Capitolo 48

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ZULEMA

Fatima scoppia a ridere rumorosamente "Pensi davvero di essere nella condizione di dettare legge?" Mi chiede scuotendo leggermente la testa, rigira il coltello e li ripianta esattamente come la prima volta, nello stesso punto, con la stessa forza. Stringo i denti per non dire un cazzo ma il dolore è indescrivibile. Mi tiene vicina a sé con la lama piantata nel mio corpo e mi sussurra "Il destino per te è già stato scritto anni fa, cara madre, stai percorrendo la strada che ti hanno costruito e non hai il diritto di dire un cazzo" la spinge dentro, la gira di colpo causandomi il doppio del dolore "Tu ti piegherai a me.. mi supplicherai di ammazzarti" appoggia la fronte contro la mia mentre ansimo dal dolore "Ma non ti darò pace.. prima ammazzerò Lucia e vedrai la luce che si spegne negli occhi di Macarena.. devi perdere tutto" assottiglia lo sguardo mentre mi parla "Devi soffrire come ho sofferto io. Non è giusto che tu abbia ottenuto tutto mentre io non ho avuto un cazzo. Ristabiliremo gli equilibri.. e mi assicurerò che tu muoia di una morte lenta e dolorosa"

Rido appena "Mi sembra un piano delizioso" tira fuori di colpo la lama, soffoco un grido di dolore e, abbassando lo sguardo, vedo che inizio a perdere sangue.

"Cominciamo con la terapia" dalla porta rimasta aperta entra un uomo magro sulla sessantina con una valigetta nera "Dottore, ecco a lei la sua paziente" lui si appoggia al tavolo e inizia a tirare fuori un sacco di arnesi in metallo "Vorrei che tu indovinassi la sua specialità"

La guardo mentre appoggia la schiena al muro pregustandomi la scena "Igiene orale?"

Lei ride "Non esattamente" alterno lo sguardo da lei a lui "Sai un po' provo pena per te.. sei qui, all'oscuro di tutto.. avrai mille domande e nessuna risposta" arriccia le labbra "Deve essere una forma di.." senza rendermene conto il Dottore mi inietta un siero "..Tortura"

Mi giro verso di lui "Sa.. sarebbe stato meglio prima sfregare l'ago nell'alcol.. non vorrei che mi venisse un'infezione" gli consiglio con un sorriso "In quanto a te.. tu provi pena per me? Io provo pena per te.. pensi davvero che non sappia chi sei?"

Lei si stacca dal muro e mi viene davanti "Sono curiosa di sentire che cosa ha scoperto Benji"

"Mia madre.. ti ha abbondata in fasce e ha lasciato che tu crescessi come una sbandata.. nel momento più buio ti ha ripresa con sé.. passando per l'ancora di salvezza, la buona samaritana.. sei un'idiota se pensi che tiene a te. Lei tiene solo ed unicamente a sé stessa" probablemente tocco tasti dolenti perché afferra una forbice dall'arsenale e me la pianta nella gamba. Non riesco a soffocare il grido di dolore.

"Io farei un po' più attenzione alle parole che usi" mi consiglia con un sibilo.

"Te ne accorgerai.. sei solo una pedina.. andrà bene finché non sarai scomoda, creerai dei problemi.. ti eliminerà o si sbarazzerà di te proprio come fece con me" la guardo negli occhi furente "O forse non ti ha detto qual'è la vera storia?"

"Non hai adempiuto ai tuoi obblighi da sposa bambina.. hai disonorato la famiglia.. ha fatto bene a cacciarti" alza le spalle indifferente.

"Mio padre non voleva cacciarmi.. tuo nonno era un credente ma non era d'accordo con molte delle tradizioni.. mi ha perdonata sapendo ciò che quel bastardo mi aveva fatto.. lei non era d'accordo perciò lo uccise proprio davanti a me. Non mi ha cacciata, sono scappata. Lui ha voluto proteggermi e ne ha pagato personalmente il prezzo.. è quello che fa lei. Distrugge il buono e lo trasforma in oscurità.. tu ne sei la prova vivente" la guardo e vedo che mi ascolta ma è cresciuta con delle idee e non mi crederai mai, non si può redimere, glielo leggo negli occhi che è persa "Tu la vedi come un idolo.. quando ti sveglierai da questa fantasia sarà troppo tardi"

Hasta siempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora