42-Timmy?

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Dopo quegli attimi di terrore riemergemmo in fretta dall'acqua e ci guardammo entrambi seri, per poi prorompere in una grande risata.

"Davvero, ho l'equilibrio di un elefante zoppo"

"Ma se ti sei lanciata" mi derise ancora di più.

"Anche tu ti sei lanciato, sembrava una cosa facile" mi difesi ridendo.

"Non che mi fosse dispiaciuto comunque" si riferiva palesemente alla presa che aveva avuto sul mio corpo.

"Andiamo, da questa parte"

Lo affiancavi mentre nuotavamo verso la riva, che era abbastanza lontana, mi tenevo il più possibile vicino a lui. Quell'acqua così limpida e cristallina di giorno, di notte aveva assunto il colore della pece. Non riuscire a vedere il fondale stava iniziando a spaventarmi, di colpo mi passarono nella testa tutte le immagini di quei stupidi programmi sulla natura che parlavano dei pericoli degli abissi e raccontavano le testimonianze dei sopravvissuti ad attacchi di grossi pesci, meduse e altri predatori marini, tutti avvenuti di notte ovviamente. Il panico stava lentamente prendendo a farsi spazio dentro di me.
Ero appiccicata a Mat e ogni tanto le nostre mani cozzavano per la mio troppa vicinanza.

"Cosa c'è?" Mi chiese rallentando.

"Niente e che...non amo nuotare di notte"

"Paura degli squali Ally? Sì bhe...Queste acqua ne sono infestate"

Mi venne da urlare ma mi trattenni.
Appena udii quelle parole misi il turbo superandolo di un paio di metri e questo gli provocò un altra risata. Capii che stava scherzando, mi girai e gli spruzzai un po' d'acqua.

"Ah ah, divertente" lo canzonai.

Con un paio di falcate mi raggiunse posizionandosi molto vicino a me, lo ringraziai mentalmente per aver capito il mio disagio. Eravamo quasi  arrivati quando qualcosa mi sfiorò la caviglia.

Tirai un urlo che, davvero, Beyoncé mi avrebbe fatto un baffo e mi aggrappai alla schiena di Mat.

"CHE COS'ERA? Che cos'era? " urlai agitandomi, fortunatamente Mat riusciva già a toccare il fondale con i piedi. Con un gesto protettivo mi afferrò le cosce e mi fece scorrere davanti, ero aggrappata al suo collo con le gambe intorno alla sua vita.

Si voltò velocemente a controllare dietro di noi, io chiusi gli occhi.
Non volevo vedere pinne e tentacoli, altrimenti sarei sprofondata nel panico assoluto.

Iniziò a ridere di gusto, e mi sembrò il suono più bello del mondo, un suono che dichiarava: non state per morire.

Tirai un sospiro di sollievo e mi misi una mano sul petto.

"È..." non riusciva neanche a finire la frase dal ridere."Un pezzo di legno"

"Dio, grazie"  anche se non era nulla non riuscivo a tranquillizzarmi.

Fece un paio di passi e in quel momento l'acqua mi arrivava al mento, aveva ancora un ghigno di divertimento sul viso che però scomparve appena mi guardò.

"Non è nulla" mi consolò guardandomi negli occhi, avevo le gambe strettissime intorno al suo torace e le unghie quasi conficcate nella sua pelle.

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