Capitolo 57

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Ci sono miracoli inspiegabili che ci fanno credere che potrebbe esistere qualcuno o qualcosa di davvero potente che ci protegge.

Sono quei regali della vita che non hanno prezzo e che ti permettono di rivalutare ogni cosa. Tutto acquista un valore e un'importanza diversa quando capisci il vero valore di ciò che hai davanti.

Io sono incantata nel vedere quegli occhi smeraldo puntati nei miei, resto ferma e immobile, incredula. Non realizzo. Potrebbe essere un'allucinazione. Sono sicura che lo sia. Lei mi sorride appena ma io sono scioccata e resto inchiodata nella mia posizione come se mi avessero messo in pausa.

"Chiamo il dottore" mi dice Saray entusiasta "Sapevo che questa figlia di puttana non muore così facilmente" la sentiamo urlare in corridoio.

Zulema ride appena e si rivolge a Lucia che la guarda con ammirazione e incredulità, Zulema le prende la mano nelle sue e in un sorriso orgoglioso le chiede "Hai davvero fatto addestramento con Saray?"

La ragazza annuisce timidamente "Dice che ho il tuo destro"

"Ma davvero?" Le chiede soddisfatta in una leggera risatina orgogliosa "Allora non vedo l'ora di verificarlo"

"Abbiamo tempo per questo" Annuisce Lucia lentamente mentre le prende la mano nelle sue "Adesso devi riposarti e recuperare le forze"

Il medico rientra in stanza e fa i suoi controlli, Zulema ogni tanto mi guarda. Io sono rimasta immobile attaccata alla parete. Viene visitata da testa a piedi con mille accorgimenti e nel giro di mezz'ora il dottore ci sa fornire una diagnosi aggiornata "Avrà bisogno di una settimana a letto.. cibi leggeri, niente sforzi, lasciamo che le ferite si rimargino completamente.. ho cambiato le bende e penso che avrà un rapido miglioramento, i parametri vitali sono nella norma e in base alle analisi posso confermare che la tossina è stata quasi del tutto smaltita"

"La ringrazio, dottore" rispondo in un sorriso cordiale ma distaccato.

"Sono sicura che tenermi una settimana a letto non sarà la parte più complicata" scherza Zulema, Saray ride rumorosamente e Lucia soffoca una risata mentre io no. Non rido per niente. Il vuoto e il dolore si sono impossessati di me e questo improvviso cambiamento mi ha lasciato senza parole. Sono felice, davvero felice, ma sono rimasta terrorizzata e quella paura è ancora lì dentro di me.

Sta bene.
Ma stava bene anche nella nostra camera.

È quello che penso.

Si sta scherzando.
Ma lo faceva anche fuori dallo stabilimento mentre mi dava della gelosa.

"La accompagno alla porta, grazie mille" dice Saray scortando fuori il medico e Lucia li segue, capendo che abbiamo bisogno di un momento da sole.

"Devo avere un aspetto terribile perché non smetti di fissarmi dal momento in cui ho riaperto gli occhi" mi dice con un leggero sorriso divertito, cerca di smorzare la tensione con le battute ma ci vuole molto di più per alleggerire la mia anima e lo capisce subito. Continuo a guardarla per qualche secondo, non ancora del tutto sicura che lei sia davvero davanti a me con quel cazzo di sorrisetto da stronza che ho voglia di baciare e quello sguardo profondo nel quale mi vorrei perdere "C'è una ragione particolare per la quale non ti sei mossa di un millimetro? La parete non sta già su da sola?"

Non le rispondo nemmeno, sono ottime provocazioni e probabilmente in un altro momento avrei riso dandole dell'idiota "Hai avuto un infarto.. tra le mie braccia" Abbasso lo sguardo a disagio, sentendo nuovamente le lacrime minacciare di uscire e so che non dovrebbe essere la reazione giusta ma non sto controllando più nulla "Hai smesso di respirare per otto minuti" mi pizzica la gola mentre guardo ovunque nella stanza tranne che i suoi occhi, ed è paradossale perché ho desiderato di vederli vivi e spalancati nelle ultime ventiquattro ore "Dico solo che.. non credevo che ti avrei più rivista" una sola lacrima piena di dolore sfugge dal mio controllo e si mostra a lei.

Hasta siempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora