21-Notte.

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POV ALLY
Erano le tre del mattino. Fortunatamente tra le strade non c'era anima viva, tranne qualche ragazzo che come noi era reduce da un serata di baldoria.

Come promesso Kev sfrecció a tutta velocità, non sapevo se quello fosse realmente il suo modo di guidare o se ce la stesse mettendo tutta per traumatizzarmi.

Dovetti aggrapparmi a lui il più possibile a causa del mio vestito che, a contatto con la pelle della sella mi faceva scivolare all'indietro.

Costeggiavamo il mare, non avevo la minima idea di dove mi stesse portando, però capii che stavano oltrepassando South beach.

Ci fermammo a un semaforo rosso.
Strano.
Durante tutto il tragitto non si era fermato a nessuno di essi, facendomi venire mini infarti ogni volta.
Mi guardó dallo specchietto.

"Sembri terrorizzata" ostentava una certa soddisfazione.
A mio malgrado sorriso anch'io per la palese espressione di trionfo che aveva sul viso.

Non volevo dargliela vinta anche se in effetti lo ero davvero.
"E che...scivolo" ammisi indicando il lembo del mio vestito a contatto con la sella.

Abbassò lo sguardo passando in rassegna la mia gamba nuda.

Ero normale?

Gli avevo offerto l'opportunità di guardarmi su un piatto d'argento, mi sentii subito in imbarazzo.

Fortunatamente il semaforo divenne verde, ma invece di partire, staccò le mani dal volante e lentamente le appoggió sulle mie gambe.
Con la stessa lentezza le fece scivolare sotto il ginocchio, strinse la presa e mi spinse in avanti.
Le mie gambe si ritrovarono strette al suo bacino e il mio corpo aderì perfettamente ai muscoli della sua schiena. Le mie braccia gli cinsero il torace prima che ci pensasse lui stesso a farmelo fare.

Lo sentii irrigidirsi e poi partì a tutta velocità.

Ero tutt'uno con il suo corpo quella volta. Il cuore batteva a mille, e il respiro divenne irregolare. Non riuscivo a calmarmi. Quella vicinanza così intima mi scombussolava.

Imboccammo una stradina in salita, immersa nel verde, che diventava più stretta man mano che salivamo, fin quando non fummo costretti a smontare dalla moto.
Tolsi i tacchi altissimi, il velo d'erba morbida costituiva un alternativa allettante per i miei piedi intorpiditi.

Mi aggiustai i capelli sistemandomi un paio di ciocche ribelli guardandomi attraverso lo specchietto.

Kevin era appoggiato a un tronco d'albero a un paio di metri da me.
Aveva la braccia conserte e mi stava aspettando.
Mi stava fissando i piedi con quello che sembrava l'ombra di un...sorriso? Non ne ero sicura.

"Cosa c'è?" chiesi un pò a disagio. Forse quella di togliermi le scarpe non era stata una buona idea.

"Niente." rispose, mentre si avvicinava.
Ora stava sorridendo completamente.
Mi prese per mano e mi guidó attraverso dei cespugli.

"Dove stiamo andan-"

Wow.

La vista che mi si paró davanti era sensazionale. Eravamo su una specie di roccia piatta che sporgeva da una collinetta che costeggiava il mare.
Davanti a noi si apriva l'immensità dell oceano, e uno spicchio di luna rifletteva la sua luce nella superficie dell'acqua.

POV KEVIN
Non sapevo perché l'avessi portata li.

Scoprii quel posto un paio di anni prima, durante l'ultima vacanza a South beach con Sem.

Avevo sempre custodito gelosamente quel piccolo angolo di paradiso, vi andavo nelle sere in cui non riuscivo a dormire.
Portavo una coperta e una birra, restando ore a guardare l'orizzonte.

Mi rilassava il silenzio, il rumore delle onde che spumavano contro le pareti rocciose.

In quel momento il potere che aveva sempre avuto quel posto su di me sembrava sparito nel nulla.
Ero tutt'altro che rilassato.

Essere avvinghiato a lei in quel modo durante il tragitto in moto mi procuró una nota scarica d'adrenalina, e anche se ne ignoravo il motivo la vista dei suoi piedi nudi non faceva altro che peggiorare la situazione.

Ero eccitato all'idea di trascorrere la notte con lei, e non solo perché desideravo trascinarla sull'erba morbida e fare l'amore con fino all'alba.
Volevo conoscerla, volevo che mi raccontasse qualcosa di se.

Non sapevo niente di lei.

La vidi fare qualche passo indietro, si tolse la giacca la posó in un angolo insieme alle scarpe.
Si voltò verso di me con un sorriso enorme.

Cazzo, non guardarmi così.

Era in assoluto la più bella ragazza che avessi mai incontrato.
Alla luce limpida della luna mi soffermai a guardarla meglio. La brezza marina a le si insinuò tra i lunghi capelli, scuotendoli leggermente.
Gli venne la pelle d'oca, la vedevo anche da quella distanza.

"È bellissimo" indicò il mare davanti a se.

Il mio sguardo si posò sul suo corpo, il vento spingeva il tessuto leggero del suo vestito contro le forme modellate del suo corpo.
Era maledettamente seducente.

Sentii il desiderio montarmi dentro...Avrei voluto farla mia in quel momento stesso.
Distorsi lo sguardo sottraendomi a quella visione.
Calma.

"Non è l'unica cosa ad essere bellissima"
Pensai ad alta voce e le parole uscirono dalla mia bocca incontrollate.

Merda, non è da te Kevin.

Dovevo assolutamente rimediare alla situazione, non volevo espormi più del necessario.
Anche perché la sua espressione sembró mutare...divenne seria.

Ecco che ci risiamo.

Cazzo, così non andava.

"Guarda le stelle"

Buttai li la prima cosa che mi venisse in mente che servisse a giustificare le mie parole, e si riveló un lampo di genio.

"È Incredibile."

Mi sdraiai a terra come facevo ogni volta che andavo in quel posto, da quella posizione le stelle si vedevano benissimo. Lei sembró non notare il mio movimento.
Aveva ancora lo sguardo fisso nel cielo.
Le piacevano proprio le stelle.

"Hai intenzione di romperti il collo?"
Si rese conto solo in quel momento che mi ero sdraiato a terra.
"Vieni qui."

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