Indelebile

24-Sapori

POV ALLY

Avevo il collo indolenzito e sentivo qualcosa di piacevolmente caldo sotto il mio corpo. Dopo un breve momento di smarrimento capii dove mi trovavo...e soprattutto con chi.

Sentii il suo naso sulla mia fronte, mi stava osservando per capire se ero sveglia del tutto, in effetti anche io rimasi stupita dal suono della mia voce...roca e ancora impastata di sonno.

Alzai la testa, la prima cosa che vidi fu il verde dei suoi occhi.

Se il buongiorno si vede dal mattino...

"Ciao"

"B-buongiorno"

La mia bocca era vicinissima alla sua...tuttavia ero più rilassata rispetto a tutte le volte che mi era capitata a tiro.

"Hai fame?" 

Mi sarei mangiata una mucca intera con i suoi vitellini.

"Un pó" sminuii stropicciandomi gli occhi.
Mi alzai a sedere sistemandomi i capelli con le dita meglio che potevo, ero perfettamente consapevole del mio aspetto terrificante, dopotutto avevo dormito soltanto un paio d'ore...la testa mi girava da morire a causa dell'alcool, avrei giurato di avere due occhiaie grandi quanto l'oceano che avevo davanti.

Anche Kevin si tirò su e dopo un'occhiata fugace al panorama si avviò verso la moto.

"Andiamo"

"Dove?"  Chiesi senza ricevere risposta.

Guardai per un'ultima volta l'orizzonte...stava iniziando a tingersi di giallo e arancio, era l'alba.

Mi alzai riluttante, infilai le scarpe e la giacca e anch'io mi addentrai tra i  cespugli. Lui era già in sella con il casco in testa, allungó la mano e mi diede il mio...era di poche parole il ragazzo.

"Ehm...Kevin, non andare veloce ok?"
Montai in sella con qualche difficoltà, il poco riposo mi rendeva fiacca.

Afferó le braccia e me le assicuró al suo torace. Gli strinsi le gambe ai fianchi prima che potesse farlo lui, come era accaduto poche ore prima.

Guidava con un'andatura più lenta,  percepivo la stanchezza nei movimenti delle sue braccia quando girava, a pensarci non doveva essere stato facile dormire sull'erba con un peso addosso, senza potersi muovere, non contando che anche lui doveva risentire dei postumi di quella serata.

Ancora una volta ero totalmente ignara della destinazione e la cosa stava iniziava a piacermi. Se tutti i luoghi in cui mi avesse protesta fossero stati come l'ultimo, allora preferivo di gran lunga la sorpresa.
Ormai eravamo in viaggio da una decina di minuti, durante quel lasso tempo ne approfittai per mettere ordine nei miei pensieri.

Amici.

Definendolo un amico avevo posto quella distanza necessaria a tranquillizzarmi, niente più tensioni, niente più strano magnetismo che sembrava spingermi inevitabilmente verso lui...o verso la sua bocca...i suoi bicipiti.
Inizialmente avevo utilizzato quel termine soltanto per porre una certo distacco tra noi, senza pensare al suo reale significato, durante la nottata invece avevo scoperto, in maniera del tutto inaspettata e piacevole, come con quanta facilità potevamo conversare del più e del meno e dei progetti per il futuro; come se fossimo realmente amici da chissà quanto.

Avevo scoperto un altro lato di Kevin,  non quello spavaldo e sicuro di se, ma quello tranquillo...forse.
Iniziavo a sentirmi un po' in colpa per averlo giudicato sempre duramente, magari non era come voleva apparire...o per lo meno, non soltanto come voleva apparire. Che fosse un puttaniere era sicuro, però magari nascondeva dell'altro, qualcosa di buono.