18-Tregua.

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POV ALLY

Io e Jam ci eravamo truccate e acconciate i capelli. Lei aveva indossato dei tacchi vertiginosi e un abito rosso fuoco con delle trasparenze che lasciavano poco all'immaginazione. Stava benissimo...beh, lei era sempre bellissima.

Io avevo optato per un vestito un po' piu sobrio ma decisamente più corto.
Era nero aderente con lo scollo a cuore, avevo infilato una giacchetta di pelle nera e un tacco dodici, probabilmente.

Mi guardai allo specchio, avevo raccolto i lunghi capelli in una coda alta e truccato un po' più del solito gli occhi con un ombretto scuro, eye-liner e mascara.
Quelle tonalità mettevano in risalto le iridi, apparivano decisamente più chiare...sembravano verdi i miei occhi.

"Oddio Ally, sei uno splendore"

"Anche tu piccola, Jason ti sbaverà dietro tutta la sera"

"Lo spero "  il tono era scherzoso ma sapevo che in realtà ci sperava davvero.

Le piaceva proprio quel ragazzo. Trovare una persona per la quale apparire al meglio, per cui dare il massimo di se doveva essere meraviglioso.
Il sogno di qualsiasi teenager.
Ero felice per lei, non le vedevo tutta quell'euforia in viso da quando si era lasciata con Alex.

Tyler e Jason avevano preso la macchina il giorno prima per tornarsene in Hotel, ci aspettavano li.
A noi quattro toccavano le due moto.
Ottimo. Una possibilità su due di finire in sella con Kevin, la cosa mi rendeva nervosa. Dopo il gesto al quanto imbarazzante di qualche ora prima avrei voluto evitare il più possibile la sua vicinanza.
Dio che stupida.

Come al solito eravamo le ultime ad essere pronte. I ragazzi ci aspettavano sempre in soggiorno, il più delle volte spazientiti.
Ero sicura che li avrei trovati sul divano a giocare alla Play, in effettu ci avevamo messo più tempo del solito.
Dalla fretta, mentre scendevamo le scale, Jam inciampò, fortunatamente negli ultimi due gradini, finendo di sedere per terra.

Anche se il volume della console era alto, i ragazzi si voltarono attirati dal tonfo sordo del corpo della mia amica.
Dopo qualche attimo di esitazione mi precipitai ad aiutarla a rialzarsi; i ragazzi spensero la Play di fretta e furia e si avvicinarono.

"Sto bene" Jamie era in imbarazzo.

Passato la spavento non potei più trattenermi.
Iniziai a ridere come poche volte mi era capitato in quei mesi, fui seguita a ruota da Sem e Kevin, ridevo talmente tanto che dovetti sedermi sui gradini per lo sforzo.

"Non capisco come fate a camminare su quei cosi" Kevin se la rideva di gusto.

"Non sono scarpe sono strumenti di tortura" Sem faceva ancora fatica a parlare.

"Ecco perché non li metto quasi mai, al suo posto sarai potuta cadere io"
Anche se stavo ancora ridendo mi guardai le scarpe, se fossi caduta da quei cosi mi sarei spezzata in due.

Presi un respiro profondo.

Dovevo ammettere che quella situazione aveva creato un clima rilassato, tutta la tensione che avevo accumulato rimuginando sulla situazione Kevin si era dissolta, mi sentivo più leggera.

***

Si poteva accedere garage anche da una porta di fianco alle scale ma, essendoci poi un'altra rampa di scale, per evitare altri disastri con i tacchi optammo per la piccola discesa che, affiancando la casa, portava comunque nel garage.
Kev si allineò al mio fianco, rallentando il passo.

Di conseguenza mi adattai alla sua andatura e in breve restammo piuttosto isolati rispetto agli altri due, che probabilmente erano già arrivati.

"Non ti lascerò cadere" disse prendendo la mia mano nella sua e piegando le labbra in un bellissimo sorriso.

Ally stai calma.

Quel semplice gesto mi faceva stare così bene e nello stesso tempo mi rendeva estremamente nervosa.
Dall'espressione dei miei due amici capii che erano sorpresi tanto quanto me, da quella situazione.
Guardai Jam, che mi rivolse uno sorriso malizioso. Sem spostava lo sguardo da me a Kevin alle nostre mani intrecciate.

Senza lasciare la mia mano accese la moto e montó in sella.

"Sali"

Obbedii un po' incerta, gli lasciai la mano e mi sedetti dietro di lui, sistemandomi il vestito meglio che potevo.

Mi passò uno dei due caschi lasciati a penzoloni sullo sterzo.
Era un po scomodo indossarlo con la coda.

Imbarazzata appoggiai appena le dita sul suo torace.

Lui prese le mie mani nelle sue e mi spinse contro la sua schiena

"Ho detto che non ti avrei fatta cadere, e non mi riferivo soltanto ai tacchi."
Sorrisi a quelle parole. Cosa che a lui non sfuggì perché che mi stava fissando dallo specchietto.

Partimmo a tutta velocità, la sua guida era spaventosa, anche se grazie a questo fattore potei appiccicare le mie mani sui suoi muscoli scolpiti senza sentirmi a disagio.
Nei primi due minuti avevo cercato di aderire a lui il meno possibile, poi avevo capito che non c'era spazio per l'imbarazzo se volevo vivere.

Scesi dalla moto vagamente scossa, togliemmo i caschi e li appoggiamo sulla sella.

"Non vuoi farmi cadere ma in compenso vuoi farmi morire dallo spavento vero? "

"Prima ti abitui meglio è"

"Cosa ti fa pensare che salirò di novo lì sopra"

"Ci salirai eccome"

Quando i nostri occhi si incrociarono la sua espressione si fece intensa, seria.

I nostri volti erano abbastanza vicini da poter permettermi di guardare ogni dettaglio del suo viso, non avevo dimenticato niente di quei lineamenti, in quelle sue settimane di distacco.
La barba lievemente cresciuta lo rendeva dannatamente attraente, mi persi finalmente nei profondi occhi verdi, dopo tanto.
Spostó impercettibilmente il viso verso di me piegando le sue labbra piene nel sorriso più seducente che avessi mai visto.
Si avvicinò ancora...

Sentimmo la moto di Sem arrivare dietro di noi.

"Andiamo" interruppe brusco quel momento.

Mi prese di nuovo la mano e insieme entrammo nel Club.

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