Indelebile

76-Stanza 23

Dopo quella spiacevole colazione Kevin si mise alla guida, insistendo. Non avevo la minima voglia di discutere ancora quindi lo lasciai fare, senza oppormi. Sembrava stare un po' meglio, e se così non fosse stato, decisi comunque che me ne sarei altamente fregata delle sue condizioni. Anzi quasi ci speravo gli venisse un'improvvisa e dolorosa fitta durante il tragitto, ma purtroppo non successe. Bhe poco male, mi sarei fatta bastare l'espressione sofferente di quando aveva trascinato i ragazzi fuori dall'auto. Dopo aver riaccompagnato tutti in silenzio, arrivammo finalmente all'hotel, la mia futura casa, o meglio reggia, nelle settimane che sarebbero seguite. Una struttura moderna e dall'aria sofisticata, con il suo prato perfettente curato e verdissimo, e le innumerevoli frecce indicanti la direzione da prendere per le principali attività: spa, piscina, palestra, spiaggia, area bar, sala da thé, ristorante...una vera osasi, anche se in quel momento niente mi sembrava più appetibile di un semplice letto.

"Come facciamo con lui?" mi costrinsi a rivolgergli la parola, ricevendo in risposta uno sbuffo infastifito.

Kevin si slacciò la cintura e cautamente si voltò verso Ty, ormai sdraiato sui sedili posteriori.
"Ty...Tyler sveglia, siamo arrivati" gli strattonò una gamba cercando di farlo rinvenire senza successo.
"Ty!" tuonò visibilmente innervosito.

"Mmh Laura"

"Giuro che se non ti svegli ti eviro. Dopo vediamo come la prende Laura"

Mi scappò una lieve risatina, assolutamente non controllata.
E Kevin mi dedicò una velocissima occhiata, staccando lo sguardo solo per un momento dalla figura di Ty.
Reazione assolutamente non controllata, anche da parte sua.
E poi ritornò il gelo.

Alla fine riuscimmo a caricarcelo alla buona sulle nostre spalle, si teneva in piedi a stento ma comunque riusciva a reggere il proprio peso.
La signora alla reception ci dedicò uno sguardo rassegnato, e dal modo in cui non chiese nulla era chiaro che avesse dimestichezza con le cattive abitudini di Ty.

Kevin si arrestò davanti ad un ascensore, costringendomi a fare lo stesso.

"Non ricordi il piano? Sei già stato qui infondo"

"Non ne sono sicuro...Credo sia il terzo"

"Ragazzi..." la signora alle nostre spalle ci richiamò annoiata. "questa è la chiave, quarto piano. Stanza 23"

"Grazie" intervenni guardandola con gratitudine ed empatia, mentre lei ci portava la chiave.

Con non poca fatica riusciammo ad entrare in quello che si rivelò essere una specie di casa vera e propria, e mentre Kevin trascinava Tyler in quella che doveva essere la sua stanza, io mi presi del tempo per analizzare la situazione in cui mi trovavo: se prima nella hall avevo intuito che non mi potevo permettere un posto del genere, in quel momento, analizzando la mini-casa in cui mi trovavo e da cui si poteva intravedere una vista mozzafiato dalla finestra, ero arrivata alla conclusione che sì, decisamente non potevo permettermi quella sistemazione. Era un vero e proprio appartamento, c'era infatti un salottino e una piccola cucina, la camera nella quale era stato sistemato Ty e poi quello che doveva essere il bagno, da come avevo potuto vedere dalla porta semichiusa.
Mi chiesi fino a che punto potesse arrivare il benestare dei miei due amici, visto che ormai era un mese che alloggiavano lì. Poi c'ero io, che mi potevo permettere una vacanza al mare solo con i risparmi una vita, e per di più ospitata...che tristezza.
Come avrei fatto a sostenere una spesa di quella portata? Era ovvio che costasse un occhio della testa.
Tutta colpa di Mat. L'idea di dovermi trasferire in alternativa a casa sua mi metteva a disagio.
Mat...chissà cos'era successo. Dovevo assolutamente trovare un caricabatterie.

Kevin uscí dalla camera, e prima che potesse dire qualsiasi cosa iniziai a girovagare freneticamente per l'appartamento in cerca di un cavo e della voglia di parlargli.