8-Guerra

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POV ALLY

Mi svegliai nel cuore della notte, un po' stordita. Avevo mal di testa e non avrei saputo dire se avessi dormito tutta la notte oppure soltanto una manciata di minuti. Guardai l'orologio appena sopra il cuscino di Jam, erano le 5.33 del mattino.

Scesi piano dal letto, mi tolsi il vestito che avevo ancora addosso, mi guardai nello specchio lungo in un angolo della camera...ero spaventosa.

Entrai in camera mia e presi l'occorrente per farmi un doccia, cercando di fare scricchiolare meno possibile le ante dell'armadio di legno.
Camminai lentamente fino al bagno, ero in intimo, con i capelli spettinati e il trucco colato.

Quando aprii la porta vidi Kevin.

Era girato di spalle, un telo che gli copriva il corpo dalla vita in giù, i cappelli erano bagnati e delle gocce d'acqua gli scendevano dalle spalle alle vita.
Era appena uscito dalla doccia, si stava lavando i denti.

Ci bloccammo entrambi, io con la mano ancora appoggiata alla maniglia della porta, lui con lo spazzolino fermo in bocca.

Mi fissava dallo specchio posizionato davanti alla porta, e fu quando il suo sguardo scese un po' più in giù che
realizzai di essere praticamente quasi nuda.

"Ehm scusa" formulai velocemente chiudendo la porta.

Corsi in camera mia chiudendo la porta. Stupidamente avevo dato per scontato che stessero dormendo tutti.

Appoggiai il cambio ed il telo ai piedi del letto e mi infilai sotto le  coperte...provai a riaddormentarmi, ma il cuore batteva ancora troppo velocemente per abbandonarsi alla tranquillità del sonno. Quando sembrava che dovessi rassegnarmi a trascorrere tutta la notte, o quel che ne restava, a fissare immobile il soffitto, un rumore di passi in fondo al corridoio attirò la mia attenzione. A giudicare dal suono di una porta che veniva aperta e poi richiusa doveva essere lui che rientrava nella sua stanza. Era quella di fronte alla mia.

Mi alzai felice del fatto che avrei potuto finalmente occupare il mio tempo. Spinsi leggermente l'entrata di camera mia in avanti, giusto quel poco che mi consentisse di sbirciare fuori ed assicurarmi che non ci fosse stato nessun altro.

Via libera.

Mi intrufolai in bagno a passo svelto, chiudendo la porta con due giri di serratura.
Nell'aria umida e calda era presente ancora l'odore del bagnoschiuma che Kevin aveva usato.
Un odore maschile di menta e pino.

Rimasi sotto il getto d'acqua per mezz'ora, lavando via la stanchezza usando più bagnoschiuma del normale, il mio bagnoschiuma però.
Avevo la sensazione che se non avessi eliminato il suo odore, me lo sarei immaginato a fissarmi da dietro la tenda della doccia per tutto il tempo in cui mi vestivo e lavavo i denti.
Uscii dalla doccia finalmente rinata e rilassata, cercai di togliere quanta più umidità possibile dai capelli asciugandoli con una salvietta perché non volevo svegliare nessuno con il rumore del Phon.

Indossai una maglietta bianca con lo scollo a V e un paio di pantaloncini di tuta.

E ora, quale sarà la prossima tappa?

La risposta arrivò con un brontolio della pancia, quella sera non avevo mangiato niente.
Perdipiù avevo ballato tutta la notte.

Imboccai le scale e oltrepassai il soggiorno, arrivando in cucina.
Lo spazio era avvolto nella penombra, appena illuminato dalla luce dell'alba che filtrava dalla finestra semichiusa.

Mi guardai in torno in cerca degli ingredienti per preparare i pancakes, mi era sempre piaciuto cucinare e spesso a casa preparavo io la cena o la colazione. Aprii i cassetti prendendo delle padelle e una volta scovati gli ingredienti li allineai sul piano di lavoro facendo mente locale, per poi mescolarli a turno in una ciotola.

Preparai pancakes di ogni genere e gusto in quantità industriale, volevo far provare la mia cucina ai miei nuovi amici!

Quando ebbi finito ne presi uno per me, osservando soddisfatta l'opera.

POV KEVIN
Quella ragazza mi stava facendo impazzire. A causa sua non ero riuscito a godermi la serata con la biondina.

Ripensai al fatto che mi avesse mandato in bianco, era acida, stronza...bellissima; anche con i capelli all'aria e con quel coso, il mascara forse, sbavato sotto gli occhi. L'intimo in pizzo era maledettamente sexy sul suo corpo perfetto, e la sua figura che varcava la porta del bagno mi suscitò una voglia che conoscevo fin troppo bene.

Dovevo calmarmi cazzo. L'avevo soddisfatta quella sera la mia voglia, la biondina ci era riuscita benissimo.
Non potevo farmi venire un attacco di lussuria ogni volta che la guardavo.

Comprensibile però, non ero mai del tutto soddisfatto se quella che mi facevo non era la ragazza che avevo pensato di scopare.

Mi era capitato rare volte, comunque.

Ripensai al fatto che non avesse voluto ballare con me. Alla festa il suo viso era a un centimetro dal mio e finalmente capii qual'era il vero colore dei suoi occhi, erano quasi azzurri sul contorno e sfumavano man mano nel verde chiaro, mentre erano ambrati intorno all'iride con delle pagliuzze più scure.

Poi dagli occhi passai ad analizzare la sua espressione, con l'arco sortile delle sopracciglia incrinato.

Sostanzialmente, gli stavo sul cazzo.

Beh, la cosa era reciproca.
Nessuno poteva trattarmi come uno zerbino, men che meno lei.

A mente fredda mi ricordai del fatto che avesse accennato qualcosa riguardo al rispetto, quel discorso non lo capii, che senso avrebbe avuto parlare di rispetto, di sicuro a lei non avevo fatto nessun torto, l'avevo conosciuta quella sera e non le avevo rivolto neanche una parola.
La sua antipatia ingiustificata nei miei confronti mi infastidiva.

Ero in camera da un po' ormai, stavo quasi per addormentarmi quando sentii un odore dolce diffondersi in tutta la camera.
Decisi di controllare da dove provenisse. Infilai un pantalone di tuta e presi a incamminarmi per le scale, lì l'odore era più forte.

Un rumore, insieme alla luce  proveniente dalla cucina attirarono la mia attenzione, mi avvicinai lentamente senza fare rumore.
Magari era un ladruncolo.

No...era lei.

Allison era in piedi davanti al tavolo con un sorriso sulle labbra e le mani sporche di un qualcosa che non riconobbi. Era girata di profilo e non si accorse di me fin quando, per provocarla, le andai in contro e diedi un morso al pancake che teneva in mano.

"Mi hai svegliato, non fare rumore la prossima volta, anzi non cucinare affatto la prossima volta. Ha un sapore orribile"

Se le piaceva fare la stronza, avrei fatto lo stronzo anch'io.










Hi my dears!!!! Come promesso sto postando i capitoli tutti i giorniiiiii !!! Fatevi e sentire e accendete una stellina se vi piaceeeee

Ps amo Kevin e amo la mia mente contorta che lo ha immaginato per questa storiaaaaaaa !!

Bye bye

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