54-Amianto

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POV ALLY

Ok, calma.

Kevin si alzò pigro, prese il piatto ormai vuoto che avevo adagiato sul letto e senza dire una parola si avvicinò alla scrivania.
Poggiò la stoviglia, poi tirò fuori un aspirina dalla tasca e la fece sciogliere nella bottiglietta d'acqua.

"Bevila...non hai una bella cera. Vado a farmi una doccia"

Sembrava stanco.
Lo fermai prima che varcasse la porta.

"Kev"

Mi costava tantissimo chiedere il suo aiuto ma non potevo fare altrimenti.

"Devi aiutarmi. Stanno arrivando tutti...e devo cucinare"

Il piano era che io iniziassi a cucinare ed apparecchiare mentre lui si faceva la doccia, e poi mi avrebbe dato il cambio così che anch'io avessi potuto lavarmi e truccarmi.
Dovevo coprire i succhiotti.

Si voltò lentamente, un sorrisino diabolico face capolinea sulla sua bocca, qualcosa gli stava frullando nella testa.
Si appoggiò allo stipite della porta incrociando le braccia al petto.

"Cucina allora"

Maledetto.

"Fino a due minuti fa facevi tutto il premuroso con la storia del cibo e della medicina, e adesso mi lasceresti fare tutto da sola?"

"Una volta presa la medicina starai benissimo" trasudava una certa ilarità, che non mi contagiava per niente.

"Dai Kev non scherzare...da sola non ce la faccio...perfavore"
Lasciai perdere l'acidità, mi maledissi mentalmente per il tono disperato, ma davvero non avrei potuto farcela da sola.

In quel momento la mia espressione doveva essere davvero molto esausta e la mia voce sinceramente supplichevole, perché l'aria scherzosa che aveva fino a un secondo prima si dissolse nel nulla.

"Credevo che tu stessi scherzando.  Davvero vuoi cucinare per tutte quelle persone? Ordiniamo qualcosa, pensavo ci arrivassi da sola"

Ma certo, che stupida.

"Ah...si, ok"

Sparì per un attimo in camera sua per poi ricomparire un secondo dopo con un volantino in mano,  appoggiandosi di nuovo allo stipite della porta.

Compose un numero e poi si portò il telefono all'orecchio.
"Pronto. Sì volevo ordinare due pizze Family, sì...un po di tutto"

Il resto della breve conversazione me la persi. Potevamo ordinare a casa e invece mi aveva portato al Pizza Valley.

"Fatto"

"Potevamo ordinare invece di andare al Pizza Valley" 

"Ti serviva un po d'aria fresca"

Liquidai lí l'argomento...alla fine se non fossimo usciti non avrei mai potuto vedere Mat e Tania.
E io ero più il tipo di ragazza che preferisce schiantarsi con la realtà piuttosto che vivere nell'ignoranza di un...tradimento.
Forse stavo esagerando.
Per quanto masochista potesse sembrare, ero sollevata dal fatto che li avessi visti.

"Quindi la cena è apposto?"

"Sì"
Non potei fare a meno di espirare profondamente sollevata.

La questione del succhiotto mi preoccupava, e non poco...era un lavoro che andava fatto con cura e se perdevo tempo a cucinare non sarei riuscita a prepararmi in tempo.

"Che c'è? Avevi paura di non riuscire a metterti in tiro per il tuo ragazzo?"  Mi derise.

Sempre se ce l'ho ancora un ragazzo.

Sicuramente si sarebbe aspettato una risposta tagliente o a tono, ma decisi di non assecondarlo.
Era più bravo di me a provocare, e non avevo la minima voglia di giocare a vediamo chi ha l'ultima parola.
Non gli avrei dato la soddisfazione di mettermi a disagio. Optai per la sincerità.

"Sì" risposi acida, con un falso sorriso a trentadue denti.

Il suo si spense.

"Potevi sempre mettere il vestito che avevi alla festa, con quello non ti sarebbe servito il trucco...e neanche coprire quelli" indicò i miei succhiotti con un gesto del capo "Non se ne sarebbe neanche accorto" mi strizzò l'occhio.

"Credo proprio che lo metterò. Pessima mossa da parte tua, agevolare la concorrenza"

In realtà non sapevo perché avessi detto una cosa del genere.
Forse perché sapevo che provava dell'attrazione per me...come al solito il mio impulso a reagire alle sue provocazioni mi spingeva a dire la prima cosa che mi passasse per la testa, anche se era una cavolata.
Pero...

In effetti, non era del tutto sparata fuori a caso la mia risposta. Un pò era vero che avrebbe dovuto far fronte alla concorrenza per potermi sedurre. Ripensai al nostro percorso. All'inizio non lo sopportavo, poi dopo  storia dell'amicizia era arrivato quasi ad avere carta bianca con me, stavo iniziando a lasciarmi andare. Ed infine la doccia gelida: l'arrivo di Rose, e con lei la consapevolezza che non sarebbe mai cambiato, mi avrebbe soltanto usata.
Neanche questo era riuscito a togliermelo dalla testa, pensai tristemente.

Mat ci sarebbe riuscito. Mat ci era riuscito.

Quasi.

Il mio ragazzo, insieme all'amarezza e alla delusione, erano dei muri di amianto che si stavano innalzando sempre di più, avrei soffocato qualsiasi sentimento. D'altronde Kevin con i suoi atteggiamenti me lo stava rendendo sempre più facile. Bastava solo non averci troppo a che fare quando eravamo soli. Era quello a fregarmi, quindi dovevo evitare.

Perciò, sì...c'era la concorrenza. Non volevo concedermi.
Cosa rara nella sua vita.
Forse era per questo che mi provocava in continuazione, per il suo ego seduttore stavo iniziando a diventare una questione di principio, di primaria importanza, non accettava un no come risposta perché infondo sapevo che non ne aveva mai ricevuti. Ed ero sicura che nessuna ragazza, anche impegnata, gli si fosse mai negata.

"Concorrenza? Parli Mat? Non farmi ridere" rispose con troppa enfasi. Era chiaro che non si aspettasse un colpo del genere da parte mia. Non era abituato a competere, non lo accettava.

Che soddisfazione, metterlo alle strette.

Mi alzai con un ghigno soddisfatto, avvicinandomi alla scrivania davanti al letto, ormai l'aspirina si era del tutto sciolta, afferrai la bottiglia e ne bevvi più della metà. Mi sentivo già meglio, riuscire a metterlo in difficoltà mi faceva stare meglio di qualsiasi medicina.
Ero soddisfatta del risultato di quella conversazione, qualunque cosa avesse aggiunto per difendersi, non avrebbe rovinato il trionfo di quel momento.

"Avanti, di quale concorrenza parli. Posso averti quando voglio, avevi già conosciuto Mat quando ci siamo baciati"
Possibile che riuscisse a ribaltare la situazione in qualsiasi momento?

"Non puoi avermi quando vuoi Kevin. Hai perso la tua opportunità. E non illuderti, i baci...non ne arriveranno altri" sancii con quelle parole una promessa a me stessa.

"Sono io che posso averti quando voglio, Kevin"  constatai, forte del fatto che neanche io gli ero indifferente, mi voleva addirittura più delle altre, per principio. Per sfida.
Posai  la bottiglia e smisi di dargli le spalle, avida di divorare lo sgomento che sicuramente gli si era dipinto in viso.

Quello che trovai però non soddisfò le mie aspettative. Era incazzato.



Ho incontrato un Kevin oggi.

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