9-Pancakes

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POV ALLY

Mi impietrii.
La sua insolenza era smisurata.
Lo guardai dritto negli occhi pronta a ribattere.

"Non sono per te, se non ti piacciono mangia qualcos'altro "

"Penso che farò uno sforzo, sembra che ti sia impegnata molto...anche se lo sforzo non ha compensato il risultato"
disse serio in tono acido. Sulla sua bocca comparve una strana espressione, non ero sicura ma pensai che stesse nascondendo un sorriso di derisione.
Anzi, era sicuramente così.
Si stava prendendo gioco di me l'odioso.

"Beh, Mr schizzinoso, potresti non mangiarli affatto se offendono così tanto il tuo buongusto" sputai per ribadire il concetto.
Se voleva mangiare ciò che cucinavo per il solo gusto di prendermi in giro non aveva capito con chi aveva a che fare.

Con mia grande sorpresa lui non disse niente, si infilò lentamente le mani in tasca intensificando il suo sguardo su di me; in quella posizione i muscoli delle sue braccia si tesero.

Il mio sguardo si sforzò di fronteggiare il suo per un tempo che mi sembró infinito.
Vidi i suoi occhi scendere sul pancake che avevo ancora in mano e risalire lentamente posandosi sulle mie labbra.
Si leccò il lato della bocca.
Rabbrividii. Avrei voluto distogliere lo sguardo ma non ci riuscivo, solo dopo un notevole sforzo riuscii a liberare i nostri sguardi.
Anche quella fu una pessima idea, realizzai, quando mi ritrovai a divorare ogni centimetro del torace scolpito che si ritrovava.

Quando tornai a guardarlo in viso notai che mi stava fissando, e non il corpo ....mi aveva colto in flagrante mentre passavo in rassegna ogni tassello di muscolo.

Maledizione.

Dovevo escogitare un modo per sfuggire dalla strana atmosfera che si stava creando.

"Allora Mrs chef, a quanto pare nessuno dei due riesce a dormire" disse appoggiandosi allo stipite della porta della cucina.

Distolsi lo sguardo, espirando violentemente l'aria che inconsapevolmente avevo trattenuto nei polmoni, e a passo svelto lo superai andando in salotto.

"Già"

"Di dove sei? South non è la meta turistica più in voga, la gente preferisce gli svaghi di una città...perché sei qui?"

In effetti...in taxi avevo visto molta più gente in giro, prima di arrivare al paesino di South.

Ad ogni modo però, non riuscivo a capirlo. Fino a due minuti prima sembrava la persona più antipatica del mondo mentre in quel momento stava intavolando una normale conversazione come se niente fosse.

"Sono del Nevada - esordii scocciata - quest'anno io e Jam abbiamo deciso di prenderci una vacanza dopo gli esami di ammissione alle università, dunque eccomi qui"

Mi sedetti sul divano di pelle e lui mi era alle spalle. Lo sentii camminare per il soggiorno, si fermò davanti a un mobile sul quale erano appoggiate un paio di vecchie foto di famiglia.

"Nevada quindi. Interessante"

"Perché ?" Chiesi.

Sapevo esattamente il perché. Lui e Sem andavano alla St George university, e si dava il caso che fosse il college più conosciuto di tutto il Nevada. Eravamo dello stesso posto.

Ero curiosa però di sapere come avrebbe risposto lui alla domanda.

"In Nevada le ragazze sono ottime cuoche"

Ci sapeva fare a rivoltare il discorso in suo favore dovevo ammetterlo.

Si sedette sul divano, affianco a me. Prese il telecomando della TV e l'accese svogliatamente.

"Un programma di cucina farebbe al caso tuo" disse ridendo, spintonandomi leggermente.
Risi anch' io a mio malgrado.
"Non te ne intendi proprio di cucina allora"
Forse avremmo potuto darci tregua per quella mattina.
Cambiava canale dopo canale. A quanto pareva era seriamente intenzionato a cercare un programma di cucina.

"Stai davvero cercando quel programma?"

"Certo"

È così voleva prendermi in giro ancora eh?
D'impulso gli sfilai il telecomando di mano, spostandomi svelta al bracciolo del divano, lontano da lui.

"Questo non dovevi farlo" disse Kevin, con la mano ancora a mezz'aria puntata sulla TV, mi guardò con un sorriso maledettamente seducente.

"Ma davvero?"

Con una spinta si precipitò al mio fianco allungando la mano per rubare il mio tesoro, anticipai la sua mossa e con uno scatto veloce spostai il braccio prima che potesse raggiungerlo.

Ci guardammo negli occhi
"Non costringermi"

"Costringerti a fare cosa?" Non potei fare a meno di pronunciare quelle parole con un sorriso, mentre mi alzavo lentamente dal divano, pronta a darmi alla fuga.

"Questo"
Scattammo nello stesso istante.

Corsi il più velocemente possibile, sentivo i suo passi veloci dietro di me, feci il giro del divano due volte mentre lui con lo stesso sorriso di poco prima si stava concertrando nel tentativo di afferrarmi, sembrava un predatore pronto a piombare sulla sua vittima.
Non correva, ma calmo, studiava il modo più rapido per catturarmi.

Non so come ma riuscii ad arrivare alla porta di ingresso. Mi lanciai in una corsa frenetica sulla spiaggia, seguita da Kevin che ormai aveva abbandonato la compostezza impegnandosi totalmente nel mio inseguimento.

La sabbia sotto i piedi nudi che mi impediva di correre ad un andatura più veloce.

Dopo pochi secondi, sentii due mani cingermi per i fianchi, e attirarmi su una parete di ossa e muscoli.
La stesse mani che mi avevano toccato poche ore prima, nello stesso punto.

"Presa" sentii sussurrargli, forse più a se stesso che a me.

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