12-Autocontrollo?

31.9K 1.3K 76
                                    

POV ALLY

Mi svegliai ed ero nel mio letto.

Tentai in tutti i modi di capire come vi fossi arrivata, stavo seriamente prendendo in considerazione la possibilità di essere diventata sonnambula.

Mi feci una doccia veloce pensando a quella notte, sognai Kevin.
Eravamo sulla spiaggia, era notte fonda  come la volta precedente e mi trincera tra le sue braccia.
Sembrava così reale che al solo ricordo il cuore iniziò a battermi come se mi fossi trovata davvero avvinghiata a lui.

Scesi in cucina dove con mia grande sorpresa c'era la banda al completo.

"Buongiorno ragazzi" abbracciai Jam dal dietro. Era seduta sulla sedia intenta a sgranocchiare dei cereali.

"Giorno splendore" disse Ty con un pezzo di biscotto in bocca

"Hey Ally, Sem ci ha raccontato dei tuoi pancakes . Non è giusto, anche noi vogliamo mangiarli" parlò Jason.

Kev trattenne a stento una risata.
"Ne sei sicuro?" Sussurrò, nessuno sembrò capire la sua affermazione, tranne me ovviamente.

Che nervi.

Guardandolo notai una macchia rossastra sul suo collo. Ero proprio una stupida, quel segno strideva enormemente con l'immagine che avevo di lui nei miei sogni.
Quella notte non aveva stretto me tra le sue braccia.
Scacciai dalla mente l'irritante immagine di una ragazza aggrappata al suo collo, anzi, al suo intero corpo.

Passammo la giornata a giocare alla Playstation, malgrado i tentativi di Jason di insegnare a me e a Jam, eravamo totalmente negate.

"Sono brava in altre cose" mi giustificai dopo l'ennesima sconfitta.

La mia affermazione suscitó fischi perversi
"Da te non mi sarei mai aspettato di sentire certe cose" Ty di aprì in una risata che contagiò anche me

"Possibile che pensiate sempre ad un unica cosa?"

Un flash del succhiotto di Kevin balenò nella mia testa, e il mio sguardo ricadde inevitabilmente su di lui.
Sorrideva, e non era uno di quei ghigni maliziosi.
Sorrideva davvero.

***

Arrivata sera io e Jam ci cimentammo in cucina preparando patate al forno con omelette di formaggio, diciamo che più che preparare qualcosa, la mia amica si limitò a tagliare le patate.
Fortunatamente.

"Jam, non ti voltare ma Jason non ti toglie gli occhi di dosso da almeno un' ora, più o meno da quando abbiamo iniziato a cucinare"

"Il mio sedere è irresistibile, lo so" disse a bassa voce in un tono solenne che le riuscì alla perfezione.

Ridacchiammo inevitabilmente, poi lei tornò seria mordendosi un labbro.
Era successo qualcosa tra quei due, me lo sentivo.

"Voglio i dettagli"

"Appena siamo sole ti racconto tutto. Oh Ally, è un ragazzo stupendo"

Bingo.

Mettemmo la cena in tavola, come al solito cercai di accaparrarmi il posto più lontano da Kevin, sfortuna volle che l'unico libero era tra lui e Sem.
Rassegnata presi posto, rigida, accanto a lui.

Tutti si complimentarono per l'ottima cena, e non potei fare a meno di buttargli un frecciatina.

"Avete buon gusto...voi" affermai con un largo sorriso mentre mi giravo a guardare nel piatto di Kevin, per poi posare lo sguardo nel suo.

"Ho mangiato tutto solo perché avevo fame" sussurrò bassa voce in tono serio, guardando davanti a se. "E comunque dovresti pesare di più, con tutto quello che mangi"

Cosa...cosa volevano dire quelle parole?

***

Mezzanotte era passata da un pezzo quando Ty e Jason tornarono in hotel, Jam non si sentiva tanto bene quella sera, l'accompagnai in camera sua prendendogli un aspirina dallo scaffale in bagno.

"Grazie Ally"

"Buonanotte tesoro" risposi rimboccandogli le coperte.

Non avevo sonno, Sem doveva essere ancora in cucina, avrei fatto due chiacchiere con lui. Scesi le scale mentre ripensavo alle parole di Kevin e...improvvisamente collegai tutto.

Era stato lui a riportarmi a letto quella sera. Mi aveva presa in braccio.

POV KEVIN
Non avevo sonno quella sera, le ragazze salirono in camera anche Sem si congedò, restai da solo in soggiorno.

Sentii i passi di qualcuno sulle scale. Mi voltai per vedere chi fosse, forse Sem aveva cambiato idea.

Non era lui, decisamente.
Indossava un paio di pantaloncini che le mettevano in mostra le gambe abbronzate, e gli occhi incredibili erano stati puliti dal contorno scuro di poco prima. Aveva una maglietta corta che gli scopriva metà pancia.
Anche in tenuta da casa era maledettamente sexy.

La guardai e lei si bloccò, sembrava indecisa sul da farsi e probabilmente sarebbe tornata di sopra.
Mi aveva tenuto il broncio per tutta la serata, con quella storia del cibo.

"Tranquilla chef, stavo andando via."

"R-resta. Non ho molto sonno, in due ci facciamo compagnia"
Nascosi una certa sorpresa, certo che era proprio lunatica.

"Come vuoi" dissi tornando a fissare lo schermo spento della TV, ero infastidito dai sui sbalzi d'umore.
Li aveva spesso, con me.

"Kevin"

"Cosa c'è"

"Grazie."

Era la stessa persona che avevo conosciuto quella?

"Chi sei tu, e cosa ne hai fatto della vera Allison"

Rise. La sua risata aveva un bel suono.
"So che sei stato tu a riportarmi a letto. Grazie" mi raggiunse sul divano, sedendosi di fianco a me.

"Eri mezza incollata al suolo e sbavavi. Dovevo." mentii

"Cosa?!"

"Sto scherzando stupida"

"Beh, non mi piace questo scherzo!" mi tirò una cuscinata.

Stava per dare il secondo colpo quando mi alzai di scatto e le bloccai i polsi, incatenando il suo sguardo al mio.
Si passò la lingua all'angolo della bocca.

"Al diavolo"

POV ALLY
Mi afferrò per i fianchi...e mi baciò.

Il mio corpo reagì a quel contatto come se fosse l'unica cosa che desiderasse da giorni.
Gli afferrai i capelli premendo il suo viso più forte sul mio.
La sua lingua chiedeva accesso alla mia bocca e quando dischiusi le labbra, una scarica violenta mi arrivò al basso ventre.

Ci stringemmo in un abbraccio violento, le sue braccia mi avvolgevano il busto con   forza, mentre le mie mani gli cingevano il collo.

Fu un bacio violento.

Con la bocca scese lungo il contorno della mia mascella, arrivando ad aprisi sul collo.
Gli misi le mani sotto la maglietta e gli conficcai le unghie nella carne, forse per punirlo.
Volevo che si fermasse. Ancora qualche secondo e avrei messo fine a quella follia.

Mi afferrò per le natiche spingendomi a cingergli i fianchi con le gambe. Mi sollevò come se fossi una piuma e mi incolló al muro.
Ci guardammo negli occhi giusto il tempo di un istante, con il fiato spezzato. Poi lui tornò senza delicatezza sulle mie labbra indolenzite.

Sembravamo impazziti.

Mise i pollici dentro l'elastico dei pantaloncini che indossavo, mentre con una mano io gli sollevavo il lembo della maglietta sulla schiena.

"Kev dove sei?"

IndelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora