44-Princess

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POV ALLY

Dopo essersi caricato la coperta in spalla ci incamminammo nella strada poco più avanti.
Ero molto più distesa, anche se un un peso premeva ancora nel petto.

La notte era gelida, e come d'abitudine il freddo sembrava penetrarmi nelle ossa. Dopo un' intera serata a sopportare il gelo ormai non facevo neanche più caso ai brividi che continuavano a scuotermi.
Dopo un paio di minuti arrivammo ad un alto cannello spalancato, che introduceva in un giardino fiabesco.

Imboccammo un sentiero di pietra che attraversava un prato curatissimo. Tulipani di una calda sfumatura di arancio, giallo e rosso si mescolavano a piccole sculture ricavate da cespugli verdissimi, lungo tutto il sentiero vi erano file parallele di lampade antiche che illuminavano il sentiero di ciottoli.
Alla nostra destra in lontananza, brillava in tutto il suo splendore un antico tempietto circolare, ricoperto interamente da piante rampicanti con fiori bianchi, era illuminato da mille luci dorate e il rumore di una fontanella esattamente al centro di esso, spezzava il silenzio della notte contribuendo a rendere fiabesco l'ambiente.

"Wow" riuscii solo ad esclamare.
Sembrava di essere in uno di quei racconti principeschi che tanto amavo da bambina e che, segretamente, amavo ancora.

"Già" sorrise Sem al mio fianco, non sembrava affatto colpito.

"Se mi ci avessero portato da bambina probabilmente non ne sarei uscita più. Amavo tutto ciò che poteva anche lontanamente assomigliare a una principessa e il suo regno"

"Quindi...principesse? Ti facevo più tipa da lego e macchinine" scherzò.

"Cosa?! Non dirmi che mi reputi un maschiaccio! Potrei morirne"

"Forse sì"

"Sono la finezza in persona, io"

"Quando non mangi, forse" ormai rideva di me.

Colpita e affondata.

"Ma...ma..." presi a spintonarlo facendolo ridere ancora di più. "Non puoi dirmi questo! In quanto mio amico hai il dovere di farmi salire l'autostima, non il contrario, chiaro?" continuavo a pingerlo imbarazzata.

Mi bloccò improvvisamente per i polsi guardandomi dritta in faccia.
Il sorriso scomparve lentamente dal suo volto, così come dal mio, colta alla sprovvista da quella mossa e dall'intensità dei suoi occhi nocciola.

Scese con lo sguardo alle mie labbra e lentamente mi squadrò da capo a piedi.

"Forse dovreste coprirvi, Principessa" si avvicinò al mio viso, e mi liberò dalla sua morsa, adagiando con lentezza la coperta sulle mie spalle. "State tremando e avete le labbra di un pallido colorito" era serio, preoccupato.

"G-grazie"

Che imbarazzo

Prese la mia mano nella sua e se la portò alla bocca stampandogli un delicato bacio sul dorso.

"Sempre a vostra disposizione, Principessa" profuse infine in un teatrale inchino, tornando alla sua solita espressione gentile.
"Così va meglio?" Mi beffeggiò con un sorriso.

"C-certo" ammisi titubante.

Ero un po' confusa. Per un attimo avevo realmente pensato che stesse per...che stesse per baciarmi, che idiozia.

Era Sem dopotutto.

Pochi metri più avanti, il sentiero si diramava in due direzioni indicate da freccie di legno bianche: reception e alloggi a sinistra, loft e chiosco a destra.

Imboccammo la strada per il chiosco, avanzando ancora una decina di metri. Arrivammo davanti a un cancello di legno bianco, chiuso, che non ci permetteva di proseguire oltre. Sopra di esso era
affisso un cartello a caratteri eleganti: "Benvenuti a South Resort", una sfilza di stelle contribuirono a schiarirmi le idee sul dove potessimo trovarci.
Quella davanti a noi era la spiaggia privata di un Hotel, un resort a cinque stelle per la precisione, a cui apparteneva con ogni probabilità anche il giardino incantato.

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