alimentando. Alzo gli occhi al cielo e lei batte una mano sul materasso "Cazzo! Ti giuro che ho voglia di frantumarlo contro il muro, ma che ore sono?" Dice agitata e nervosa mentre lo cerca al buio. Guardo la sveglia: le 3. Risponde "Saray.. spero che tu abbia una buona ragione per chiamarmi alle tre di notte" mi siedo sul materasso ammirando la sua figura nuda davanti a me. Cammina avanti e indietro come quando è concentrata e poi si blocca di colpo "Che cosa hai detto?!"

Sposta lo sguardo su di me e la vedo agitata nel senso negativo del termine, decisamente preoccupata "Che succede?" Chiedo ma lei è troppo presa da ciò che le sta dicendo Saray.

"Io.." mi guarda e si passa una mano fra i parli portandoseli indietro "..non posso venire adesso" scuote la testa e il suo tono si fa più deciso "Dico sul serio, Gitana, non posso venire!" Fa una leggera pausa "Ci sentiamo dopo, ok. Grazie per avermi informata" chiude la comunicazione e posa il cellulare sul mobile. Resta in piedi dandomi la schiena come se fosse bloccata.

"Parlami" le chiedo dolcemente così lei si volta e incrocia il mio sguardo.

"Hanno attaccato la mia società" lo dice senza alcuna intonazione nella voce e senza espressione. Sembra un automa. So che è una difesa.

"Feriti?" Le chiedo preoccupata.

Si siede sul materasso e si passa una mano sul viso, trema appena e so che è per il nervoso "Ethan è stato tramortito.. due dei miei sono morti"

Annuisco piano e capisco bene ciò che le ha chiesto di Saray: deve tornare a Madrid. Ma non ha il coraggio di dirmelo, probabilmente ha paura di perdermi, ha preferito dire direttamente di no dimostrandomi ancora una volta che ha scelto noi ma qui è diverso. È un'emergenza e i suoi hanno bisogno di un capo "Devi andare"

Alza lo sguardo di scatto "Ma..Ti ho promesso.."

Mi sposto vicino a lei "Un conto è una missione su territorio estero che puoi delegare ed un altro è il tuo dovere di capo" le accarezzo il viso portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Richiama Saray. Dille che stai arrivando"

"E tu?" Mi chiede terrorizzata soltanto all'idea di perdermi.

Le sorrido "Te lo sto dicendo io. Non ti devi preoccupare per me, non in questo caso"

Si alza a mi guarda "Se non vuoi che vada.."

La interrompo dandole tutte le sicurezze di cui ha bisogno "Vai, ci vuole un'oretta.. se tutto va bene sei a casa per cena.. e se dovessi tardare"

"Ti chiamo" conclude la frase al posto mio.

Mi sfugge una risata "Wow, solo dieci anni per capire le basi di un buon matrimonio: la comunicazione" la prendo in giro e finalmente ritorna quel sorriso.

Mi porge la mano gliela afferro e mi tira a sé "Stai zitta" mi bacia "..torno presto"

La vedo cambiarsi di fretta e furia, indossa una camicia e un paio di pantaloni, i tacchi alti e si trucca come sempre. Veste i panni del boss e indossa la maschera da stronza che le sta così bene da essere tenuta da tutti. Io mi vesto con i miei vestiti che raccolgo dal pavimento e l'accompagno alla porta. L'idea che stia per affrontare un'emergenza mi spaventa e mi irrequieta, so che deve andare ma non è facile per me tornare a questa abitudine che credevo ormai superata. Non posso perderla, non adesso che ci siamo appena ritrovate "Zulema.."

Si blocca e mi guarda "Hai cambiato idea?"

Scuoto la testa in senso negativo "Ritorna a casa" dico solo quello.

Annuisce e mi abbraccia "Saray sarà al mio fianco per tutto il tempo.. non accadrà nulla, credimi. Stasera sarò di nuovo qui, ceneremo insieme e faremo l'amore tutta la notte" mi prende il viso e lo accarezza "Interromperci in quel modo è stato di cattivo gusto, vado a fargliela pagare e torno" Mi fa ridere divertita per queste esternazioni, non sono più abituata nemmeno a questo "Ti amo"

La guardo negli occhi e le accarezzo il viso dolcemente "Ti amo anche io" mi bacia un'ultima volta stringendomi a lei e poi si costringe a uscire dalla porta. Guardo la sua macchina allontanarsi dal vialetto e immettersi sulla principale.

Zulema è tante cose. Essere un capo è fra queste e se la amo devo amare anche questo lato di lei.. ma non è facile, non è affatto facile.

Hasta siempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora