29-Resta

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POV ALLY

"Perché sei qui?" Disse una seconda volta, dopo che esitai a dare una risposta per la momentaneamente paralisi della mia lingua.

Mi guardava in un modo strano, diverso da qualsiasi altro sguardo che mi avesse mai rivolto.
Gli smeraldi ancora appannati dal sonno mi penetrarono con un' intensità che non avevano mai avvertito prima.

"Ti ho fatto una domanda" continuó, il tono era basso, profondo anche se stranamente calmo rispetto all'espressione del viso.

Era incredibilmente serio, quasi...arrabbiato.

Tralasciando il fatto che ero bloccata sotto di lui, la cosa che mi paralizzó fu proprio quell'espressione che gli si era dipinta in volto.

Era infastidito.
Sì, era decisamente arrabbiato. Come dargli torto, infondo chi non lo sarebbe se qualcuno si intrufolasse furtivamente nella propria camera.

Dio ero proprio un disastro...e il fatto che non spiaccicavo una parola non faceva altro che sottolineare la mia colpevolezza. Dovevo rispondergli, e alla svelta.

Distolsi lo sguardo da lui e girai la testa, concentrandomi sulla mano che teneva stretto il mio polso sul letto.

"Io...io sono venuta soltanto per vedere come stavi. Ty ha detto che avevi una pessima cera e così....scusa ti ho svegliato"

"Hm..."  Mugugnò staccandosi da me e mettendosi a sedere ai piedi del letto.

Non mi ero resa conto di aver tutti i muscoli del corpo contratti fin quando non si allontanó da me, iniziando così a rilassarmi...anche il mio respiro tornò ad essere più regolare.

Mi tirai a sedere portandomi le ginocchia al mento, quasi a voler mettere una barriera tra di noi nel caso avesse deciso di ripetere l'azione.

Si era perso a guardare un punto in lontananza fuori dalla finestra davanti a se, poi chiuse gli occhi portandosi una mano alla tempia.

Restammo in silenzio per un paio di secondi, che a mia detta sembrarono un'eternità.
Sarei voluta scappare da quella situazione imbarazzante . In effetti non capivo perché mi trovassi ancora lì. Forse perché non volevo andarmene sentendomi colpevole in quel modo, non volevo che ce l'avesse con me.

In fin dei conti ero andata da lui con le migliori delle intenzioni, e mi aspettavo che dicesse qualcosa dopo le mie scuse. Non avevo fatto nulla di male no?, dopo avergli spiegato il perché ero entrata in camera sua avrebbe quanto meno potuto dire un grazie. Non importava in che tono, mi sarebbe andato bene anche da stizzito, o infastidito.

Tornó a guardami e inevitabilmente tornai ad essere tesa.

Piegó le labbra in un debole sorriso.

"Allora non sei venuta perché ti mancavo?"

Si riprese improvvisamente da quello stato di catalessi e dal tono scherzoso della voce ogni mio timore sparì dalla mente, sembrava aver capito che non ero solita aggirarmi negli spazi altrui come una maniaca.
Mi sentii immediatamente più sollevata.

"Stupido." Ricambiai il suo sorriso scuotendo la testa.

"Tu hai osato dare dello stupido a me?" si indicò con fare teatrale.

"Ebbene sì"

Stava per replicare ma poi ci ripensò.

Guardó il cuscino posizionato esattamente a metà tra noi due, e poi guardó me.
Gli angoli della bocca gli si piegarono impercettibilmente all'insù in modo malvagio.

Le sue intenzioni erano più che ovvie.

"Oh non oserai..." feci appena in tempo a pronunciare quelle parole di minaccia quando un secondo dopo ci fiondammo entrambi sul povero cuscino. Inaspettatamente fui più veloce io, o forse mi aveva lasciato vincere di proposito, in ogni caso, afferrai il cuscino e iniziai a colpirlo. Mi alzai in piedi sul letto mentre lui tentava di schivare i colpi e pararli con le braccia.

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