23-Amici

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POV KEVIN

Fui svegliato da qualcosa di caldo e morbido che mi si posò sul viso, ero ancora disorientato e non capivo cosa fosse.

Aprii lentamente gli occhi...era la mano di Ally.
Capii che era l'alba dalla debole luce emessa dal sole all'orizzonte, la guardai...aveva la testa appoggiata al mio petto, e anche se non riuscivo a vederle del tutto i lineamenti, capii che stava ancora dormendo dal respiro profondo e regolare.

Le presi delicatamente la mano per non svegliarla e la intrecciai alla mia.
In tutta la mia vita non avevo mai dormito con una ragazza.
O meglio, non avevo mai soltanto dormito con una ragazza.

Di solito non restavo per la notte, preferivo andarmene dopo esserci andato a letto, tutto quello che avveniva normalmente dopo aver fatto sesso non faceva per me, non mi interessava. Stare nel letto insieme a perdersi in smancerie o fermarsi per la colazione alimentando le speranze era troppo, e sicuramente avrei finito per dare l'impressione di uno che...Mh, richiamava?
Decisamente non faceva al caso mio.

Ecco perché era strano...avevo voglia di restare.
Restare li, sdraiato a terra per chissà quanto, con la voglia di far scivolare le dita in quella seta morbida.

L'avrei portata a fare colazione, infondo non avevamo fatto sesso, lei era un'amica, e con un'amica avrei potuto farlo.

Ripensai a quella notte.
Parlammo del più e del meno, mi raccontó di come aveva conosciuto Jamie diventandone subito amica, mi parlò dei suoi genitori e di suo fratello Marcus che a quanto pareva adorava; voleva frequentare la facoltà di giurisprudenza e, non so perché ma sorrisi al pensiero che avrebbe potuto frequentare la St. George, nella quale si dava il caso, si tenevano lezioni per quel corso.

Ally avvocato.

Dovevo ammettere che non esisteva lavoro più appropriato per una ragazza tanto testarda quanto loquace, perché sì, quella notte abbandonó stranamente la solita riservatezza che aveva sempre dimostrato nei miei confronti, complice l'alcool e la stanchezza si liberó da ogni freno, iniziando a parlare di qualsiasi cosa le passasse per la testa.

Io invece non le raccontai molto, mi limitavo a rispondere alle sue domande di tanto in tanto, che riguardavano per lo più la mia amicizia con Sem e gli altri.
Non avevo avuto la minima voglia di interromperla, vederla parlare con naturalezza mi affascinava.
Appoggiandosi in quel modo sul mio corpo mi aveva permesso di soffermarmi su dettagli di lei che non avevo mai notato.

Le sue mani ad esempio.

Notai che aveva un polso esile, e
la mano dalle dita affusolate, liscia...come la pelle della sua schiena pensai.
Posava la mano destra sul mio petto con naturalezza...ogni tanto la sollevava mentre si perdeva nei suoi racconti, mentre nei brevi momenti di silenzio si portava l'indice sul naso in una movenza quasi infantile.
Gesto che provocó l'insano desiderio di portare la sua mano sul mio di naso, per farla poi scendere alle labbra e testarne la morbidezza.
Da ciò ne scaturì l'immagine di altre parti del suo corpo, anch'esse tra le mie labbra ovviamente.
Ricordavo che mentre le raccontavo della routine universitaria, sentii il suo respiro farsi man mano più profondo e regolare, allora intuii che si stava addormentando...non ne ero sicuro, non riuscivo a guardarla in viso.

Quindi decisi di verificare.

"Invece del college dovresti frequentare un corso di cucina, chissà, magari esiste anche una scuola che insegni le buone maniere, farebbe al caso tuo"

Attesi un paio di secondi e nessuna risposta pungente arrivò alle mie orecchie, dedussi quindi che si fosse addormentata.

"Stu...pido"
Fu più un sibilo biascicato che una risposta.

Si addormentó definitivamente subito dopo. Sistemandosi in una posizione più comoda.
Le potei guardare il viso, finalmente.

Possibile che fosse così maledettamente bella in ogni momento?

Non avevo mai avuto occasione migliore di quella per osservarla.
Aveva folte ciglia ispessite dal mascara, la linea del naso era piccola e terminava all'insù, le labbra erano piene. Notai un piccolissimo neo all'angolo della bocca. 

Il desiderio di approfittare di quella situazione per baciarla iniziò ad insinuarsi nella mente, in fondo non se ne sarebbe mai accorta, dubitavo però che mi sarei  limitato ad un tocco leggero.
Si sarebbe svegliata sicuramente, e avrei mandato a farsi benedire il mio proposito di aspettare che fosse lei a baciarmi.
Per un momento credetti di cedere sul serio.
Ero in astinenza. Il mio corpo reclamava il suo anche se eravamo incollati...il punto era che desideravo un altro tipo di vicinanza.

Amici pensai.

Era quello che voleva, lei. L'avrei allontanata definitivamente se l'avessi baciata. Era stata chiara, ciò che voleva era amicizia.
Tutta via le sue labbra erano così vicine che...un altro centimetro e...e non fare stronzate Kevin.

Mi sforzai di guardare il cielo...quel blu era così rilassante. Iniziai a sentire le palpebre farsi pesanti, mi addormentai dopo aver lanciato un'ultima occhiata al suo viso.
Restai ancora qualche minuto immobile, beandomi del ricordo di quella nottata. Poi lasciai la mano di Ally per prendere il cellulare dalla tasca, lo schermo segnava le 6.30 del mattino.

Prima che potessi metterlo a posto la sua mano afferrò il mio polso bloccandolo, sollevò la testa per dare un'occhiata anche lei.

"6:30 dove mi trov-...dove sono?"  



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Ally e Kevin hanno avuto occasione di conoscersi meglio.

Sono amici adesso ci credete?

❤️ AU REVOIR MY DEAR

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